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    "REALITI" DELLE POLEMICHE - LA REPLICA DEL NEOMELODICO NIKO PANDETTA ALLE ACCUSE DOPO IL PROGRAMMA: “MAI OFFESO LA MEMORIA DI FALCONE E BORSELLINO” - SULLO ZIO BOSS AL ‘41 BIS’: “MAI AVALLATO LE GESTA, HO SOLO ESTERNATO LA MIA RICONOSCENZA NEI SUOI CONFRONTI PER AVERMI CRESCIUTO COME UN FIGLIO, NON AVENDO IO UN PADRE” - SALVATORE BORSELLINO: “CERCA SOLO VISIBILITÀ. LA TV DI STATO NON DOVREBBE DARE VISIBILITÀ A UN MENTECATTO DEL GENERE” - VIDEO


     
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    Comunicato stampa

     

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    Niko Pandetta, cantante neo – melodico di origini calabresi, coinvolto nelle polemiche successive al programma “Realiti” andato in onda il 5 giugno su Rai 2, dichiara quanto segue: “Mi rammarica essere protagonista di questa triste vicenda artificiosamente costruita intorno a me. Ritengo che questa mia replica sia doverosa, per mia moglie Federica e per mia figlia Sofia - alla quale, da padre, voglio trasmettere un buon esempio -, e per i miei fan.  Premetto che non ho mai, e dico mai, pensato di reclamizzare la criminalità e che le mie esternazioni sono sempre state ironiche, magari maldestre…

    giovanni falcone e paolo borsellino giovanni falcone e paolo borsellino

     

    Mi riferisco nello specifico all’espressione, oggi strumento di tante polemiche, “io le pistole le ho d’oro”: è vero, potevo risparmiarmi questa battura di cattivo gusto che mi si è ritorta contro. Ci tengo a precisare che non ho mai offeso la memoria di Falcone e Borsellino, illustrissimi personaggi che non ho mai nominato.  Ripeto, non posso assolutamente accettare che mi siano attribuite determinate colpe: insultare la memoria dei giudici Falcone e Borsellino significa offendere tutti coloro che sono stati coinvolti nella strage di Capaci, oggi sono un umilissimo cittadino italiano rispettoso del genere umano, incapace di compiere atti deplorevoli di tale entità!”.

     

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    “Altra importante precisazione: non ho mai parlato di mio zio Turi avallandone le gesta – continua il cantante - , ho solo esternato l’affetto incondizionato che provo per lui, la mia riconoscenza nei suoi confronti per avermi cresciuto come un figlio, non avendo io un padre. Mai sono entrato nel merito delle azioni di mio zio, semplicemente l’amore che provo per lui non è condizionato dalle sue gesta. Ho dichiarato di non essere pentito del mio passato e considero questa mia affermazione onesta. Infatti la domanda rivoltami non era “rifaresti gli errori del passato?”, alla quale ovviamente avrei risposto di no; intendevo semplicemente dire che, rapportandomi all’età del tempo, non mi sono mai pentito di aver vissuto male la mia vita, e che sono felice e soddisfatto di averla cambiata”.

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    “Per chiarezza vi racconto tutto ciò che è accaduto – dice Niko -: fui contatto per partecipare al programma di Rai 2 “Realiti - siamo tutti protagonisti”. Ho annullato due miei impegni lavorativi pur di prenderne parte: conservo ancora i biglietti dei voli aerei che mi furono inviati per essere presente (erano due, uno per me e uno per il mio manager). 

     

    Senza motivazioni o spiegazioni plausibili, fu annullata la mia partecipazione al programma, ma fu trasmesso un servizio che mi riguardava. Nel corso di tale trasmissione, ove a questo punto mi vien da pensare che ero stato volutamente estromesso, il consigliere Francesco Emilio Borrelli Borrelli ha offeso e insultato me e la mia famiglia.

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    Sono dell’opinione che non tocca ai politici giudicare le persone (utilizzando in maniera indiscriminata termini pesanti, offensivi), esistono i tribunali deputati a fare ciò. Io infatti sono stato giudicato e condannato, e ho scontato la pena inflittami. E’ evidente che questi politici (e il consigliere Borrelli è tra questi) ignorano le funzioni del carcere, ovvero la rieducazione e la reintegrazione in società di chi si è soggetto alla pena detentiva. Io non rimpiango il mio passato, perché grazie al mio passato e alla detenzione oggi sono un uomo diverso, che non potrebbe esistere se non fosse esistito il Niko di un tempo.

     

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    Nessuno racconta della vita nelle carceri, della durezza della pena, delle capacità di affrontarla, del desiderio di farcela e della felicità di avercela fatta. Mi dispiace appurare che i rappresentanti della nostra Patria non sono in grado di pensare a noi ex detenuti come persone che ce l’hanno fatta, persone forti perché hanno affrontato un duro periodo di detenzione, e che ora possono mettere a disposizione della società questa loro esperienza per concretizzare qualcosa di buono, facendo del proprio passato non un vanto ma un punto di partenza. Ne deduco che chi governa questo paese non è disposto a dare una seconda possibilità ai detenuti perché non crede nel corretto funzionamento del sistema carcerario italiano, che però – guarda caso – è regolato dal Governo. E’, insomma, un cane che si morde la coda!”

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    NEOMELODICO INSULTA FALCONE E BORSELLINO, SALVATORE BORSELLINO

    Da www.radiocusanocampus.it

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    Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

     

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    Sulle parole di un cantante neomelodico contro Falcone e Borsellino durante la trasmissione ‘Realiti’ su Rai Due. “Il problema non è tanto che questo mentecatto abbia detto queste parole perché da lui non ci si poteva aspettare altro –ha affermato Borsellino-. Il problema è invitare questo mentecatto, farlo sedere sul trono. Queste persone cercano visibilità e dargli visibilità è sbagliato. La tv di Stato non dovrebbe dare visibilità a un mentecatto del genere che cerca solo visibilità. I ragazzi sono disposti a picchiare la propria madre o la propria nonna pur di finire sui giornali o in tv.

     

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    La Rai dopo aver sbagliato ha chiesto scusa, il programma è stato declassato in seconda serata, è stata tolta la diretta per fare in modo che non possano più accadere cose del genere. Però quando Vespa ha invitato il figlio di Riina, in quel caso non è stato preso alcun provvedimento. Anche quello è stato grave. Perché non si dà visibilità ai ragazzi delle scuole dove vado a parlare e che mi ascoltano per ore quando parlo di mio fratello?

     

    Nel mondo di oggi contano solo i like e dare visibilità a certi mentecatti non è giusto. Il nostro è un Paese in cui le persone si riuniscono per dare solidarietà a una persona che ha sparato alle spalle a un ladro che stava scappando. In un Paese in cui un ministro passa il tempo a farsi i selfie e a dire che la visibilità è l’unica cosa importante, non ci si può aspettare gran che”.

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