Lorenzo Salvia per www.corriere.it
Le misure della manovra
Le agevolazioni fiscali garantite solo in caso di pagamenti tracciabili. Una revisione delle aliquote Iva, che però non pesi sui prodotti di largo consumo. A poche ore dall’approvazione della nota di aggiornamento al Def, proseguono i lavori sulla legge di Bilancio, che arriverà a metà ottobre. Si delinea meglio il meccanismo del cashback, che comporterebbe un risparmio per chi paga con carta di credito e bancomat, e un rincaro per chi sceglie i contanti. Mentre sul tavolo c’è una nuova ipotesi di stretta per Quota 100. che potrebbe garantire nuovi risparmi e quindi nuovi fondi. Ancora da definire come si taglierà il cuneo fiscale, le tasse sul lavoro. Molto dipende dal deficit: si cerca di ottenere qualcosa in più rispetto al 2,1% ipotizzato finora
renzi un governo per evitare l aumento iva
Il cashback: al ristorante con la carta, l’aliquota scende al 9%
È stato affinato il meccanismo per scoraggiare l’uso del contante in modo da far emergere l’ evasione fiscale. Si dovrebbe intervenire sull’aliquota Iva oggi al 10%, quella più comune e che si applica ad esempio ai ristoranti. Sembra esclusa quella al 22%, già alta. E anche quella al 4%, considerata residuale e con un valore sociale. Dovrebbe funzionare così: chi decide di pagare in contanti versa un’Iva più alta, l’ipotesi è di portarla al 12%. Chi invece salda con carta di credito o bancomat alla cassa paga sempre un’Iva del 12%.
Ma nell’estratto conto dello stesso mese o del mese successivo, il meccanismo si chiama cash back ed è ancora in fase di studio, se ne vede restituire il 3%. Quindi, a conti fatti, chi rinuncia al contante paga un’Iva più bassa di un punto percentuale rispetto a quella di oggi. Le percentuali sono ancora da definire. Ma il vincolo politico è che lo sconto per chi sceglie il pagamento elettronico sia più alto dell’aumento per chi invece preferisce il contante. Lo Stato ci dovrebbe comunque guadagnare, perché l’incentivo al pagamento elettronico dovrebbe far emergere una bella fetta di evasione fiscale.
Pensioni: chi si ritira in anticipo non può più arrotondare
RENZI PARTITE IVA
C’è una nuova ipotesi sul tavolo per modificare Quota 100, il meccanismo introdotto dal governo gialloverde che consente di andare in pensione quando a fare 100 è la somma tra età anagrafica e anni di contributi. Oggi chi sceglie questa strada può arrotondare la pensione con una seconda attività, a patto di non incassare più di 5 mila euro lordi l’anno. L’idea è di portare a zero questa soglia: chi uscirebbe con Quota 100 non potrebbe quindi più arrotondare l’assegno in nessun modo. Sarebbe un disincentivo forte, che avrebbe il ragionevole effetto di ridurre il numero delle domande che già quest’anno sono state inferiori alle attese.
Una decisione non è stata ancora presa ma l’ipotesi è sul tavolo. E, rispetto alle misure di cui si è parlato finora, si tratta di una new entry. Se si dovesse procedere, il «divieto di arrotondamento» dovrebbe scattare non l’anno prossimo ma nel 2021, ultimo anno in cui Quota 100 sarà utilizzabile. Non tutti sono convinti, però: una stretta su Quota 100 alzerebbe comunque la palla per l’opposizione, già pronta a parlare di «ritorno alla Fornero». Resta il fatto che il divieto porterebbe nuove risorse da usare per altre misure.
IVA TASSA
I trasporti: buono mobilità a 1.500 euro per le rottamazioni auto
Chi rottama entro la fine del 2021 una autovettura Euro 4 o più inquinante avrà diritto a un «buono mobilità» da 1.500 euro. Il bonus potrà essere utilizzato, entro i tre anni successivi alla rottamazione, per acquistare un abbonamento al trasporto pubblico o a servizi di sharing mobility, a patto che i veicoli in affitto condiviso siano elettrici o a basse emissioni. Il bonus sarà esentasse e potrà essere anche girato al convivente. Ma ci sono delle limitazioni.
La misura riguarda solo chi è residente nei comuni più colpiti dall’inquinamento, quelli che hanno portato alla procedura europa d’infrazione sulle polveri sottili. E il bonus sarà assegnato solo a patto che ci siano ancora fondi disponibili: per il 2019 vengono stanziati 5 milioni. Per il 2020 100 milioni, così come nel 2021. Dovrebbero bastare in tutto per 136 mila persone. La misura dovrebbe entrare nel decreto Ambiente che in sostanza anticipa un pezzo della manovra vera e propria. Rispetto agli annunci delle settimane scorse, però, dovrebbero saltare la tassa sulla plastica degli imballaggi, e gli sconti fiscali sull’acquisto di detergenti, saponi e prodotti per la casa «alla spina».
Il lavoro:_ buste paga, meno prelievi da subito per i nuovi assunti
Potrebbe avere due canali il taglio del cuneo fiscale, la riduzione delle tasse e dei contributi sul lavoro allo studio del governo per far salire le buste paga nette dei lavoratori dipendenti. L’intervento potrebbe riguardare chi oggi un lavoro gia ce l’ha, con una soglia massima di reddito pari a 26 mila euro. E potrebbe essere rafforzato con un taglio più consistente, e quindi con un aumento più corposo del salario netto, per i nuovi assunti. Sarebbe un modo per sostenere le buste paga dei lavoratori più giovani. Ma il tutto si scontra con il nodo delle risorse disponibili.
NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI
L’ambizione è mettere sul piatto 5 miliardi di euro, che dovrebbero bastare per un incremento del salario netto fino a 1.500 euro l’anno, tenendo fermo il reddito massimo a 26 mila euro. Il taglio del cuneo per i nuovi assunti ha per lo Stato un costo praticamente pari a zero, perché si tratta di risorse aggiuntive e quindi dal punto di vista dei conti pubblici non è problematico. Ma non è detto che si riesca ad arrivare ai 5 miliardi ipotizzati. Per questo c’è anche un piano B: un taglio forte e immediato per i nuovi assunti e un taglio graduale negli anni per chi ha già un contratto