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    “GLI ITALIANI SONO DEI MAIALI, VANNO UCCISI TUTTI TAGLIANDOGLI LA GOLA, CAVANDOGLI GLI OCCHI E FACENDO LA GUERRA” – RADUAN LAFSAHI, IL MAROCCHINO CHE GIRAVA LE CARCERI D’ITALIA PER ARRUOLARE PERSONE NELL’ISIS, È ACCUSATO DI ASSOCIAZIONE TERRORISTICA E ISTIGAZIONE A DELINQUERE - LA PROCURA ANTITERRORISMO DI BARI HA ARRESTATO QUATTRO PERSONE ACCUSATI DI AVER FINANZIATO JIHADISTI E FOREIGN FIGHTER CON UN MILIONE DI EURO IN CINQUE ANNI...


     
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    Fabio Amendolara per "la Verità"

    estremismo islamico nelle carceri estremismo islamico nelle carceri

     

    Mentre dalla Puglia i fondi per l' Isis partivano tramite un money transfer di Andria grazie al supporto di quattro disoccupati, un marocchino - carcere dopo carcere - nei quali finiva per reati comuni come spaccio di droga e rapine, ha cercato di portare sulla strada della conversione radicale gli altri detenuti: a Como, Pavia, Torino, Potenza, Agrigento, Palermo, Catania, Messina e Catanzaro esaltava gli attentati più eclatanti, dalle Torri Gemelle a Charlie Hebdo. E si proclamava duro e puro. Un islamista vero. Che odiava gli italiani, tanto da affermare che «sono dei maiali» e che li avrebbe «uccisi tutti tagliandogli la gola, cavandogli gli occhi e facendo la guerra».

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    Si è beccato un' accusa di associazione terroristica e una di istigazione a delinquere con finalità di terrorismo Raduan Lafsahi, marocchino, 35 anni, già detenuto nel carcere di Paola, in Calabria. L' arresto è stato richiesto dalla Procura antiterrorismo di Milano ed è firmato dai pm Alberto Nobili e Alessandro Gobbis. Le indagini sono partite da Como, dove è stato ristretto in uno degli istituti di pena tra il 2015 e il 2017. Ma la segnalazione del Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, ha permesso la sua iscrizione nel registro degli indagati, è arrivata da Palermo.

     

    addestramento isis 2 addestramento isis 2

    Il gip del Tribunale di Milano, Daniela Cardamone, descrive l' indagato come un uomo «capace col suo carisma di impartire ordini e incitare a comportamenti destabilizzanti» gli altri detenuti. Tra le frasi intercettate c' è un invito agli agenti della Penitenziaria a entrare in cella: «Vi faccio vedere io come reagisce un musulmano, io sono un musulmano e odio tutti i cristiani». È ritenuto pericoloso, perché vantava l' appoggio di «cugini» a Milano e in Brianza. E in più conversazioni avrebbe ipotizzato possibili azioni eclatanti. La sua rete di contatti, è spiegato nell' ordinanza, «ben potrebbe dare realizzazione concreta» alla espressione della sua «ideologia violenta e estremista».

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    Secondo il gip, «ha dimostrato la propria appartenenza ideologica all' associazione terroristica Isis e ha dato prova di seguirne i dettami istigando gli altri detenuti alla commissione di atti di violenza volti a destabilizzare la disciplina e l' ordine carcerario».

     

    Nelle 57 pagine dell' ordinanza vengono elencati tutti gli «atti di danneggiamento, le aggressioni verbali e fisiche negli istituti di pena» e i suoi «messaggi di minaccia e intimidazione», oltre a quelli di «apologia» dell' Isis. «Io appartengo alla famiglia dell' Isis», ripeteva. E, sempre secondo il gip, ha «predicato la paura diffusa come mezzo di dominio dell' Occidente, ha istigato gli altri detenuti alla commissione di atti di violenza volti a destabilizzare la disciplina e l' ordine carcerario».

    Anche i pm lo descrivono come «un violento fanatico».

     

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    Sarebbe stata la sua «fede nel radicalismo islamico a legittimarlo». E con gli agenti parlava da vero terrorista: «Allah Akbar, vi ucciderò tutti, appena esco da qua, vi taglio la testa a tutti». Un detenuto che era recluso con lui nel 2019 ha verbalizzato: «Diceva che dovevamo fare cose contro gli agenti, ci diceva di buttare addosso a loro qualsiasi cosa o di insultarli e creare disordini (...) di essere aggressivi». «Non vogliamo sminuire i fatti di Santa Maria Capua Vetere», ha spiegato Nobili, «ma bisogna ricordare anche che ci sono agenti del nucleo centrale investigativo di polizia penitenziaria che ogni giorno portano avanti una battaglia silenziosa di prevenzione contro il radicalismo islamico che nelle carceri trova un terreno fertile». La risposta «è efficace», ma il magistrato non ha negato che «il timore c' è sempre». E ha aggiunto: «Mi aspetto che tra i 40.000 orfani nel campo di Al Hol in Siria qualcuno maturi idee radicali. Spero di sbagliarmi, ma se non interviene la politica internazionale credo che in Europa, soprattutto in Francia, avremo una nuova ondata».

     

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    La toga ha sottolineato che l' Italia è l' unica a localizzare, a rimpatriare e processare i connazionali che hanno aderito all' Isis: «Questo è un segnale di civiltà giuridica. Il terrorismo si vince con il codice alla mano. Molti di loro non si aspettano questa forma di rispetto, e questo è uno uno dei motivi per cui l' Italia non è così odiata e non è nel mirino». Ma, come dimostrano le inchieste, viene usata come hub logistico. E finanziario.

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    Ieri la Procura antiterrorismo di Bari ha arrestato quattro presunti finanziatori di jihadisti e foreign fighter. Gli investigatori hanno documentato un migliaio di trasferimenti di denaro per circa un milione di euro in cinque anni, tra il 2015 e il 2020, per finanziare il terrorismo in 49 Paesi, dalla Serbia alla Thailandia, passando per Turchia, Germania, Emirati Arabi, Albania, Russia, Ungheria, Giordania, attraverso 42 «collettori stranieri» direttamente collegati con le organizzazioni combattenti antigovernative in Siria. I quattro arrestati intascavano 50 euro a settimana come compenso per l' invio del denaro. È rimasta ignota, invece, l' identità dell' uomo che consegnava ai quattro disoccupati di Andria il denaro da trasferire all' estero.

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