Claudia Luise per "la Stampa"
paolo damilano dopo la sconfitta 2
«I partiti locali sono stati pigri. La mia lista, Torino bellissima, invece ha ottenuto un risultato sopra le aspettative». Paolo Damilano arriva poco prima delle 17 in Comune accompagnato dal suo staff e da due dei cinque figli, Chiara e Luca. Sul suo volto si legge la delusione per il risultato mancato ma anche la consapevolezza di «aver fatto il massimo».
Matteo Salvini e Giorgia Meloni
Si siede al bar in piazza Castello dopo aver fatto gli auguri di buon lavoro al nuovo sindaco e analizza questa «esperienza eccezionale».
Rispetto al primo turno le mancano poco meno di 10 mila voti. Una parte dell'elettorato che aveva scelto il centrodestra non è tornata a votare. Cosa non ha funzionato?
«È la conferma del fatto che al contrario dei leader nazionali, molto partecipi, i partiti sono stati un po' pigri a livello locale. Un dato già riscontrato al primo turno. Purtroppo qualcuno non ci ha creduto e nei prossimi giorni dovremmo capire il perché. Da parte nostra non c'è nessuna recriminazione perché abbiamo messo in piedi un progetto civico che ha sorpreso noi per primi. Siamo la seconda forza politica della città (dopo il Pd, ndr) e questo ci dà grande responsabilità per i prossimi cinque anni».
PAOLO DAMILANO CON MATTEO SALVINI
Continuerà a impegnarsi in politica?
«Certo. Avremo un peso importante e vogliamo aiutare a realizzare progetti utili per Torino. Domani mi riposo e poi cercherò di capire quali sono le posizioni che si verranno a creare e in che modo potremo dare al meglio il nostro contributo».
Quindi sarà tra i banchi dell'opposizione?
paolo damilano dopo la sconfitta 1
«Ci tengo e ci credo molto: nei prossimi cinque anni non possiamo sbagliare niente. Farò un'opposizione costruttiva ma attenta».
Il suo progetto civico può espandersi oltre Torino?
«In questo momento penso a organizzare bene l'opposizione. Valuteremo poi nei prossimi mesi. Oggi il mio unico interesse è dare il mio contributo alla città. A Lo Russo ho detto che sono pronto a collaborare».
stefano lo russo
Da quali temi partirà per fare opposizione?
«Dalla manutenzione della città. Poi da quello che ho già detto in campagna elettorale, ovvero la necessità di riportare il lavoro altrimenti i casi come l'Embraco si moltiplicheranno. E c'è la questione della sicurezza su cui bisognerà lavorare dai primi giorni».
È stato penalizzato dalle polemiche sugli episodi legati all'estrema destra che hanno caratterizzato la campagna del ballottaggio?
«Credo che gli elettori, non solo di Torino ma di tutta Italia, siano stati distratti da vicende nazionali e quindi una parte di loro abbia confuso le opinioni nazionali con la politica cittadina. Qui si doveva scegliere la persona e i progetti, e su questo temo che un po' l'elettorato sia stato condizionato».
Anche lo scontro sul Green Pass ha influito?
«Credo che i no Green Pass siano stati i primi a non andare a votare».
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È deluso dal M5S e dai fedelissimi di Appendino che avevano fatto capire di appoggiarla?
«In questo momento è prematuro dire come si sia diviso l'elettorato. Il problema è che il 60% della città non sarà presente in Consiglio perché non ha votato».
Come si fa a rappresentare questi torinesi?
«Dovremmo, maggioranza e opposizione, intercettare le loro disillusioni e la loro rabbia. Torino sembra un città che ha smesso di lottare».
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C'è qualcosa che ritiene di aver sbagliato?
«È stata un'esperienza straordinaria che mi ha molto arricchito. Dovrò anche meditare su quello che ho visto. Ho toccato con mano le criticità di questa città, ho conosciuto tante persone che soffrono.
Voglio essere di aiuto a questi cittadini, per questo resto in consiglio. Non so cosa non rifarei. Ci ho pensato più di una volta e rifarei tutto anche perché i risultati sono stati superiori alle attese».
Perché è andato in Comune con i suoi figli?
«Devo molto alla mia famiglia e il mio staff, alle persone che ci hanno creduto e ci hanno messo la faccia. Abbiamo affrontato questa avventura senza avere grandi esperienze e lo abbiamo fatto con grande passione».
Ha già sentito i leader nazionali che l'hanno sostenuta?
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«Non so nemmeno dove sono i miei telefoni. Li sentirò di sicuro però nelle prossime ore».
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