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    QUESTO MALEDETTO CORONAVIRUS È DIVENTATO UNA SERIE DI BRUTTI REMAKE - LA SPAGNA VA IN ''IBERNAZIONE'' ECONOMICA E SOCIALE DOPO AVER TOCCATO GLI 838 MORTI IN UN GIORNO (6.803 TOTALI): I CONTAGI SONO OLTRE 80MILA - LA SITUAZIONE È ANCHE PEGGIORE RISPETTO ALL'ITALIA: FINO AL 14 MARZO STAVANO QUASI TUTTI IN GIRO A FAR CASINO, CON L'ORGOGLIO SPAGNOLO PER UNO STILE DI VITA SPENSIERATO ANCOR PIÙ SVILUPPATO DI QUELLO ITALIANO. ORA NON GLI RESTA CHE CHIUDERE TUTTO


     
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    1.CORONAVIRUS: OLTRE 80.000 CASI IN SPAGNA

     (ANSA) - I casi di contagio in Spagna hanno superato quota 80.000 e si avvicinano a quelli registrati finora in tutta la Cina: è quanto emerge dai dati della John Hopkins University. Per l'esattezza, la Spagna conta ora 80.110 casi contro gli 82.156 della Cina. I morti in Spagna sono 6.803 e le persone guarite sono 14.709.

     

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    2.LA SPAGNA - IMPENNATA DI CONTAGI E VITTIME, MADRID IN LUTTO - SÁNCHEZ CHIUDE OGNI "ATTIVITÀ NON ESSENZIALE"

    Alessandro Oppes per “la Repubblica

     

    Era la decisione più difficile. E Pedro Sánchez fino all' ultimo ha fatto tutto il possibile per scongiurarla. Ma con un numero di contagi prossimo agli 80mila e il nuovo record di 838 morti in un giorno raggiunto proprio ieri, non c' erano più alternative. L' economia spagnola si ferma per due settimane: dovranno restare a casa tutti i lavoratori che svolgono attività "non essenziali" con la formula di un "permesso retribuito" che quindi non avrà conseguenze sulla busta paga a fine mese.

     

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    Il premier socialista ha fatto resistenza finché ha potuto, anche contro il parere di una parte del suo esecutivo progressista, soprattutto quella rappresentata da Unidas Podemos e dal suo leader Pablo Iglesias. Il timore per le conseguenze sull' economia già in affanno era e resta enorme, ma ancora più grande è la paura che il sistema sanitario spagnolo non ce la faccia a reggere ulteriori prove di stress. In particolare si calcola che in almeno sei regioni (su un totale di 17) la capacità degli ospedali di far fronte a una nuova ondata di ricoveri - soprattutto in terapia intensiva - sia ormai vicina all' esaurimento.

     

    Da qui la decisione drastica - ancora una volta sulla scia di quanto ha fatto l' Italia - che inquieta la Ceoe, la confindustria locale, è applaudita dai sindacati e placa le tensioni con le amministrazioni regionali, soprattutto quelle che vedono le loro strutture travolte dall' emergenza. Il coronavirus ha fatto persino il miracolo di una momentanea pace tra la Catalogna ribelle e il governo centrale. «Hai tutto il mio appoggio», ha detto ieri a Sánchez il presidente Quim Torra, che da giorni invocava il blocco totale dell' economia. «Non era una decisione facile, capisco la responsabilità che ti sei assunto», ha aggiunto.

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    Piccoli segnali di distensione dopo che, negli ultimi giorni, erano ripartiti gli attacchi dell' opposizione di destra contro il governo per il ritardo con cui ha preso le prime misure per affrontare la crisi e per la difficoltà nel reperire materiali di protezione per medici e infermieri. E soprattutto per la brutta figura dei 9000 kit per i test difettosi arrivati dalla Cina e subito rispediti al mittente.

     

    In prima linea tra i critici, c' è sempre la presidente regionale di Madrid, Isabel Díaz Ayuso, del Partito Popolare, che ieri ha dato una risposta emotiva al dramma dell' area più colpita del Paese con la proclamazione de lutto officiale «fino a nuovo ordine». Ogni giorno, in tutta la regione, verrà osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime del Covid-19: ieri erano 3082, quasi la metà dei 6528 di tutta la Spagna.

     

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    Ma nelle pieghe del bollettino di guerra diffuso ogni mattina dal Ministero della Sanità, con l' aggiornamento del numero di contagi, ricoveri in terapia intensiva e deceduti, il governo cerca di vedere uno spiraglio. «È probabile che l' epidemia stia evolvendo favorevolmente », ha azzardato ieri il coordinatore dell' emergenza sanitaria, Fernando Simón. «Stiamo arrivando al picco, non sappiamo esattamente quando avremo la conferma, ma stiamo arrivando».

     

    Un ottimismo confortato dal rallentamento progressivo nella percentuale di aumento quotidiano dei contagi: mercoledì scorso era del 20%, ieri era al 9%. Ma le cifre assolute fanno ancora paura. E allora, nel giorno in cui scatta la proroga - altri 15 giorni dello "stato d' allerta" che dà poteri eccezionali al governo, parte anche "l' ibernazione" dell' economia, come l' ha definita la ministra delle Finanze María Jesús Montero. Fermarsi adesso, per poter «resuscitare e ricostruire» quando questa emergenza sarà finita.

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