Monica Guerzoni per il Corriere della Sera
RENZI E BERSANI
«Il ballottaggio? Dava garanzia di vittoria... Però a me va bene qualsiasi legge, che non sia quella schifezza del Porcellum». Il timbro di Matteo Renzi arriva a sera da Padova, dopo che a Montecitorio la commissione presieduta da Lorenzo Guerini ha sfornato una bozza di documento, con il quale il Pd si impegna a modificare l' Italicum.
E proprio nella direzione indicata dalla sinistra del partito. Ma quella che per i renziani è una ghiotta pietanza servita su un piatto d' argento, per i bersaniani è un boccone indigeribile, cucinato fuori tempo massimo.
Tre i punti fermi del nuovo sistema, con cui i dirigenti dem si impegnano a dar vita a un Italicum 2.0. Il nuovo modello dovrà garantire governabilità e rappresentanza, anche rinunciando al ballottaggio. Il premio andrà alla coalizione invece che alla lista e i deputati saranno eletti con i collegi, non più con le preferenze. Sempre che la bozza diventi un disegno di legge e, dopo il referendum, trovi una maggioranza disposta ad approvarla.
BERSANI LETTA RENZI
Adesso la patata rovente è nelle mani di Cuperlo, che si è preso del tempo per decidere se il suo «Nì» al referendum può diventare un Sì: «Mi sono riservato un giudizio politico e di merito sul testo e lo sottoporrò alla valutazione delle minoranze, in tempi rapidi». Il problema è che Bersani e Speranza hanno già deciso di bocciare la riforma. Per loro il documento di Guerini, Rosato, Zanda, Orfini e Cuperlo è solo «una dichiarazione d' intenti» e continueranno a fare campagna per il No. I renziani aspettano la risposta ufficiale della sinistra, ma non si fanno illusioni. E un dirigente vicino al premier la mette così: «Bersani per tutto il giorno ha sparato contro Renzi, sperando di far saltare il tavolo».
IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI
Lo strappo dei compagni non può che mettere in imbarazzo Cuperlo, che ha lealmente tentato di rimettere assieme i cocci del Pd. Bersani lo ha bacchettato per il selfie in piazza del Popolo con la Boschi («si poteva evitare»), ma gli ha riconosciuto di aver lavorato «con generosità». L' ex segretario darà un' occhiata al testo perché «i miracoli possono sempre avvenire», però il suo stato d' animo dice tutto: «Non sono ottimista».
matteo richetti
E stasera a Firenze apre i battenti la settima Leopolda, all' insegna del Sì. Sul palco, con Renzi, ci sarà Matteo Richetti. La rentrée sulla scena di un fedelissimo, che ha scontato anni di solitudine politica, rivela la volontà di puntellare il Pd (e il renzismo) con un ritorno simbolico alle origini.
«Matteo mi ha chiesto di aprire e io ho accettato. Per il terremoto, perché il referendum è un passaggio complicato e perché il rischio è la vittoria di una maggioranza silenziosa che sa solo denunciare, indignarsi e provare rancore». Se non ci saranno i grandi nomi di un tempo, da Baricco a Zingales, c' è chi spera nell' apparizione a sorpresa di Benigni. E l' industriale Brunello Cucinelli parlerà di come Norcia può rinascere.
Renzi continua il tour per smontare le ragioni del No. La riforma è voluta da Jp Morgan?
«Ma no, che c' azzecca?». Il Sì ci consegna alla Troika? «Questa è la più divertente...». E il referendum slitterà? Qui il segretario lo dice in romanesco: « Ma de che ?».
Oltre al niet «salvo miracoli» dei bersaniani, ieri Renzi ha incassato la risposta sferzante con cui Grillo gli ha negato il duello tv: «Se mi vuoi mi trovi in piazza, in mezzo alla gente, non quelli che ti porti dietro come un venditore di vasellame». E se il capo del governo lo accusa di scappare, il comico risponde con le sue frustate ironiche: «La tua retorica lattante non è per me e non serve al Paese» .
grillo intervistato da rt renzi porta a porta