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    RENZI, UN “BULLONAIRE” PER IL PD - CONTRO IL GRUPPO DI COMANDO (BERSANI-LETTA-EPIFANI-FRANCESCHINI) E I GIOVANI TURCHI (ORLANDO, ORFINI, FASSINA), FINIRA’ STRITOLATO


     
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    Fabio Martini per La Stampa

    Fonzie Renzi da chiFonzie Renzi da chi

    Alla Garbatella, quartiere popolare diventato di tendenza, tanta gente è accorsa al teatro parrocchiale Ambra e tanti applausi accolgono Ignazio Marino, in corsa per il Campidoglio e Matteo Renzi, giunto qui in sostegno del probabile vincitore. Fino a quando, da un gruppetto, si alza un urlo: «A' Matte', fatte ‘na foto con noi, siamo renziani della prima ora!».

    FOTO DA VERO SILVIO BERLUSCONI E FLAVIO BRIATORE A MALINDIFOTO DA VERO SILVIO BERLUSCONI E FLAVIO BRIATORE A MALINDI

    Ecco la novità: oramai, ovunque Renzi vada, emotivamente sono quasi tutti con lui, anche militanti di base e dirigenti che sei mesi fa avevano votato Bersani alle Primarie. Una piccola controprova anche alla fine della manifestazione Marino-Renzi, quando i due si sono prestati ad un piccola gag.

    GUGLIELMO EPIFANI ENRICO LETTA NEL DUEMILATRE FOTO LAPRESSEGUGLIELMO EPIFANI ENRICO LETTA NEL DUEMILATRE FOTO LAPRESSE

    Ha detto Marino sorridendo: «Dobbiamo fare una cosa e forse viene anche meglio con il tuo accento...». E Renzi: «Non è che sono sicurissimo...». E a quel punto, tutti e due in piedi, sul palco del Teatro Ambra, hanno gridato verso la platea «Daje!», tra gli applausi entusiasti di tutti.

    RENZI MARINORENZI MARINO

    Scene che si ripetono, in giro per l'Italia - ecco la novità - è tutto un fiorire di renziani della «seconda ora» e proprio in questo fenomeno sta il segreto della nuova strategia di Matteo Renzi, completamente diversa da quella delle Primarie, quando lui si propose in alternativa totale alla vecchia classe dirigente: stavolta, in attesa della battaglia finale, Renzi non pensa di candidarsi segretario e punta invece a prendersi pezzi importanti di partito e di nomenclatura, tutti a livello locale, potenziando la quota azionaria interna attraverso operazioni di «base».

    marino e renzimarino e renzi

    Grosso modo sta qui la risposta alla domanda che in tanti, giornali, amici e nemici, si ripetono: il sindaco di Firenze si candida o no alla segreteria del Pd, nel congresso di autunno?

    Lui, pubblicamente, dice di no: «Sto studiando da segretario? Non sono interessato a tutto il gioco delle trappolone politiche romane». Sono le stesse cose che Renzi ripete ai suoi, a quei pochi con i quali si confida. Anche se al no alla candidatura, aggiunge qualche dettaglio in più sulla tattica per le prossime settimane.

    Che si può riassumere così: il governo non cade subito, gli va dato un sostegno vigile, ma riservandosi mani libere nella possibilità di applaudire ma anche criticare tutto quello che non convince. Mentre a livello locale, oltre ad essere più accoglienti verso la nomenclatura Pd aperta al rinnovamento, puntare anche a conquistare qualche «casamatta».

    renzi assemblearenzi assemblea

    Come le segreterie regionali di regioni chiave. La Toscana, anzitutto. Dove Renzi ha già il candidato «giusto»: si chiama Dario Parrini, è un ex Ds, dipendente delle Coop, già sindaco di Vinci, oggi deputato. Ma l'obiettivo è quello di provare a sfondare anche in Emilia-Romagna o in regioni ad alta densità Pd, come la Calabria.

    RENZI E LETTA BY BENNYRENZI E LETTA BY BENNY

    E qui Renzi incrocia un fenomeno ancora carsico, molto interessante: nelle regioni rosse i leader di estrazione Ds, non soltanto sono pronti ad appoggiarlo, ma gli chiedono di rompere gli indugi, di candidarsi alla guida del Pd, perché hanno bisogno di un leader forte. Ma se Renzi finirà per appoggiare un suo candidato, per esempio Sergio Chiamparino, quel che resta della nomenclatura rossa gli ha già fatto sapere che sosterrà il candidato di Roma, chiunque esso sia.

    E proprio con Guglielmo Epifani, Renzi non ha stabilito un buon rapporto. Il sindaco racconta di essere rimasto sorpreso dall'atteggiamento del nuovo segretario del Pd, che in vista della formazione della nuova segreteria, non ha chiesto a Renzi nomi di renziani, come avrebbe fatto con le altre correnti, ma si sarebbe ripromesso di scegliere per conto proprio.

    renzirenzi marino e renzimarino e renzi

    Renzi sa bene che è utopia immaginare che venga accolta la richiesta di poter ottenere il controllo dell'Organizzazione per uno dei trentenni più svegli del suo team (Ernesto Carbone o Luca Lotti), ma si aspetta almeno gli Enti locali.

    Ben consapevole che il gruppo di comando del Pd (Bersani-Letta-Epifani-Franceschini), ma anche i giovani turchi (Orlando, Orfini, Fassina) faranno di tutto per riprendere il controllo della «ditta». E intanto ieri è andato in scena l'ennesimo duetto Renzi-Letta. Il primo: «Io sono un sostenitore dell'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti da una vita. Ma non commento ciò che fa il governo per evitare che si creino polemiche».

    renzirenzi

    Come dire: non fatemi parlare. E Letta: «Io sono il primo tifoso di Renzi. Ha solo il difetto di essere di Firenze mentre io sono di Pisa». E in un percorso che non sempre è facile decifrare, alcune sere fa Renzi si è visto a cena, a Firenze, con Flavio Briatore.

     

     

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