Estratto dell’articolo di Francesco Grignetti per “La Stampa”
Meloni e Rampelli
Fabio Rampelli è considerato l’oppositore dentro Fratelli d’Italia. E non è un mistero che al vice presidente della Camera stia stretto il ruolo che Giorgia Meloni gli ha riservato: ieri però si è fermato apposta con i giornalisti per dire che era «surreale» immaginarlo a capo di una opposizione interna.
Rampelli, lei dichiara che dentro FdI non esistono correnti. I suoi Gabbiani, vogliamo chiamarli “anime”?
«Mi pare ovvio che chi ha iniziato un percorso di impegno politico insieme, si consulti e condivida le proprie esperienze. […] Non ci sono correnti in FdI, tanto meno io ne guido una di opposizione. […] Ho creato la comunità che ha poi fondato FdI e tanto mi appaga».
Meloni e Rampelli
Soddisfatto che il congresso sia rinviato a dopo le Europee? Il vostro statuto non lo prevedeva prima?
«[…] Se non ci sono linee politiche e leadership alternative a quella di Giorgia Meloni non ha molto senso fare congressi, ancor meno in una stagione elettorale decisiva come questa. Ne parleremo dopo le Europee. Vanno invece benissimo i congressi territoriali».
FdI nasce per rivendicare le primarie e la contendibilità degli incarichi. Quando Berlusconi nel 2012 non concesse le primarie, voi usciste dal Pdl. Pensa che sia ancora valido per voi quel ragionamento sulla contendibilità degli incarichi?
fabio rampelli
«Il ruolo del presidente nazionale è perfettamente contendibile, ma non ci sono sfidanti perché oggi Giorgia Meloni interpreta l’unica linea possibile per una destra che voglia essere maggioritaria e non marginale. […]».
Accusa di familismo. Non è solo una invenzione dei giornali nemici. Ci sono al vertice del partito o delle istituzioni troppi cognati di, sorelle di, cugini di. […] non pensa che sia un danno reputazionale per FdI?
«[…] Se ci sono persone valide che esercitano il loro impegno politico da quando avevano 15 anni non ritengo giusto vengano sacrificate su pressione dei media a causa di legami di parentela. Che facciamo, discriminiamo persone per il cognome che portano?».
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[…] In ultimo: è evidente che FdI ha avuto una accelerazione di consensi che forse nemmeno voi vi aspettavate così impetuosa. La reazione del vertice sembra essere quella di chi ne è intimorito e si blinda affidandosi a una cerchia strettissima. Non si rischia, così facendo, di perdere di vista le competenze?
«Siamo stati chiamati a cambiare l’Italia, il nozionismo professorile privo di una stessa visione del mondo non è funzionale a questo obiettivo. Rischieremmo di chiuderci nel solito recinto di boiardi collaudati facendo l’operazione opposta: cercare competenze asettiche che non garantiscono il cambiamento».