Ugo Magri per “La Stampa”
SERGIO MATTARELLA GIORGIA MELONI MEME
In otto anni di Quirinale, Sergio Mattarella non aveva mai risposto alle domande che gli venivano rivolte per strada: una scelta di ordine pubblico (evitare mucchi selvaggi di microfoni e telecamere), di sobrietà e anche di decoro.
Ieri però ha fatto eccezione per rispondere alle preoccupazioni europee e chiarire quanto nelle cancellerie non da tutti è stato compreso: che di fronte a un cambio di indirizzo politico così radicale è legittimo, anzi giusto interrogarsi su cosa farà la destra al governo; inaccettabile invece sarebbe sconfinare nell'interferenza, nella pretesa di metterci sotto tutela.
laurence boone 1
Mentre lasciava la Fiera del tartufo ad Alba, è stato chiesto a Mattarella di commentare la «vigilanza» che alcuni governi esteri intenderebbero esercitare sull'Italia. Il presidente stavolta s' è fermato come se il cronista autore della domanda gli avesse letto nel pensiero. «L'Italia sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione e dei valori dell'Unione europea», è stata la secca risposta, palesemente riferita a un'intervista della ministra francese per gli Affari Ue, Laurence Boone.
emmanuel macron sergio mattarella
La quale, sempre ieri mattina su Repubblica, aveva sfoderato per l'appunto il termine «vigilanza», accompagnato a quello di «fermezza», che la vittoria elettorale della destra renderebbe necessaria per evitare pericolose derive, una sorta di tutela preventiva nei nostri confronti.
Interpretare le parole di Mattarella non è difficile. Vi si percepisce anzitutto uno scatto di orgoglio legato alla sua funzione di guardiano delle regole, anche agli occhi della comunità internazionale.
Trattarci come sorvegliati speciali al pari di Ungheria e Polonia (concetto espresso dalla ministra francese) è una mancanza di rispetto che, a parti invertite, verrebbe respinta al mittente. Ma al di là dei riflessi patriottici, parlare di vigilanza insinua il dubbio che gli organi di garanzia, a cominciare dal capo dello Stato, da noi non abbiano la forza o la determinazione di farsi valere, qualora ve ne fosse necessità.
MACRON MATTARELLA
E dunque vi sia bisogno di esercitare pressioni o minacce per mettere in riga i nuovi padroni d'Italia. È una lettura che il Colle non può sottoscrivere, se non altro perché ne svaluta la funzione. Della serie: il presidente della Repubblica, allora, che cosa sta lì a fare? In realtà, il ruolo di Mattarella sarà determinante da subito. Tra una decina di giorni (se dipendesse da lui anche prima) inizieranno le consultazioni, verrà dato l'incarico, saranno scelti i ministri: tutti delicati passaggi in cui l'ultima parola è, in base alla Costituzione, del capo dello Stato.
sergio mattarella in macedonia del nord 2
Chi tra i personaggi politici ha avuto modo di colloquiarci in privato lo descrive sereno, profondamente rispettoso del verdetto popolare, preoccupato che le principali urgenze trovino adeguata risposta. In un Paese allo sbando, sarebbero i cittadini per primi a pagarne le conseguenze. E se all'estero qualcuno puntasse al «tanto peggio tanto meglio», Mattarella non lo asseconderebbe di certo.
In questa chiave vanno lette le prime «interlocuzioni» di cui si è avuto notizia tra il Quirinale e Giorgia Meloni, contattata dopo il voto al pari di altri leader. Che cosa si siano detti Mattarella e l'aspirante premier non è dato sapere; nel passato i rapporti erano stati tutt' altro che facili (nel 2018 la leader dei Fratelli d'Italia era arrivata a chiedere l'impeachment di Mattarella per alto tradimento); ma adesso, pur tra mille prudenze, le prime sensazioni sono tutt' altro che negative.
giorgia meloni
Se Meloni lo vorrà, ci sarà spazio per la stessa leale collaborazione istituzionale che questo presidente ha garantito a tutti i governi. Ma i termini sono chiari: massimo rispetto della Costituzione e dei valori europei. Il presidente li ha ribaditi, guarda caso, dopo aver ricordato ad Alba la figura di Beppe Fenoglio, lo scrittore partigiano. A quanti in Europa temono il nuovo fascismo, Mattarella manda a dire: tranquilli, la Resistenza era e rimane la nostra stella polare. A maggior ragione nessuno dovrà intromettersi, col rischio di scatenare riflessi sovranisti e di ottenere l'effetto opposto a quello desiderato. Lo capiranno?
GIORGIA MELONI - MARIO DRAGHI - VIGNETTA BY ALTAN