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    LO SFATTO DEL NAZARENO - RENZI INCASSA LA LEGGE ANTI-CORRUZIONE, E MANDA UN MESSAGGIO AL BANANA: TU MI MOLLI SULLE RIFORME, IO TI BASTONO SULLA GIUSTIZIA - PROBLEMINO: IERI LA MAGGIORANZA AL SENATO ERA DI 3 VOTI. COME PRODI AI TEMPI DI MASTELLA...


     
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    Ugo Magri per “la Stampa

     

    matteo renzi e berlusconi 0aa87941 matteo renzi e berlusconi 0aa87941

    Chissà se ai tempi del Nazareno, quando Renzi e Berlusconi procedevano di conserva, la legge anti-corruzione sarebbe arrivata in porto al Senato nella sua versione attuale. Che comunque si voglia giudicarla (ancora troppo timida a sentire i grillini, esageratamente severa nell’opinione di alcuni ambienti industriali), segna un netto cambio di passo rispetto alla normativa vigente.

     

    Ma soprattutto va incontro alle aspettative dell’Europa dove con sgomento, ancora pochi giorni fa, era stato letto lo studio di Transparency International, secondo cui la corruzione percepita in Italia sfiora nientemeno il 90 per cento, la più alta tra tutti i Paesi dell’occidente industrializzato. Magari il premier ce l’avrebbe fatta ugualmente a far passare la legge, e l’ex Cavaliere si sarebbe piegato come tante volte gli era capitato. Tuttavia avremmo percepito un gran lavoro di lima dietro le quinte per smussare gli spigoli, anche semplicemente per dare a Forza Italia un contentino politico. E alla fine qualche piccola o grande concessione al centrodestra sarebbe risultata inevitabile.

    BERLUSCONI VS RENZI BY GIANNELLI BERLUSCONI VS RENZI BY GIANNELLI

     

    Così non è stato. Da quando il famoso patto è andato in briciole, e Berlusconi ha scelto la strada di un’opposizione rancorosa a 360 gradi, Renzi di sicuro ha perso un partner per le riforme della Costituzione e della legge elettorale. Nello stesso tempo, però, ha riconquistato in pieno la sua libertà di azione su terreni non meno importanti, specie quelli che attengono all’etica pubblica. Le nuove norme sul falso in bilancio sono, sotto questo aspetto, le più emblematiche.

     

    Viene ripristinato con rigore un reato che proprio Berlusconi aveva provveduto a depenalizzare. E non lo aveva cancellato soltanto per liberare i manager dalla paura paralizzante di finire dietro le sbarre (tesi che venne sostenuta all’epoca), ma pure per ragioni che meglio si compresero quando, correva l’anno 2008, l’allora premier venne prosciolto nel processo Sme proprio in quanto falsificare i bilanci non era più perseguibile sul piano penale. Insomma: una normativa «ad personam». E una ferita inflitta all’immagine dell’Italia.

    RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA RENZI BERLUSCONI MONTEZEMOLO AL TEATRO REGIO DI PARMA

     

    Il presidente del Consiglio ha confermato la sua solita propensione all’azzardo. Basti dire che la normativa sul falso è passata a Palazzo Madama per soli 3 voti. Le opposizioni si sono tutte quante coalizzate e ancora una volta è venuta a galla la fragilità di questa maggioranza in Senato. Governare in queste condizioni comporterà in futuro parecchie acrobazie. E tuttavia va dato atto al premier che, invece di rimangiarsi la riforma come altri avrebbero fatto, ha preferito correre il rischio della bocciatura parlamentare e dell’inevitabile sconquasso che ne sarebbe derivato. Gli è andata bene per un pelo. Non a caso dopo il voto Renzi twittava felice: «E’ la volta buona!».

    VIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONI VIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONI

     

    Da Berlusconi, invece, nessun commento. Per un verso avrà alzato le spalle, visto che sul falso in bilancio si è già messo al sicuro; per un altro verso, però, si sarà reso conto di quanto la fine del Nazareno abbia sancito la sua irrilevanza politica rispetto ai temi della giustizia, quelli che maggiormente gli stavano a cuore.

     

     

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