Marco Antonellis per Dagospia
fabrizio salini marcello foa
Per Fabrizio Salini, amministrato delegato della Rai, è il momento della verità: rilanciare la sua azione oppure rinunciare all'incarico. Idea già fatta balenare nei giorni scorsi, come Dagoanticipato, agli autorevoli interlocutori incontrati. E stamattina il suo discorso sarà improntato ad una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti i componenti del Cda di Viale Mazzini al fine di rilanciare l'azienda e di collaborare tutti insieme all'implementazione del piano industriale (un piano industriale che non è "ancora stato messo a terra", cioè non è ancora partito, come spiegano dai piani alti dell'azienda).
RITA BORIONI
Se però tutto questo non dovesse accadere allora l'Ad sarebbe anche pronto a mettere sul piatto della bilancia le sue dimissioni. Questi i ragionamenti che stamattina i consiglieri di amministrazione della Rai potranno ascoltare con le loro orecchie. Intanto "oggi la Borioni in Cda Rai farà le barricate e voterà contro Salini" spiegano dal quartier generale del Pd dove ricordano all'Ad che "le dimissioni si danno, non si annunciano".
Mentre Ciannamea (indicato alla guida della direzione Distribuzione) a quanto è in grado di anticipare Dagospia potrà incassare il si dell'indipendente Laganà che si è persino spinto, dalle pagine del Fatto, a scrivere una lettera-appello al Premier Conte "come ultima ancora di salvataggio per il futuro della concessionaria del servizio pubblico multimediale". Il consigliere cita il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che "ha ricordato a tutti noi che 'un ruolo fondamentale e' assegnato ai media e in particolare al nostro servizio pubblico'".
ciannamea
Parole che a suo giudizio "suonano come riconoscimento della Rai, ma anche come sprone a fare sempre meglio, a interpretare sempre meglio la propria missione di servizio pubblico. Ma oggi questa missione e' resa proibitiva dalla morsa sempre piu' asfissiante dei partiti: stretta attraverso un controllo assoluto nelle nomine e nella gestione dei fondi messi a disposizione". Insomma, Giuseppi salvaci tu.
RICCARDO LAGANA'