Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
mancini
Il sorteggio del 30 novembre per l' Europeo 2020 può accontentare l' Italia, ansiosa di confrontarsi con i migliori: Francia e Portogallo non sono teste di serie e possono finire nel girone degli azzurri. «Vogliamo confrontarci con i più forti per capire a che punto siamo - dice Jorginho - .
Dopo il Mondiale perso volevamo sparire e adesso invece siamo qui».
Ma qui dove? Dieci vittorie su dieci partite l' Italia non le aveva mai fatte nelle qualificazioni. Pareggi in casa con l' Armenia, vittorie stentate con Malta, imbarazzanti momenti con la Macedonia, avevano caratterizzato gli ultimi percorsi, targati Prandelli, Conte e Ventura: «L' Italia doveva vincere tutte le partite e lo ha fatto, ma andiamoci piano - chiosa Roberto Boninsegna, a segno contro Germania e Brasile a Messico 70 -: per capire davvero a che livello siamo bisogna aspettare. Vanno benissimo anche le amichevoli di marzo, magari contro Inghilterra e Germania (le due avversarie più probabili, in trasferta ndr ). Si può anche perdere, ma quel che conta è vedere se la mentalità della squadra sarà la stessa. Mancini ha fatto un grande lavoro di ricostruzione ed è giusto essere ottimisti, ma restiamo con i piedi per terra».
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Il primo a essere realista è il c.t., che ha disegnato la sua griglia di partenza per un viaggio lungo sette mesi: «La Francia è partita prima di tutti - ha sottolineato Mancini - ed è davanti. Il Belgio ha grandi talenti. Inghilterra, Germania e Spagna sono forti». Ma - c' è un ma - : «Per la nostra storia e per quello che abbiamo fatto finora con questo gruppo, nessun avversario sarà felice di incontrarci».
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L' importante è crescere ancora: «E bisogna voltare pagina, archiviando queste qualificazioni - sottolinea Roberto Dossena, compagno di Mancini sia in Nazionale che nella Sampdoria -. La cosa più importante mi è sembrata la mentalità, perché una volta sul 3-0 l' Italia si fermava.
L' impressione però è che siamo ancora lontani dall' élite, anche se i margini di crescita dei più giovani sono davvero incoraggianti».
La lista non è breve «e comprende soprattutto i centrocampisti - osserva Bonimba -: Verratti, Sensi, Barella, Jorginho, Tonali, che ha una personalità incredibile per i suoi 19 anni, Zaniolo. Non so quanti in Europa possono avere un reparto così ricco, almeno in prospettiva. Zaniolo è un top player: continuo a chiedermi come abbia fatto l' Inter a venderlo per 4 milioni alla Roma...».
italia armenia zaniolo
Anche capitan Bonucci ha citato il romanista: «Chi è migliorato di più? Dico Barella, ma anche Zaniolo, che ha capito cosa fare per diventare grande. La scelta migliore possibile l' ha fatta chi ha puntato su Mancini: il c.t. ha messo in campo tanto talento e qualità, ci ha fatto ritrovare l' autostima. Le grandi squadre ci rispetteranno».
Rispetto forse è la parola chiave. Anche se a un totem come Dino Zoff fare 9 gol non è piaciuto «perché mi dà la sensazione di umiliare troppo l' avversario...». Ma anche altri due fattori pesano. Il primo è la gioventù: «Questi ragazzi - dice Dossena - entrano ed escono dalle crisi con grande facilità e rischiano di vanificare quello che costruiscono». Il secondo è Balotelli: può rientrare in corsa? «Il tempo c' è, ma non credo - sostiene l' ex doriano -. A meno che non decida di mettere la professione al centro della propria vita». «Mancini spera che torni sui suoi livelli, perché i suoi spunti sono utili - spiega Boninsegna -. Se torna ad alto livello nei 23 ci può stare». Sette mesi in effetti sono lunghi.
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