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    RCS, IL CDA SLITTA A VENERDI' - CREMONINI PENSA IN RUBLI E INVESTE IN EURASIA - IL MISTERO (RISOLTO) DELLA NAVE PACIFIC EGRET - MARCHETTI IN CAMPO PER LA BATTAGLIA SU RISANAMENTO


     
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    1. IL CDA DI RCS RINVIA I LAVORI A VENERDì
    Da ‘La Stampa'

    Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri. Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.

    Cambio di programma per il Cda di Rcs MediaGroup. Il gruppo che edita il Corriere della Sera ha reso noto ieri sera che «a causa di improvvisi impegni sopravvenuti di taluni consiglieri» il consiglio di amministrazione ha aggiornato i propri lavori a venerdì 28 marzo 2014. Secondo quanto scritto dall'agenzia Radiocor due dei consiglieri, Roland Berger e Fulvio Conti, erano impegnati per lavoro all'estero, mentre il consigliere Piergaetano Marchetti era impegnato a fare gli onori di casa nel convegno con il ministro Maurizio Lupi in sala Buzzati.

    Il consiglio di Rcs doveva riunirsi nel tardo pomeriggio di ieri per concludere l'esame di alcuni temi rimasti all'ordine del giorno della precedente riunione dello scorso 10 marzo. Intanto i comitati di redazione del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport e la Rsu Rcs Quotidiani hanno invitato, in una nota congiunta, il consiglio di Rcs a respingere il piano per riconoscere i bonus ai manager di prima fila del gruppo.
    [r.e.]

    SCOTT JOVANE A BAGNAIASCOTT JOVANE A BAGNAIA

    2. CREMONINI ‘PENSA' IN RUBLI E INVESTE IN EURASIA
    Da ‘Il Corriere della Sera'

    La crisi in Crimea non fa paura a Cremonini, che anzi in Russia e nelle ex Repubbliche sovietiche punta al raddoppio. E' in questa direzione che va l'accordo con Knightsbridge, investment company che fa capo all'ex premier armeno Armen Sarkissian, che con un investimento di 60 milioni di euro è entrata in joint venture con la società del gruppo modenese Inalca nella newco «Inalca Eurasia Holdings» con una quota del 40%.

    La newco controllerà tutte le attività sviluppate attualmente da Inalca in Russia e, unendo il know-how di Cremonini nel settore food e le competenze di Knightsbridge nell'area euroasiatica, permetterà di accelerare l'espansione del business nella Federazione Russa e nei 12 Paesi euroasiatici: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Ucraina. Il primo mercato dove è prevista l'apertura di una piattaforma logistico-distributiva è il Kazakistan, Paese dove è avvenuto il primo incontro con Sarkissian.

    PIERGAETANO MARCHETTIPIERGAETANO MARCHETTI

    «Negli ultimi cinque anni - dice l'amministratore delegato Vincenzo Cremonini - abbiamo raddoppiato il business in Russia. Il fatturato lo scorso anno è stato di 250 milioni e l'ebitda è cresciuto del 20% oltre i 25 milioni di euro. Attraverso l'ingresso di Knightsbridge riusciremo a mantenere gli alti tassi di sviluppo in Russia e a entrare nei Paesi limitrofi. La crisi in Crimea non ci fa paura. In Russia siamo operatori locali: investiamo in rubli, abbiamo costi in rubli e facciamo investimenti in rubli. Siamo concentrati sulla micro economia, non sulla geopolitica. Se il rublo si svaluterà, prevediamo di importare meno prodotti e di approvvigionarci sui mercati locali».

    Knightsbridge è un socio industriale. Se la joint-venture andrà come previsto, dovrebbe essere quotata a Mosca nel giro di qualche anno. Domani Cremonini presenterà il piano di sviluppo per il 2014 e i conti del 2013 approvati ieri dal board. L'anno scorso i ricavi del gruppo sono saliti del 2,1% a quasi 3,5 miliardi, l'ebitda è salito del 7% a 258 milioni mentre il risultato netto è rimasto pressoché invariato a 32,7 milioni.

    Vincenzo CremoniniVincenzo Cremonini

    3. SOGIN, IL MISTERO (RISOLTO) DELLA PACIFIC EGRET
    Da ‘Il Corriere della Sera'

    (s.agn.) Era la notte del 3 marzo scorso e a La Spezia era già stata soprannominata «la nave dei misteri». La «Pacific Egret» è ora al largo di Charleston, vicina alle coste della Carolina del Sud, con il suo carico di venti chilogrammi circa di uranio e plutonio arricchito. Il «mistero» della folta presenza di forze dell'ordine nel cuore della notte a custodire le vie di transito per il porto militare della cittadina ligure aveva immediatamente sollevato sospetti, che non si erano placati (anzi) nemmeno dopo la generica ammissione della Prefettura locale che si trattava di un carico di «materiale fissile non irraggiato».

    ANTONIO MARIA MAROCCO E SERGIO CHIAMPARINOANTONIO MARIA MAROCCO E SERGIO CHIAMPARINO

    Ora, venti giorni dopo, la prima comunicazione ufficiale arriva addirittura dalla Casa Bianca, che loda la collaborazione congiunta tra l'Agenzia a stelle e strisce per la sicurezza nucleare (in particolare il programma «Global Threat Reduction Iniziative») e l'italiana Sogin. Entrambe, due anni fa, avevano pianificato di rimuovere del materiale «sensibile» - utilizzabile addirittura a fini terroristici per la costruzione di «bombe sporche» - dal territorio italiano giusto in tempo per il summit di ieri sulla sicurezza nucleare. Cosa che è accaduta nei giorni scorsi con la rimozione di uranio altamente arricchito e di plutonio dai siti Sogin di Saluggia, Casaccia e Trisaia e il trasporto a La Spezia.

    4. FONDAZIONE CRT, 42 MILIONI IN CASSA
    Da ‘Il Corriere della Sera'

    Chiude con un utile di 42 milioni il 2013 della Fondazione Crt, tra i principali azionisti di Unicredit (12 milioni nel 2012) e presieduta da Antonio Maria Marocco. Il patrimonio netto resta oltre i 2 miliardi di euro, mentre il totale degli investimenti (a valori di mercato) supera i 3 miliardi di euro. Le erogazioni per il territorio ammontano a oltre 41 milioni di euro, grazie anche all'utilizzo per 7 milioni di euro del fondo di stabilizzazione delle erogazioni (pari a circa 127 milioni di euro). Nel 2013 la Fondazione ha inoltre effettuato pagamenti inerenti all'attività istituzionale per oltre 74 milioni di euro.

    RODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOMRODOLFO DE BENEDETTI ALLA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGERO FOTO OLYCOM


    5. SORGENIA, LE BANCHE STUDIANO LETTERA AL CDA
    Da "Il Sole 24 Ore" - Si rivelerà solo una minaccia o le banche sono davvero pronte a prendere il controllo di Sorgenia senza Cir? Come riportato da Radiocor, lo scorso fine settimana i principali creditori del gruppo energetico, a fronte dello stallo sul negoziato, hanno nuovamente scritto alla holding della famiglia De Benedetti. Il passaggio saliente della lettera è quello in cui le banche (Mps, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bpm, Banco Popolare e Ubi) si riservano di inviare una proposta formale di ristrutturazione del debito al cda di Sorgenia che prescinde dal contributo di Cir e prevede una massiccia conversione di debito in azioni.

    Un'offerta che gli amministratori dell'azienda, vista l'attuale crisi di liquidità (seppur alleviata da alcuni interventi tampone) sarebbero tenuti a prendere in esame e che, al tempo stesso, metterebbe fuori gioco gli attuali soci. Nei prossimi giorni si vedrà se le banche passeranno dalle parole ai fatti o se, invece, torneranno a cercare un'intesa con Cir. (Ch.C.)

    RISANAMENTO, MARCHETTI IN CAMPO
    Da "Il Sole 24 Ore" - Nelle querelle legale contro Luigi Zunino Risanamento prova a calare l'asso. Stando a quanto si apprende da fonti bancarie, il gruppo immobiliare ha chiesto a Piergaetano Marchetti un parere sulla necessità di convocare, come richiesto dal Sistema Holding, l'assemblea per valutare la revisione dell'accordo di ristrutturazione ex art. 182 bis e l'azione di responsabilità verso il cda.

    Luigi zuninoLuigi zunino

    La decisione è stata presa dal board che si è riunito ieri per esaminare l'impugnativa presentata sempre dal Sistema Holding di Zunino contro la vendita del pacchetto immobiliare a Chelsfield, resosi disponibile ad attendere fino al prossimo 4 aprile, ossia dopo l'udienza in Tribunale del 28 marzo. Nel mentre, però, hanno rassegnato le dimissioni dal cda Risanamento Ciro Cornelli e Carlo Pavesi. I due consiglieri facevano parte, in qualità di indipendenti, della lista a suo tempo presentata dalle banche azioniste. In particolare, qualcuno li indica come riconducibili a Intesa Sanpaolo e al Banco Popolare. Entrambi non hanno mai condiviso il piano Chelsfield. E si dimettono ora, a un passo dall'esame del bilancio 2013. (L.G.)

    IDEA FIMIT ASPETTA I NUOVI VERTICI
    Da "Il Sole 24 Ore" - Il mondo dei fondi immobiliari è in attesa di novità ai vertici delle maggiori Sgr. Protagonista in questi giorni è IDea Fimit, la più grande società italiana di gestione di prodotti real estate controllata per il 64% circa da Dea Capital (gruppo De Agostini).

    Dopo una serie di consultazioni e un susseguirsi di voci di mercato sui nuovi vertici del gruppo oggi guidato da Massimo Brunelli (in lizza per trasferirsi a Finmeccanica), che hanno portato agli onori delle cronache prima Giancarlo Scotti (Generali real estate) e poi Marco Doglio (Fabrica Sgr) e Cesare Ferrero (Bnp Paribas Re) fino ad Alessandro Pasquarelli, amministratore delegato di Euromilano, è possibile invece che si vada verso una soluzione interna. Nella prossima assemblea degli azionisti prevista per il 10 aprile si potrebbero ufficializzare così i nomi dei nuovi vertici della società. (P.De.)

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    PER RETELIT BUONA LA SESTA
    Da "Il Sole 24 Ore" - Buona la sesta. Retelit, società di tlc quotata a Piazza Affari, alla fine ce l'ha fatta: per la prima volta nella sua storia ha rispettato i principali obiettivi previsti l'anno scorso nel piano industriale 2013-2017. Nel bilancio 2013 ha centrato le previsioni di produzione ed Ebitda, e (pur chiudendo con una perdita di 0,9 milioni) ha superato le attese sul risultato netto (che era previsto in calo di 1,2 milioni). Per Retelit è già un evento: mai, nella sua storia, aveva azzeccato mezza previsione.

    Negli ultimi sei anni il gruppo ha infatti varato sei piani industriali quadriennali: mai, se non ora con il sesto, aveva fatto seguire alle intenzioni anche i fatti. Mai aveva centrato gli obiettivi, anche parziali. E mai ha chiuso in utile. Ora Retelit, che ha una nuova squadra di azionisti e un nuovo management, sembra avere interrotto la lunga sfilata di passi falsi. E nel 2014 prossimo prevede di portare i conti un utile: chissà se dopo aver redatto sei piani industriali in sei anni, il gruppo di Tlc non abbia veramente imparato a farli...(My.L.)

     

     

     

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