Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
iling benfica juve
Il Milan entra trionfalmente dentro la Champions la sera che la Juve ne scappa via portandosi dietro molti rimpianti più una speranza che ha cambiato in venti minuti almeno il viso della partita. Da un disastro è diventata una sconfitta di misura, tutto grazie a Iling, ragazzo inglese di 19 anni, imprendibile sulla fascia sinistra. In dieci minuti ha affondato il suo avversario diretto fino a farlo sostituire, negli altri dieci si è rimesso da solo la partita quasi in linea.
Non è bastato, non poteva bastare. Il Benfica per settanta minuti è stata una delle quattro migliori squadre europee.
Velocità, tecnica, nessuna paura della pressione della Juve perché capace di saltarla con ripartenze di prima, accelerazioni continue. Rafa Silva è stato il migliore, ma intorno ha avuto solo grandi interpreti, da Enzo Fernandez a Joao Mario, fino al ragazzo Antonio Silva che ha aperto i gol. È curioso che la Juve sia tornata in partita quando ha tolto i titolari e messo i giovani. Allegri pensava a dare pause a chi gioca di più e quasi non volendo si rimetteva in gara. È una strana morale. Tranne il finale la Juve è stata molto inferiore, gli avversari sono andati più volte vicini al quinto gol. Non c'è mai stata costruzione, mai personalità in nessuna zona del campo.
massimiliano allegri
Gli avversari correvano il doppio e vincevano tutti i contrasti. La cosa meno comprensibile è che Allegri abbia cominciato lentamente la partita, guardando il Benfica attaccare, nonostante servisse solo vincere. Ma forse non poteva fare niente di più. Il Benfica non spaventato da Iling è oggi forse la squadra più moderna. Mentre è ancora misterioso cosa stia diventando la Juve. L'uomo del Milan è stato Leao, la sua capacità di colare oltre la partita e giocare qualcosa di solo suo. Non ci sono attaccanti così. Questo apre qualunque progetto al Milan perché ha qualcosa che gli altri non hanno. Il viaggio ricomincia.
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