Gianluca Cordella per "il Messaggero"
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Nella giornata in cui lo sport italiano è riunito per la prima volta dopo i clamorosi successi di Tokyo - tra Olimpiadi e Paralimpiadi - Giovanni Malagò prende tutti in contropiede e torna chiedere con fermezza di restituire al Coni la centralità perduta. Scacco matto in due mosse.
La prima: «Il governo deve istituire un ministero dello Sport» che in sostanza accorpi Sport e Salute e il Dipartimento presieduto da Valentina Vezzali - ieri presente a Palazzo H - e che «si occupi direttamente delle politiche pubbliche per la diffusione della pratica sportiva in Italia, attraverso la scuola e l'intervento sul comparto sanitario e per risolvere le storiche problematiche dell'impiantistica».
Soro Vezzali
La seconda mossa: la richiesta che lo sport di base e di vertice sia «interamente affidato al Coni e alle sue articolazioni territoriali, in stretta sinergia con gli organismi sportivi (federazioni, discipline associate, enti di promozione sportiva)». In sostanza la richiesta di un colpo di spugna alla tanto odiata riforma dello sport per evitare che venga sprecato «lo straordinario patrimonio» rappresentato dai risultati ottenuti in Giappone che hanno oggettivamente rafforzato l'immagine dello sport italiano (e di Malagò stesso).
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IL DOCUMENTO La ricetta del presidente del Comitato olimpico è contenuta in un documento che lo stesso Malagò ha letto durante il Consiglio nazionale di ieri. Una lettera alla quale la sottosegretaria allo Sport ha risposto con diplomazia. Mentre il suo entourage si affrettava a ribadire che «non serve rimescolare le carte», l'esponente del governo spiegava che «la politica fatta ieri ha prestato poca attenzione al mondo dello sport. Ma io ieri non c'ero...».
Giorgetti Vezzali
Secondo Vezzali la contrarietà all'attuale assetto da parte di molti presidenti «è una percezione figlia di un pregiudizio: se tutto è ben definito nei ruoli non può che esserci il bene per lo sport italiano». Con tanto di plauso dal presidente di Sport e Salute Vito Cozzoli che ha voluto sottolineare come l'organismo da lui diretto non abbia mai «cercato sovrapposizioni», restando «sempre aperto al dialogo». Il richiamo al ruolo dei presidenti della Vezzali non è casuale.
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Perché durante il Consiglio ci sono stati diversi tentativi di stoccata all'ex pluricampionessa del fioretto azzurro. «Non si può andare avanti con tutti questi organismi: dietro questi splendidi risultati c'è una situazione drammatica per le società. Come si può pensare che andando avanti di questo passo si possano risolvere i problemi?» ha detto nel suo intervento il presidente della Federbasket Gianni Petrucci.
Decisa anche l'entrata del capo del calcio Gabriele Gravina. «Usciamo dall'equivoco una volta per tutte - ha detto -: serve un progetto unico dello sport che parta dallo sport e lo metta a disposizione del governo». In attesa del confronto auspicato dalle parti - forse l'unico vero punto di unione della giornata insieme all'ovazione per Federica Pellegrini all'esordio in Consiglio da membro Cio in quota atleti - dalla Vezzali è arrivato l'annuncio di un intervento per la sospensione del divieto di pubblicità per le aziende di betting e per aumentare i limiti attuali della capienza di palazzetti e stadi. È qualcosa, ma con la dialettica tra le parti arrivata a questo punto per riportare la pace servirà altro. Un ministero, forse.
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