Andrea Melli per "la Stampa"
raspadori
Una storia da «uno su mille ce fa», la faccia del bravo ragazzo, di quelli acqua e sapone. La parabola di Giacomo Raspadori, nato a Bentivoglio e cresciuto a Castelmaggiore, di professione attaccante del Sassuolo, culmina con il sogno: indossare la maglia azzurra della Nazionale ai prossimi Europei.
Eppure, sino alle 23 di martedì, le scelte di Roberto Mancini lasciavano presagire altro. Nella prima lista dei 33 convocati, l' attaccante neroverde era stato «tagliato» e poi rispedito con l' Under 21, sua collocazione naturale vista la giovanissima età. E invece ecco, il colpo di coda di Mancini che nessuno si aspetta. A sorpresa, nella notte tra martedì e mercoledì, il cittì lo reinserisce nei 26 a scapito di un altro ex Sassuolo, Matteo Politano.
paolo rossi 2
Una vita spesa sui campi del Progresso, formazione del Bolognese, prima del passaggio al Sassuolo con cui vince un campionato Berretti e diventa protagonista della salvezza (con 15 reti in 26 gare) con la Primavera.
Gianni Soli, (che scoprì anche Domenico Berardi) scomparso da qualche anno e all' epoca responsabile del settore giovanile, lo portò a Sassuolo, al pari del fratello Enrico (ora in Eccellenza con il Sant' Agostino, club in provincia di Ferrara), tre anni più giovane di Jack.
raspadori
«Dopo la gara con il Benevento gli ho detto che una sera saremmo dovuti andare a rubare portafogli, per fargli capire che è un ragazzo bravissimo e certe volte non malizioso. Ma ha davvero tutto per fare una grande carriera», è il ritratto di colui che l' ha lanciato nel calcio dei big, Roberto De Zerbi.
Dalle chiamate in prima squadra quando ancora diciannovenne, al debutto e alla prima rete in A nella scorsa stagione con la Lazio (dopo che il Var gli aveva annullato un' altra marcatura), alle sei del campionato appena concluso, in Raspadori il neo tecnico dello Shaktar Donetsk aveva creduto ciecamente. La firma nella sfida con la Juventus, il gol del 2-2 con la Roma con addirittura la fascia da capitano al braccio, la doppietta magica a San Siro contro il Milan, le tappe di un avvicinamento fulmineo di «Raspa» all' azzurro.
C' è chi lo accosta a Totò Schillaci e chi al compianto Pablito Rossi, con la speranza che quelle gesta possano essere ripetute. Cresciuto con il mito di Eto' o, a 10 anni esultava per il Triplete dell' Inter, e paragonato per le movenze al Kun Aguero, per lui si sono spalancate le porte di una carriera luccicante e la possibilità di far gioire un paese intero. Roba da «uno su mille ce la fa».
TOTO' SCHILLACI