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Zidane ha fatto 13, gli Invincibili non si battono, non c'è verso. Real Madrid campione d'Europa, ancora, una mas, terza volta consecutiva. Come l'Ajax e il Bayern dei Settanta. E se i blancos vanno avanti di questo passo, eguagliare la cinquina europea dei favolosi anni Cinquanta non è fantacalcio. A Kiev, un buon Liverpool tradito dallo sciagurato Karius s'arrende 3-1: Klopp buca un'altra finale dopo quella di Champions (Bayern-Borussia Dortmund) e quella di Europa League (Siviglia-Liverpool), ma davvero c'è poco che gli si possa rimproverare, a parte la scelta del portiere. Quando perdi perché gli avversari buttano in campo una "riserva" da 100 milioni di cartellino, che segna in rovesciata, c'è poco da fare.
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C'È BENZEMA — Partita comunque equilibrata, la finale in Ucraina. Incerta, combattuta. Il Real Madrid è lo stesso di Cardiff, con Benzema titolare invece di Bale, perché il partito di Cristiano diventa maggioranza assoluta nelle grandi occasioni e Zizou non vuole stare all'opposizione. Klopp, però, quella finale con la Juve l'ha vista e studiata. E così manda Henderson a ringhiare su Isco ogni volta che il 22 in maglia bianca arretra per andare a prendersi il pallone nella zona del trio delle meraviglie Modric-Casemiro-Kroos. Benzema sarà l'unico a mettere il pallone in rete prima dell'intervallo, ma Mazic annullerà per fuorigioco dopo l'incornata di CR7 sotto la marea rossa del tifo "scouser".
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AHI, SALAH — I primi 45 minuti, più che da qualche parata (bene Navas su Alexander-Arnold) e da alcune buone chiusure di Ramos e Varane su Firmino) e Mané, sono segnati da due drammi personali. Quello del rientrante Carvajal, che deve lasciare il posto a Nacho. E soprattutto, pochi minuti prima, quello di Salah. Il duello da Pallone d'oro con CR7, per l'egiziano, dura lo spazio di una mezz'ora. Poi cade colpito da Ramos, si rialza, si sdraia di nuovo e piange tutte le lacrime del Dnepr, il grande fiume che attraversa Kiev, mentre Lallana prende il suo posto.
KARIUS FOLLE — Come già era accaduto in Galles, il Madrid esce dagli spogliatoi con un altro piglio e trova il vantaggio. Ma è il Liverpool che improvvisamente viene colto da un'irrefrenabile voglia di farsi del male. Prima i Reds concedono con una carambola a Isco la palla-gol perfetta, ma il fuoriclasse spagnolo centra la traversa col destro. Poi Karius fa una cosa che nemmeno al torneo dell'oratorio e regala l'1-0 ai blancos, rinviando con le mani sul piede di Benzema un pallone innocuo. Klopp è impietrito, ma per sua fortuna il disagio di questa papera surreale durerà solo 5 minuti: corner per il Liverpool con Milner che chiede l'aiuto del suo pubblico, torre di Lovren e deviazione vincente di Mané. È l'1-1, si riparte da capo.
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BALE PAZZESCO — Fuori Isco, che carica un destro impreciso prima di lasciare il campo a Bale. Ed ecco che accade l'incredibile: trascorre una manciata di secondi e il gallese tocca il suo primo pallone in rovesciata, andando in cielo col prediletto sinistro sul cross di Marcelo, per un 2-1 che fa venir giù la parta bianca dell'Olimpiyskiy. Che gol. Ancora una "chilena", sì, per questa squadra extra-terrestre. Che gol, ragazzi. Finita? Macché. Palo di Mané al 70' con un rasoterra, i Reds ci credono ancora, hanno nove vite. Karius però gliele toglie tutte e nove, con la seconda idiozia della serata, una smanacciata mal riuscita che regala il 3-1 a Bale. Doppietta per il gallese, in serata di grazia, tra talento e buona sorte. Da lì, passando per un tentativo di invasione bloccato mentre CR7 cerca il poker del Madrid e la gloria personale, è solo "fiesta grande", per il popolo blanco. Il tredici porta fortuna. Anche a chi non ne ha bisogno.
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