Liana Milella per “la Repubblica”
CANTONE RENZI
«Credo sia fisiologico, giusto e doveroso che il Parlamento possa dissentire quando non condivide i provvedimenti della magistratura». Detto da Raffaele Cantone è frase che fa discutere.
Renzi ha fatto di lei l’icona dell’anti-corruzione, quindi suppongo che non voglia attaccarlo. Ma se Berlusconi avesse fatto la battuta sui passacarte non sarebbe scoppiato il finimondo?
«Non lo so, non ho la palla di vetro. Posso dire che era efficace, forse usando una parola impropria, ma tutto sommato affermando un principio costituzionalmente corretto: sulle valutazione degli arresti decide il Parlamento. Senza dimenticare che la procura può proseguire l’indagine».
raffaele cantone
Quindi lo sta difendendo. Anche se con sottili argomenti giuridici.
«Renzi non ha bisogno di essere difeso, né ho interesse a farlo. La magistratura rivendica la propria autonomia, ma deve rispettare quella di un altro organo costituzionale. In questa legislatura, le autorizzazioni all’arresto finora concesse dimostrano che non c’è stato alcuno stop alle indagini».
Non pensa che il vecchio Pd si sarebbe indignato e l’Anm avrebbe protestato?
renzi cantone
«Forse è cambiato il contesto. A parte gli arresti concessi, non mi risulta che esponenti del governo o parlamentari si siano rivolti alla magistratura con accuse di politicizzazione o peggio ancora di presunte deviazioni mentali. Se il provvedimento su Azzollini dovesse comportare in futuro un approccio diverso verso la magistratura rivedrò quanto detto. A oggi c’è un provvedimento singolo a favore del quale hanno votato anche senatori notoriamente tutt’altro che nemici degli uffici giudiziari, e quindi è corretto, nell’ambito di una dialettica tra i poteri, rispettarlo ».
Il Senatore Antonio Azzollini
Però un dem come Legnini dice che le misure d’arresto devono essere ben motivate.
«E come gli si può dar torto? La materia della libertà personale è la più delicata in assoluto e serve una motivazione forte. Ma non sono in grado di dire se quella di Trani lo sia perché del caso ho letto solo le cronache giornalistiche».
Il Pd ha cambiato pelle sulle toghe?
«Sto ai fatti. Non mi pare affatto che a oggi dal Parlamento siano arrivati segnali di delegittimazione della magistratura. Sono state autorizzate richieste di arresto anche per soggetti della maggioranza. Si sono chieste le dimissioni di un ministro perfino non indagato (Lupi, ndr.)».
Non è che i suoi colleghi sono un po’ arruffoni? Guardi in Campania, le richieste di arresto per Cesaro e Sarro bocciate dal riesame.
«Nel caso di specie i sistemi di controllo interno della magistratura hanno funzionato. Il Parlamento non si è dovuto pronunciare perché il riesame ha annullato le misure cautelari».
LUIGI CESARO - FRANCESCA PASCALE
Ammetterà che, sarà per la maggioranza con Alfano, le leggi sulla giustizia sono tutte un compromesso, guardi le intercettazioni o la prescrizione. Sulla corruzione che fatica per qualche anno di galera in più.
«Lì il risultato è positivo. In Parlamento c’è sempre una logica di compromesso tra tesi diverse. Ma se guardiamo il sistema delle norme penali degli ultimi anni non si può negare che l’apparato repressivo contro la criminalità sia stato rafforzato in modo significativo».
La stretta sulle intercettazioni? Positiva pure quella?
«A oggi non c’è ancora un testo. La norma sulla registrazioni occulte è stata bloccata quando sono stati evidenziati i rischi di ricadute sui processi di mafia a dimostrazione di un Parlamento aperto al dibattito».
CARLO SARRO
C’è chi l’accusa di essere troppo renziano. Che dice della norma, criticata dai suoi colleghi, sui soli 3 mesi dati ai pm per chiudere le indagini?
«Non credo affatto di poter essere qualificato come renziano o in qualsiasi altro modo. Chi mi conosce sa bene che ho sempre detto quello che pensavo. Nei miei libri ho parlato dei rapporti tra sinistra e camorra in tempi non sospetti, anticipando molte delle cose che stanno emergendo oggi».
Va bene, ma i 3 mesi?
«È una norma pericolosa soprattutto per i processi di mafia. Ma per quelli ordinari è doveroso per i cittadini, sia indagati che parti offese, poter avere una risposta sulle indagini preliminari in tempi ragionevoli. L’idea di poter essere indagato a vita o per tempi biblici è contrario a tutte le regole di qualsivoglia democrazia».
RENZI ALFANO
Saviano attacca Renzi sul Sud e lui convoca una seduta della direzione. Chi butta dalla torre?
«Saviano ha fatto bene a sollevare il caso. Sul Sud il governo ha prodotto buone intenzioni. Da napoletano aspetto il rilancio di Bagnoli, una delle cartine di tornasole per capire cosa si vuol fare del Sud. Ne ho parlato più volte con Renzi. Sabato scorso ero in un ristorante a Bagnoli da cui si vedeva l’area industriale e la zona da bonificare e gli ho mandato una foto evidenziando la grande occasione da cogliere. Utile convocare la direzione del Pd, ma è necessario al più presto che molte idee si traducano in fatti concreti».