Goffredo Bettini su Facebook
Ci sono momenti nei quali la politica ha una sua invincibile evidenza.
Oggi è chiaro a tutti, tranne ai fanatici, che la condotta di Renzi pone problemi acutissimi al campo democratico e al governo Conte.
Non vado ai dettagli.
matteo renzi 14
Piuttosto mi rammarico che Italia Viva, potenzialmente utilissima per allargare il centrosinistra, sta diventando uno strumento della destra per picconarlo e screditarlo.
Eppure tale rammarico non deve trasformarsi in una eccessiva preoccupazione. Renzi è una tigre di carta.
Il suo tentativo di creare un terzo polo sta naufragando così rapidamente da renderlo prigioniero di un attivismo autodistruttivo. Così come, la scelta di passare all'altro campo non convincerebbe la stragrande maggioranza dei suoi elettori.
Tuttavia egli può fare ancora danni, rendendo instabile l'azione dell'esecutivo Conte, già impegnato per conto suo su una trincea difficile e in una azione positiva, ma ancora non sufficiente, per fronteggiare la decadenza complessiva della Repubblica.
Quanta pazienza si può avere ancora con il fiorentino?
Bettini e Zingaretti
Difficile dirlo. I margini, comunque, sono molto risicati.
Ecco perché consiglio, in attesa di scelte più sagge di Italia Viva, di preparare al più presto scenari alternativi.
Dopo Conte non c'è per il Pd un altro governo.
Se Renzi vuole farlo, lo deve fare con Salvini e la Meloni.
C'è invece la possibilità, certamente allo stato attuale tutta da costruire, di sostituire Italia Viva con parlamentari democratici (in quanto non sovranisti, illiberali e autoritari) pronti a collaborare con Conte fino alla fine della legislatura. Penso anche che, in questo scenario, nel Parlamento si aprirebbe una riflessione perfino nel gruppo renziano.
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Si deve lavorare subito, dunque, per allargare la maggioranza che sostiene il premier rendendo scarica la minaccia della crisi.
In secondo luogo è utile serrare le fila già da oggi per una vasta e variegata alleanza di progresso. Pronta a presentarsi unita alle prossime elezioni politiche.
Il Pd non è più isolato come nelle elezioni politiche del 2018, che lo videro tracrollare al 18%.
Oggi è più robusto e cresce, il suo segretario Zingaretti sale nei consensi, ed è un punto di riferimento per tutta la maggioranza, c'è una sinistra più di "movimento" pronta ad assumersi le sue responsabilità; c'è Conte che da tecnico è diventato a tutti gli effetti un politico, in grado di rappresentare tanta parte dei 5Stelle e anche tanti liberali, repubblicani, laici e cattolici senza patria o delusi dal fallimento di IV; ci sono le sardine che certamente faranno sentire la loro voce anche da un punto di vista elettorale.
Usciamo, quindi, dal battibecco quotidiano e iniziamo a costruire questi scenari da subito, da far vivere nella nostra azione, nel nostro stato d'animo, nella nostra strategia po
giuseppe conte nicola zingaretti 1 roberto giachetti e goffredo bettini (1)