RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Niccolò Carratelli per la Stampa - Estratti
elly sclhein matteo renzi giuseppe conte partita del cuore
L'ennesima mossa del cavallo di Matteo Renzi ha l'effetto di una folata di vento nel campo dell'alternativa. L'abbraccio calcistico e politico dell'ex premier a Elly Schlein scuote sia il Pd che Italia viva, tra dubbi e malumori.
E indispettisce, per usare un eufemismo, Giuseppe Conte: il presidente M5s è l'unico a far capire chiaramente di non volere Renzi in squadra. Il leader Iv ora si paragona a De Gasperi e vuole rappresentare un «centro che guarda a sinistra», spiega nella sua Enews. Insomma, «si chiude un ciclo, non vedo spazi per un terzo polo», addio sogni centristi e rottura del bipolarismo.
Visto il flop alle Europee e gli attuali rapporti di forza, ormai la strada è una sola: «Alle prossime Politiche l'unica possibilità per cambiare rispetto al governo Meloni e Salvini è costruire un centrosinistra, con un patto di governo alla tedesca, sui temi programmatici», spiega Renzi. Che porterà questa sua proposta all'assemblea del partito a settembre, per formalizzare la svolta.
renzi marattin conte partita del cuore
Schlein incassa senza commentare, non si aspettava nulla di diverso, ne avevano parlato negli spogliatoi dello stadio dell'Aquila, mentre le immagini dei loro abbracci già invadevano i social. La segretaria Pd conferma la linea «testardamente unitaria», che prevede di «non mettere veti e non subirne». Vale per tutti, compreso Renzi. Non potrebbe fare diversamente, anche se è consapevole di quanto l'ex premier sia poco amato (altro eufemismo) dagli elettori Pd che hanno votato lei alle primarie.
matteo renzi sfida giuseppe conte a un dibattito 3
Per averne conferma basta scorrere i commenti sui suoi profili Facebook o Instagram, sotto alle foto incriminate: «è il bacio di Giuda» recita uno tra i più teneri. «Ma non è un problema da porsi oggi, le Politiche sono lontane – spiega un parlamentare vicino alla segretaria – il dialogo si porta avanti con tutti, poi il punto di arrivo si vedrà in base ai temi, come dice anche Renzi». Insomma, il fatto che non ci siano veti non significa che l'alleanza vada concretizzata a tutti i costi.
Salario minimo: Italia Viva è l'unico partito di opposizione a non aver sottoscritto la proposta di legge. Jobs act: Renzi rivendica la sua riforma, Schlein ha firmato il referendum della Cgil per abolirla. Giustizia: dall'abuso d'ufficio alle intercettazioni, Italia Viva vota con il centrodestra. Liguria: Italia viva non era in piazza l'altro ieri a Genova per chiedere le dimissioni di Toti ed è nella giunta di centrodestra del sindaco di Genova Bucci. Ovviamente Renzi preferisce far sapere che anche lui e i suoi oggi inizieranno a lavorare (come Schlein, Conte e gli altri) per il referendum abrogativo dell'autonomia differenziata.
Ma tra i dem affiorano le perplessità. Da Base riformista, l'area di Lorenzo Guerini, gli ex renziani accolgono con favore l'avvicinamento, ma sottolineano che «occorrerà passare dalle parole ai fatti». Mentre gli ex Articolo 1, quelli usciti dal Pd durante la stagione renziana, non nascondono i dubbi: «Bisogna fare i conti con i fallimenti delle politiche neoliberiste di cui Renzi è stato tra i protagonisti in questi anni – avverte Arturo Scotto –. L'alternativa si costruisce in primis sui contenuti, perché la somma non sempre fa il totale, come diceva Totò».
Stessa riflessione di Conte, che non dimentica il recente passato: «Renzi prima mi attaccava sulla gestione della pandemia, si è vantato di aver mandato a casa il governo Conte e ora dice che sono un interlocutore privilegiato – sottolinea il leader M5s –. La politica per noi è una cosa seria». Parole che bissano quelle consegnate a La Stampa sotto al palco di Genova: «Ci servono alleati affidabili». E Renzi, evidentemente, non è considerato tale. Un sospetto che avanza anche l'ex alleato Carlo Calenda: «Ho iniziato che Renzi faceva il partito liberaldemocratico e faceva votare La Russa presidente del Senato – ricorda il leader di Azione – poi si è proclamato erede di Berlusconi, ora dice che gli vanno bene i 5 stelle. Questo è il modo di fare politica di Matteo, che un giorno vuole allearsi con i nazisti dell'Illinois e un altro con i marxisti-leninisti».
GIUSEPPE CONTE MATTEO RENZI BY DE MARCOELLY SCHLEIN E MATTEO RENZI ALLA PARTITA DEL CUORE - MEME BY OSHOmatteo renzi elly schlein
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