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    ZERO IN CONDOTTA - RENATO ZERO: “COME ME NON C’È NESSUNO, VEDO TANTI SOSIA MA NESSUN EREDE. I RAPPER SANNO RACCONTARE LA CONTEMPORANEITÀ. MA IN FUTURO LE LORO CANZONI CONSERVERANNO LO STESSO INTERESSE? A VOLTE VIENE DA RIMPIANGERE CALIFANO. IL REFERENDUM? NON SI PUÒ CHIEDERE ALL’ELETTORATO DI VALUTARE QUALI SIANO LE REGOLE MIGLIORI PER GOVERNARE”


     
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    renato zero renato zero

    Laura Martellini per il “Corriere della Sera - Edizione Roma”

     

    Renato Zero arriva nella sua Roma al Palalottomatica per sei date di «Alt in tour», martedì, mercoledì, venerdì e sabato (sold out) e il 13 e 14 dicembre. Proprio ieri è uscito «Arenà-Renato Zero si racconta», il doppio cd più un dvd con il meglio dei tre concerti-evento all' arena di Verona di giugno. Collaborazioni da Emma, Elisa e Renga, come per «Alt» erano intervenuti da Valentina Parisse a Vincenzo Incenzo. «I migliori anni della nostra vita» cantava nel '95. Sono passati più di vent' anni. Non cambia l' entusiasmo. «Sessant' anni? Tre volte 20» minimizza.

     

    «Arenà», quasi un bilancio.

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    «Ogni tanto mi piace fare il punto delle mie esperienze live. Ho aggiunto un inedito, Non dimenticarti di me. Un omaggio alla militanza, al pubblico che per seguire le mie nefandezze s' è messo in viaggio per l' Italia. Le ragazze con sacco a pelo e pagnottelle e tanta voglia di identificarsi. Poi i genitori se le venivano a riprendere, ma di una cosa vado fiero: aver sempre fatto tornare a casa tutti con un nuovo entusiasmo».

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    Anche oggi, lo stesso.

    «Adesso però non è più una fuitina , Renato si raggiunge senza difficoltà, mamme, figlie, figlie delle figlie...È un esodo familiare».

     

    Come Renato Zero, chi?

    «Mah, vedo tanti sosia - ride -. Eredi no. Una parte dell' odierno cantautorato è leggera, carezzevole, guarda alle vendite. Per me è fondamentale saper parlare alla gente, ciò che hanno fatto, in maniera colta ed elegante, nomi come De Gregori, De André, Paoli, Endrigo, Tenco, Bindi. Artisti che non temono i cambiamenti delle stagioni. Il Cielo è ancora un urlo forte! I rapper sanno raccontare la contemporaneità. Ma in futuro le loro canzoni conserveranno lo stesso interesse?».

     

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    Il segreto dell'«immortalità».

    «L' anima va lubrificata, come fosse un ingranaggio. Le canzoni sono lirica e poesia. Se subentra la ruggine è finita. A volte viene da rimpiangere Califano».

     

    Vede poesia, in questi tempi?

    «Raccapricciante come la cultura e la sanità vengano lasciate fuori dalla porta. Serve un medico dell'anima. Dolcezza contro violenza. Sembra quasi ci sia un disegno per mantenere la gente ignorante, in maniera che le malefatte facciano meno attrito. Ma io dico ai giovani: amate la conoscenza, siate curiosi, andate all' estero a lavare i piatti per poche sterline a settimana, così imparate l' inglese e tornate più forti. Stare a casa da mamma è comodo. Ma non si cresce».

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    Veniamo a Roma: dopo Bologna, Torino, Pesaro.

    «A Pesaro c'era la casa di mio padre. Non mi basta promuovere le canzoni. Per me ogni tappa è una cartina tornasole per capire come cambiano i centri italiani, e il modo in cui Renato viene guardato, e accolto. Nella mia città un' emozione in più».

     

    Roma, com' è cambiata?

    «Vedo anch'io il degrado, ma mi domando: il governo ha preso qui la sua residenza, e accetta tutto questo? Una volta era casa nostra, adesso è la casa dei ministeri. E allora non dipende dai romani renderla bella e farne la vera capitale d' Italia, e del mondo. Anche perché i romani già hanno i loro problemi. Lo scopo di molti è arrivare alla fine del mese.

    D'accordo con le campagne per la differenziata, ma c'è chi al cassonetto ci arriva per piluccare i resti di banana».

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    Voterà al prossimo referendum?

    «Sì che ci vado alle urne, e voterò bene. Sono una persona equa. Ma ho qualche riserva: il referendum è uno strumento ottimo per quesiti specifici, come l'aborto. Ma non si può chiedere all' elettorato di valutare quali siano le regole migliori per governare».

     

    Sembra «politicamente» sfiduciato.

    «Il problema è che ogni volta ci si reca al seggio con in tasca menu preconfezionati, facce e situazioni di cui non sappiamo nulla. Abbiamo concesso alle persone di barricarsi dietro ai simboli dei partiti, ma vengono prima gli uomini, secondo me. Dammi un candidato apprezzabile, e te lo fornisco io che pago le tasse, un partito! Organizzare le gite a Ostia in pullman non è una buona strada per far crescere l' elettorato. E ho l' impressione che certi agglomerati si formino solo per fare da salvagente a privilegi che durano tutta la vita».

     

    Torniamo alla musica: «Alt», l' ultimo album protagonista di questo tour.

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    «È il disco in cui faccio i conti con il presente, dopo aver guardato al passato, e al futuro. La dimostrazione che si può fare poesia lanciando la rivoluzione».

     

    Ne abbiamo già parlato, gli eredi..

    «Vedo tanti, ma arrivo alla fine della giornata e ci sono solamente io».

     

    Ospiti a Roma?

    «Sarà una sorpresa».

     

    C'è chi ha detto «basta», come Fossati.

    «Si cresce anche a 60 anni. Non sento il desiderio di sedermi. E non sono stato aggredito dalle rughe. Ho voglia di saltellare ed essere preso da una sana stanchezza».

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