matteo renzi
"Renzi? Mi colpisce molto che un senatore prenda soldi da enti pubblici di uno Stato estero, ma lo risolveremo con una legge sul conflitto di interesse. Mi ha colpito poi che un pagamento arrivi da parte di uno dei Benetton proprio mentre noi ci battevamo contro la concessione di autostrade.
Mi chiedo con che stato d'animo Italia Viva possa aver approcciato alla cosa". Giuseppe Conte contro Matteo Renzi. Il presidente del Movimento 5 Stelle ha rilanciato una proposta di legge per vietare ai parlamentari esponenti del governo di prendere soldi oltre un certo limite da Stati o società estere. Il nuovo attacco è avvenuto durante la trasmissione di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. Una proposta di legge è già stata depositata dal M5S alla Camera.
conte a otto e mezzo
La replica di Renzi non si è fatta attendere: "L'ex premier Giuseppe Conte attacca con violenza me e Italia Viva sulla revoca delle Autostrade. Sostiene che per la mia attività di speaker con alcuni fondi di investimento - tra cui 21 Invest - non avrei giudicato in serenità l'operato del Governo.
L'illazione è squallida e dimostra come ormai Conte sia un uomo dominato dal rancore - scrive il leader di Iv in un post - Le sue frasi sono false come sarebbe facile dimostrare se solo accettasse un confronto tv cosa che ha paura di fare, dice che non si confronta con me perchè io non ho consenso e poi mi attacca senza contraddittorio: se solo non fosse ridicolo, farebbe tenerezza. Voglio che resti agli atti la verità.
La revoca delle concessioni autostradali è figlia di una cultura populista e demagogica che ha portato il contribuente italiano a regalare circa 8 miliardi alla società dei Benetton. I Benetton non hanno pagato: hanno incassato, grazie a Conte e al suo populismo".
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Continua ancora Renzi sui social: "Italia Viva si è schierata contro - praticamente da sola - e sono grato a Teresa Bellanova e Elena Bonetti per aver avuto il coraggio di smarcarsi dal voto in Consiglio dei Ministri. Ci siamo schierati contro perchè Conte stava facendo un regalo al concessionario mascherato con il populismo di chi non pensa alla realtà ma solo ai like sui social. Questa è la verità. E sono pronto a dimostrarla, numeri alla mano, in qualsiasi dibattito pubblico Conte accetti di fare da qui alle elezioni".
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Ieri sera Conte ha spiegato: "Noi da quando è caduto il Ponte Morandi ci battevamo, per onorare le 43 vittime e tutelare la sicurezza dei cittadini, per revocare la concessione. Vengo a scoprire che un senatore, leader di una delle forze di maggioranza, che hanno dichiarato che stavamo calpestando lo Stato di diritto, perchè tutelavamo per la prima volta gli interessi dello Stato, prendeva contemporaneamente, nel 2019, quando si sarebbe dovuto pronunciare in Consiglio dei ministri con i suoi ministri, sull'annullamento di quella concessione. Ditemi voi in che stato d'animo Italia viva avrebbe approcciato questa valutazione in Consiglio dei ministri".
Renzi non ci sta. "Su di me e sull'indagine Open, l'avvocato grillino ha detto falsità. Non so se per ignoranza giuridica o per malafede politica. O per entrambe. Quando ho visto il video di Conte, nervoso, agitato, visibilmente provato dalla rabbia per aver dovuto lasciare palazzo Chigi ho ripensato a un anno fa. Un anno fa quello stesso uomo che ieri rosicava in diretta tv su La7, era sorridente a Palazzo Chigi a ordinare banchi a rotelle, tra mascherine al 5% e ventilatori cinesi mal funzionanti.
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Entrava nelle case la sera per parlarci dei nostri affetti stabili e di cosa avevano deciso con Arcuri. Potremo dire ai nostri nipoti che in uno dei momenti più difficili della storia repubblicana un gruppo di parlamentari ha avuto il coraggio di sfidare l'opinione comune, mandando a casa un premier non all'altezza come Conte e creando le condizioni per l'arrivo di Draghi.
Da allora non ci sono più le Azzolina, i Bonafede, i Casalino, l'abc del populismo. Ma c'è il governo Draghi e l'Italia ha recuperato prestigio - conclude Renzi - Conte può insultarmi, può mentire, può fare illazioni. Ma non può cambiare la storia: noi lo abbiamo mandato a casa perchè non era capace. E di questa scelta sono e sarò sempre orgoglioso".
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