Alessio Ribaudo per il "Corriere della Sera"
riccardo illy 1
«Trieste, la mia città, in questi giorni è stata vittima del suo successo imprenditoriale degli ultimi anni». Andrea Illy, presidente dell'omonima multinazionale del caffè, ha un'idea precisa sul perché si sia scatenata al porto la protesta dei «no green pass».
Perché lei lega il successo economico avuto da Trieste negli ultimi anni agli scontri di questi giorni al porto?
«Siamo da un po' di tempo alla ribalta grazie a investimenti illuminati che hanno ridato smalto alla città e generato una serie di sviluppi positivi come l'attrazione di capitali stranieri sia nella logistica sia nell'industria, con multinazionali sempre più presenti. Anche il porto ne ha beneficiato e quindi la città è diventata un simbolo».
Perché pensa che sia stata considerata un simbolo dai «no green pass»?
STEFANO PUZZER PORTATO VIA A FORZA
«La nostra è una città operosa che sa cogliere tutte le opportunità che vengono offerte, compresa l'ultima data dall'industria delle crociere che sta valorizzando Trieste dopo che le è stato vietato il passaggio a Venezia. Siamo alla ribalta mondiale ed è per questo che penso che siano arrivati molti da fuori Trieste. Erano magari in cerca di visibilità ma sono frange che, presto, torneranno a casa».
Per lei il malcontento non è interno alla città?
«No, anche se Trieste ha un carattere al fulmicotone, il contesto è molto vivace e non fa eccezione l'ambiente portuale che ha reagito con forza. Ma parliamoci chiaro: il blocco con migliaia di manifestanti è durato solo un giorno, mentre nel frattempo la protesta è stata cavalcata a livello nazionale».
STEFANO PUZZER IN LACRIME
La protesta non durerà?
«No, per me finirà oggi o al massimo domani. La considero come quelle tempeste che accadono sui social network: nascono e muoiono in pochissimo tempo. Sono alimentate per innescare dei fuochi di paglia. La città ripartirà senza compromettere i piani di investimenti annunciati recentemente: da quelli industriali a quelli nella portualità passando alla rigenerazione urbana e alla sostenibilità con la conversione della ferriera. Siamo una città straordinaria, il baricentro storico del Mediterraneo perché siamo il punto d'incontro. Siamo un crogiuolo di esperienze e finalmente, grazie agli ultimi successi economici, se ne sta accorgendo tutta l'Italia, merito pure della leadership locale di chi ci amministra».
A chi si riferisce?
STEFANO PUZZER
«Penso a Zeno D'Agostino, presidente dell'Authority portuale, che in questi anni ha saputo traghettare lo scalo da una sostanziale stagnazione alla rivitalizzazione. Tra l'altro in questi giorni ha saputo far ragionare queste persone e, soprattutto, ha fatto emergere il paradosso: prima il lavoro mancava a causa del Covid e ora che siamo in una fase di sovracapacità produttiva, non bisogna fermarsi».
ZENO DAGOSTINO
Le sue aziende hanno subito danni?
«No. Siamo riusciti a superare la fase critica della pandemia, figuriamoci un blocco. Abbiamo passato un anno che posso paragonare agli "stress test" bancari. Abbiamo retto, il 2021 è un anno di totale recupero e adesso possiamo guardare con ottimismo al 2022».
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