Gianluca Oddenino per “la Stampa”
antonio conte e massimiliano allegri
Il passato non si dimentica e a volte si può anche rivendicare. Soprattutto se da allenatore hai fatto vincere tre scudetti di fila alla tua squadra del cuore, stabilendo record su record, e ora ti trovi nella scomoda posizione del coniuge divorziato. Antonio Conte non è uomo di diplomazia e così, dopo aver subìto il boicottaggio degli stage ed essersi bruciato nella fredda visita a Vinovo quaranta giorni fa, ieri si è tolto dalla scarpa un bel sassolino.
conte allegri
Il tempo di ritirare la Panchina d’oro per aver vinto lo scudetto dei record con 102 punti e l’attuale ct azzurro si è sfogato. A modo suo, senza reticenze e senza mai citare il vero bersaglio. Forse perché Massimiliano Allegri, l’uomo che ha dovuto prendere improvvisamente la sua eredità lo scorso luglio e autentico convitato di pietra alla cerimonia di Coverciano, ieri non era fisicamente presente. Il tecnico bianconero ha scampato il confronto diretto con Conte, grazie alla concomitanza di Juve-Sassuolo, ma non quello verbale. «Questo è un campionato poco combattuto – sentenzia l’allenatore della Nazionale – e credevo potesse esserlo di più, pensando alle qualità di Roma e Napoli. Invece non è così».
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Stesse parole di Capello
Siamo ai livelli della serie A «poco allenante», come usava ripetere Fabio Capello (tra l’altro eguagliato dal ct azzurro per numero di panchine d’oro) facendo infuriare proprio Conte, capace di vincere tre tornei di fila. «La Juve è forte – analizza l’allenatore azzurro - e sta meritando il primo posto: ha dimostrato di avere qualcosa in più a livello di gioco, a livello tattico e di personalità. Eppoi la Juve è più abituata a vincere e giustamente finora non ha mollato niente». Un complimento che sembra quasi richiamare il suo lascito e non a caso, quando qualcuno gli chiede dove sarebbe questa squadra se avesse l’antica cattiveria, Conte sorride e aggiunge: «Avesse anche quella adesso la squadra bianconera avrebbe 20 punti di vantaggio».
IL GOL ANNULLATO A MUNTARI IN MILAN JUVENTUS
Ruggini
Che i rapporti tra Conte e Allegri non fossero proprio idilliaci era cosa nota fin dai tempi del duello Juve-Milan per lo scudetto, fino all’apice del gol di Muntari. Il percorso bianconero dell’allenatore livornese, con la squadra in lotta per i quarti di Champions, la finale di Coppa Italia e prima solitaria in campionato, ha però acuito i risentimenti. «Se nel quarto scudetto ci sarà un po’ della mia eredità? Io ho vinto gli ultimi tre in modo entusiasmante – ha sottolineato Conte - ed è un ricordo bellissimo che mi porterò sempre dentro. L’ultimo campionato, poi, resterà negli annali: abbiamo fatto 102 punti, qualcosa davvero di storico. Adesso ho intrapreso questa strada con l’Italia e cercherò di fare del mio meglio, di dare orgoglio, passione ed entusiasmo anche ai nostri tifosi».
ANTONIO CONTE CON GLI OCCHIALI LA FACCIA DI ALLEGRI MENTRE PARLA BARBARA BERLUSCONI allegri gloria patrizi 4 allegri