DAGOREPORT
renzi mogherini
L'Italia ha novemila chilometri di coste. Una buona parte di esse sono anche dotate di spiagge, dove gli italiani in questi giorni che sanno finalmente di estate piena certo non stanno lì a domandarsi se Renzi Matteo e' più saldo in sella di una settimana fa. Godersi la vacanza cercando di far quadrare i conti di casa e' l'occupazione principale.
Invece nei dintorni del Quirinale, tenuta di Castelporziano compresa, ci si pone con preoccupazione, insistenza e anche una certa qual irritazione una domanda semplice semplice: "ma non è che il fenomeno SuperRenzi si sta già avviando verso un imprevisto e prematuro tramonto?"
cena fund raising di forza italia tajani e silvio berlusconi
Sul Colle più alto infatti non si fanno fuorviare dall'imprevista assoluzione di Berlusconi Silvio nella sentenza di secondo grado (una notizia che semmai serve a distrarre le masse e a far discutere sulla magistratura che atterra e suscita, che affanna e che consola, visto che il giudizio morale e politico sulle "cene eleganti" era già stato consumato e digerito anche dagli elettori e che le lancette della storia non girano all'indietro, con buona pace di tutte le ricostruzioni possibili del centro destra), ma restano assolutamente focalizzati su quanto e' successo in Europa nei giorni scorsi e sullo stato dell'economia al ritorno dalle vacanze.
E qui i discorsi al fresco della delicata aria dell'ex Palazzo di vacanza dei Papi, proprio mentre Papa Francesco sta cercando di mettere a reddito la residenza estiva di Castel Gandolfo (e se chi ha avuto l'incarico non ci riesce potrebbe anche metterla in vendita), si fanno critici per il capo di Boschi Maria Elena. Perché, dicono, egli è andato al vertice europeo lasciando a Roma i saggi consigli che gli aveva dato Re Giorgio? Cioè: portare al tavolo anche un piano B, non farsi troppo influenzare da aspetti di politica interna o, peggio, da ragioni personali nell'avanzare la proposta italiana, applicare la flessibilità anche ai suoi comportamenti affinché ne traggano vantaggio il Paese e il governo.
BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE
Il premier invece ha fatto l'opposto, e chi era presente al vertice europeo non ha avuto esitazioni nel far notare che non si ricorda una più magra figura fatta dall'Italia in situazioni analoghe. Al comportamento gradasso e talvolta irritante del nostro, l'Europa tutta, in fondo anche lo stesso Hollande facendo finta di fargli una carezza, ha risposto con un sonoro ceffone.
Chi gli vuol bene dice che il suo difetto principale e' che non ha preso coscienza sino in fondo che ha finito di fare il sindaco di Firenze e che quindi continua a trattare tutti come trattava il consiglio comunale o, peggio, la giunta di quella città. Re Giorgio Napolitano lo sa bene, gliene ha parlato tante volte, invitandolo ad essere più dialogante: va bene cercare di essere dirompente, ma la prevaricazione alla lunga paga poco.
RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE
A Bruxelles, hanno poi aggiunto gli uomini del Colle, sono in corso troppi giochi rispetto ai nuovo assetti degli organismi e delle istituzioni europee, e si tratta di scelte che riguardano interessi enormi e strategici anche con paesi extraeuropei (la Russia, per esempio) e colossali affari delle più importanti aziende dei vari paesi aderenti all'UE e che nella capitale europea sono agguerritissime nell'azione di lobbying.
E c'è un altro punto chiave: Renzi Matteo forse non è abbastanza consapevole che la maggior parte della classe dirigente politica europea, soprattutto socialisti e popolari, da decenni sono consociativi a tutto campo, si conoscono bene, molti sono amici personali a prescindere dalle famiglie politiche di appartenenza. E dunque si scambiano favori. E il premier, sospettoso com'è, ha cominciato a farci i conti proprio in questi giorni.
Di ritorno da Bruxelles in una sfuriata con il suo "primo cerchio" si è scagliato contro Alfano Angelino e Tajani Antonio perché entrambi, non si sa bene se all'insaputa uno dell'altro, per motivi diversi hanno intralciato il lavoro del nostro governo e del suo capo.
napolitano e merkel
Come? Tajani si è mosso attraverso i contatti che gli derivano dall'essere stato commissario in un dicastero mediamente importante e ha anche avuto il torto di dichiarare che per la poltrona di mister Pesc un ex premier come Letta era meglio; Alfano utilizzando i suoi canali all'interno del Ppe (in particolare uno di cui non facciamo il nome per carità di patria) ha fatto di tutto per mettere il bastone fra le ruote della Mogherini poiché teme come la peste il rimpasto di governo che seguirebbe alla nomina europea dell'attuale ministro degli Esteri.
RENZI NAPOLITANO
Infatti dice a tutti che, in caso di successo europeo, non ci vuole rimpasto, basta sostituire un ministro. Lui sa benissimo infatti che in caso di rimpasto la vittima sacrificale diventa lui: agli Esteri Renzi lo manderebbe in giro per il mondo sui rapporti internazionali meno importanti e il capo di Ncd da una parte potrebbe dedicarsi meno alle nomine pubbliche che, spalleggiato da Schifani Renato, chiede continuamente al premier, mentre dall'altra sa che farebbe in poco tempo la fine di Frattini Franco.
E' tutto Ncd del resto che è entrato in fibrillazione dopo l'assoluzione di Berlusconi Silvio: Alfano ha provato a buttar li l'ipotesi di riunificare il centrodestra trovando qualche debole sponda solo in Toti Giovanni, ma è certo che con queste carte sul tavolo il rimpasto sarebbe una debacle per il partitino: anche Lupi Maurizio a stento si scambia un saluto con il premier e quando in consiglio dei ministri accenna a parlare, l'ex sindaco di Firenze subito lo zittisce. E dunque anche l'appetibile poltrona di Lupi traballa, insieme a quelle di Giannini Stefania e di Lanzetta Maria Carmela nonché dello stesso Del Rio (che verrebbe promosso ministro per rimuoverlo da Palazzo Chigi).
FEDERICA MOGHERINI IN SPIAGGIA FOTO DA OGGI
Se il quadro europeo e' quello descritto, se solo in Italia e' sconveniente parlare dell'economia che non va tra la seconda metà di luglio e i primi di settembre per non turbare le vacanze a chi al ritorno si ritroverà pieno di bollette, bollettini, rate da pagare e rincari di tutti i tipi sinora conosciuti (per quelli sconosciuti ci penserà la fantasia dei tassatori autunnali), al Colle prevedono che al Senato se ne vedranno ancora delle belle. Finocchiaro Anna e Calderoli Roberto sanno bene che il testo delle riforme costituzionali all'esame dell'Aula presenta diversi aspetti di grave incostituzionalità ma a Renzi non gliel'hanno detto e la Boschi non sappiamo se lo sa o ancora deve capirlo.
MAURIZIO LUPI
Anche molto renziani del "secondo cerchio" fuori dalle dichiarazioni ufficiali sono scettici: perché votare una riforma costituzionale pasticciata, scritta con i piedi e fatta in modo da far parlare di "svolta autoritaria" e una legge elettorale fatta per favorire i privilegiati della Casta, così come chiede Verdini Denis? E allora o Renzi si inventa qualcosa per rassicurare i senatori sul prosieguo della legislatura, oltre alle chiacchiere sul programma dei mille giorni, oppure la protesta in Senato si allargherà con il rischio di incrociare anche la crescente irritazione del Colle (non bisogna dimenticare che le dimissioni di Re Giorgio, accompagnate da un messaggio alle Camere che non potrà che essere molto esplicito e duro sui ritardi del Paese e delle istituzioni, non sono certo sparite dall'agenda del Presidente e di Donna Clio).
Stefania Giannini
Certo, Renzi Matteo non sta a guardare, ha rinsaldato il patto con l'Assolto dicendo che anche se lo avessero ricondannato per lui non sarebbe cambiato nulla, punta al rialzo, anzi ha la tendenza a giocarsi ogni volta il banco, ma deve mettere in conto che (accanto all'umore europeo, a quello del Colle e alle sabbie mobili del Senato) anche e soprattutto il cambio di umore degli italiani nei confronti del suo governo.
Umore che si vede da cose apparentemente minori, ma che sono rimaste tali rispetto alle promesse: tagli ne' Cottarelli ne' altri ne hanno partorito, mentre nessuno del governo (inutile chiederlo ad Alfano) e' stato in grado di togliere le macchine di servizio a tanti politici, decotti e non, che tuttora beneficiano di auto, autisti e benzina di Stato, con annessa tutela o super scorte, mentre alle forze di polizia non gli danno più nemmeno i soldi per comprare le divise tanto che gli agenti sono stati invitati a provvedere personalmente.
Perché, almeno su questo, Renzi Matteo non impone al ministero degli Interni di predisporre in tempi brevissimi una relazione dettagliata di chi come e perché continua ad avere servigi di Stato che molto spesso sono legati solo allo status che ha fondate ragioni di sicurezza e inviti rapidamente questi signori a farsi scorrazzare da macchine di loro proprietà e da autisti pagati personalmente.
MARIA CARMELA LANZETTA
Finché li vedevano a Roma scortati e scorte passi, ma vederli in giro per le vacanze e i week end sapendo che al ritorno le tasse aumenteranno sta facendo girare i cosiddetti a tutti. Ecco perché anche il Quirinale pensa che Renzi Matteo debba darsi una mossa sulle cose vere, sull'economia e su un ruolo europeo magari leggermente ridimensionato rispetto alle ambizioni comunicative iniziali ma più incisivo nei fatti, oppure paventare l'arrivo della troika all'inizio del 2015 quando il semestre di presidenza italiano sarà finito non è un esercizio da gufi ma da Scalfari Eugenio che, quando non scrive di Papa Francesco, bacchetta Renzi con qualcuno degli argomenti che usa anche il Colle più alto nella sua costante, sia pur poco gradita, moral suasion.