1. NESSUNA DISCRIMINAZIONE FRA SUNNITI E SCIITI
Paolo Mastrolilli per la Stampa
militari italiani sulla diga mosul1
L' Italia sta svolgendo un compito cruciale per vincere la battaglia di Mosul contro l' Isis. I nostri militari non combattono, ma conducono ormai da tempo tre operazioni decisive: addestriamo le unità curde a Erbil, le portiamo in prima linea, e poi le consigliamo su come battere il nemico, prima e dopo gli scontri. In prospettiva, quando la città sarà completamente riconquistata, entreranno in azione i Carabinieri, per addestrare le forze dell' ordine locali e aiutare a garantire la sicurezza.
L' offensiva sulla città principale controllata dal Califfato in Iraq procede, ma non alla velocità prevista. La resistenza dei militanti dello Stato islamico è stata più dura di quanto ci si aspettasse, e adesso si concentra in particolare nel perimetro della città vecchia. Alla fine di maggio, le forze curde e irachene impegnate nella battaglia avevano contato circa 980 soldati morti e oltre 6000 feriti. In alcuni scontri le perdite sono arrivate al 50% degli effettivi.
militari italiani sulla diga mosul
Queste difficoltà hanno reso necessario un maggior aiuto da parte degli alleati, coordinato da Centcom, ossia il comando americano per il Medio Oriente basato a Tampa, che distribuisce le risorse e assegna i compiti. Gli Usa fanno l' addestramento e portano le truppe irachene al fronte dal lato sud, ma il Pentagono ha schierato anche circa cento uomini delle forze speciali che svolgono azioni più vicine al teatro di guerra. All' inizio di maggio il sottotenente della 82nd Airborne Division Weston Lee era morto durante un pattugliamento nella periferia della città, seconda perdita americana da quando è cominciata l' offensiva.
Gli italiani svolgono compiti diversi. Abbiamo mandato gli operai della Trevi a riparare la diga di Mosul, protetti dai nostri soldati. Si trovano a circa venti miglia dalla zona degli scontri, e quindi in posizione defilata. Il problema qui è piuttosto politico, perché il contratto scade alla fine dell' anno, ma il governo di Baghdad non ha ancora deciso il rinnovo, frustrando insieme Roma e Washington che ci sostiene.
la battaglia di mosul 5
Di lungo termine, poi, è il lavoro di addestramento delle forze dell' ordine che i Carabinieri svolgono a Baghdad, ammirato dagli americani. La caratteristica principale di questo successo è che gli italiani non hanno seguito un criterio settario. Non dividono i reparti tra sunniti e sciiti, ma cercano di instillare un' idea unitaria di servizio per garantire la sicurezza dell' intero Iraq, che sta dando risultati positivi ed è fondamentale per il futuro del Paese.
Molti analisti infatti si aspettano che i problemi più gravi cominceranno dopo la sconfitta dell' Isis, quando il nemico comune sparirà, e le divisioni settarie torneranno a minacciare la tenuta del tessuto sociale.
carabinieri addestratori Mosul
Ad Erbil i militari italiani fanno l' addestramento delle forze curde, ma offrono anche assistenza sul campo. In base alle richieste di Centcom, i nostri soldati portano le unità locali in prima linea a Mosul, fermandosi poi ad aspettare a distanza di sicurezza. Dopo gli scontri i militari curdi tornano dagli addestratori italiani, raccontano cosa è successo, spiegano le difficoltà che hanno incontrato, e ricevono nuovo addestramento e consigli per tornare in battaglia e superare gli ostacoli. Questa attività è stata accelerata e ha acquistato importanza, proprio per la durezza dei combattimenti e la resistenza incontrata.
militari italiani in Iraq
Nel frattempo si pianifica il futuro della città, e a questo scopo pochi giorni fa è stato a Roma il leader civile della coalizione anti Isis, Brett McGurck. Il diplomatico americano ha ringraziato l' Italia per il contributo dato finora, e ha chiesto di allargarlo. Nel nostro caso, oltre alle operazioni già in corso sul terreno, la richiesta sarebbe proprio quella di estendere le attività addestrative dei Carabinieri nella zona di Mosul dopo la sconfitta dell' Isis.
Il problema qui è delicato, perché le forze impegnate nei combattimenti sono unità di guerra, non di pubblica sicurezza. Non è possibile correre il rischio che eliminato il Califfato comincino a scontrarsi tra di loro, ma d' altra parte sono uomini preparati per la guerra, non per l' ordine pubblico in tempo di pace. Ai Carabinieri toccherà dunque il compito di capire dove e come inquadrarli, per favorire la stabilità.
2. LE FORZE CURDE ENTRANO A RAQQA
Giordano Stabile per la Stampa
raqqa distrutta dai bombardamenti
La grande battaglia di Raqqa è cominciata. Dopo otto mesi di manovre di avvicinamento ieri le Forze democratiche siriane hanno per la prima volta attaccato i sobborghi della città e messo piede nella «capitale» dello Stato islamico in Siria. La coalizione curdo-araba, più curda che araba, addestrata e armata dagli Stati Uniti, appoggiata sul terreno dalle forze speciali statunitensi e dal cielo da decine di cacciabombardieri, avanza verso il centro da tre lati. I combattimenti più duri sono nell' Area 17, un' estesa base militare alla periferia Nord, fortificata dall' Isis.
raqqa citta fantasma
L' attacco dei curdi coincide con le fasi conclusive dell' offensiva a Mosul, anche quella cominciata lo scorso ottobre. Il portavoce delle Forze democratiche siriane (Sdf), Talal Silo, ha promesso la fine rapida della «capitale del terrorismo e dei terroristi».
Raqqa era stata occupata dall' Isis nel gennaio del 2014, dopo che nel 2013 era finita in mano a ribelli vicini ad Al-Qaeda. È diventata poi il più importante centro del Califfato siro-iracheno dopo Mosul. I curdi l' hanno circondata da Nord, Ovest e Est, solo il lato Sud rimane aperto per agevolare un' eventuale ritirata dei jihadisti ed evitare perdite fra i civili.
VENDICARE MANCHESTER
Steve Townsend
La coalizione anti-Isis a guida americana ha sottolineato l' importanza della battaglia, che sarà lunga e difficile. «Stiamo costantemente smantellando il Califfato fisico», ha sintetizzato il generale Steve Townsend, e questo porterà anche alla sua sconfitta fuori dai confini di Siria e Iraq perché «è difficile convincere nuove reclute che l' Isis stia vincendo mentre stanno per cadere le sue due capitali gemelle». Come l' attacco di Manchester ci ha ricordano ancora una volta, l' Isis «minaccia tutte le nostre nazioni, non solo il Medio Oriente, non può rimanere».
I CURDI
La Sdf conta sulla carta su 50 mila uomini, poco più la metà operativa. All' attacco partecipano quindi circa 30 mila guerriglieri. I curdi costituiscono il 70-80% delle forze, il resto è composto da milizie arabe locali, più di contorno che altro. Il nucleo duro di combattenti è formato dai combattenti dello Ypg, una formazione alleata del Pkk turco e considerata dalla Turchia un' organizzazione terroristica.
curdi a Raqqa
Ankara ha protestato con Washington per la scelta di armare i curdi. La scorsa settimana sono arrivate le prime forniture di armi pesanti: missili anticarro e mortai da 81 millimetri, per sfondare le linee di difesa fortificate.
I jihadisti a difesa della città sono stimati fra i 3 e i 4 mila dai servizi segreti americani. Di solito queste stime sono riviste al ribasso per non scoraggiare le forze che attaccano. Analisti francesi ritengono che in città ci siano invece 7-8 mila combattenti, compresa l' unità d' élite Liwa al-Khilafa, composta in gran parte da islamisti del Caucaso e dell' Asia centrale. Forze simili a Mosul hanno inflitto perdite pesanti all' esercito iracheno e resistito per otto mesi.
convoglio misto curdo americano raqqa
Raqqa ha una superficie e una popolazione di circa un quinto rispetto a Mosul, 400 mila persone contro due milioni. In città ci potrebbero ancora essere circa 250 mila civili. A Raqqa però non sono rimasti i "quadri dirigenti" dell' Isis, specie stranieri. Si sono spostati verso Sud-Est, lungo l' Eufrate, in una zona remota fra Deir ez-Zour e la prima città irachena oltre confine, Al-Qaim. In particolare la cittadina di Mayadin è diventata "strategica", soprattutto per la propaganda.
A Mayadin si sarebbe trasferito anche l' Amn al-Kharij, il "Servizio esterno" dell' Isis che organizza gli attacchi all' estero.