barillari prima del matrimonio
Luca Telese per ''La Verità''
Pronto Rino?
«Chi sei?».
Luca Telese.
«Oh, ciao, Luca! Ma scusami, ci sentiamo fra un' ora: sono appostato da un secolo e mi sa tanto che abbiamo preso un pesce» (click).
(Sessanta minuti dopo) Ciao Rino...
«Oh, Luca! Beccata. Che ti avevo detto?».
Il pesce chi era?
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«Il fiuto, in questo mestiere è tutto: ci sta Sarah Jessica al tavolo, con occhialoni da sole, uno spettacolo!».
Chi?
«Sarah Jessica Parker! L' attrice americana. Che non te la ricordi?».
È ancora carina?
«Macché, un cesso!».
Un problema?
«Nooo. Quand' é così attraggono ancora di più. Il Vip invecchiato soddisfa il lettore».
Ed è un bel colpo?
«Capisci che per un sabato di giugno, a quest' ora, è una fortuna vera. In questo mestiere si vive per ogni scatto. Ma perché mi cercavi?».
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Volevamo intervistarti.
«A me?».
È vera questa cosa che dopo il suicidio di Anthony Bourdain ti sei pentito della paparazzata ad Asia Argento?
«Mhhhh.. sì. Ma è un discorso complesso. Chiamami tra mezz' ora: co' na mano e n' occhio soli mica te posso da' retta» (click).
Rino Barillari, «re dei paparazzi» italiani. Monumento vivente, memoria della Dolce vita. Quando sono entrato al Messaggero, il primo giornale della mia vita, alla fine del secolo scorso, era già leggenda.
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Tornava dai servizi, entrava in redazione e subito animava un capannello intorno a sé. Sono passati 60 anni da quando una rissa con Peter O' Toole in via Veneto (gli spaccò un orecchio) gli regalò la notorietà: lui era minorenne, e suo padre denunciò il futuro Lawrence D' Arabia per lesioni. Tutto potevo immaginare tranne che, sotto un sole africano, a 73 anni, in un giorno del giugno romano, Barillari potesse appostarsi tre ore anche per uno scatto con Sarah Jessica Parker. Ma lui spiega: «Senti bello, ci sono i pesci piccoli e i pesci grossi, e tutti insieme fanno la storia».
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(Mezz' ora dopo) Pronto Rino?
«Oh Luca! Sarah s' è fatta fotografare. S' è arresa. Bene».
Come mai?
«Aveva ordinato pesce. Questo aiuta».
In che senso?
«Beh, hai un' arma importante. A quel punto vai dal Vip e gli dici: ma vuoi davvero che io ti fotografi con le mani in bocca?».
Non vogliono?
«Novanta per cento dei casi gli viene il terrore, già si immaginano la foto, ti fanno: vabbé, scatta».
anthony bourdain asia argento
E il restante dieci?
«Menano. Ma non è questo il caso».
Dove stai?
«Da Pierluigi in via Giulia».
Sono le tre del pomeriggio e non hai ancora mangiato?
«Se è per questo stanotte ho lavorato fino alle tre».
Reggi il ritmo a 73 anni?
«Il contrario. Sono certo che se mi fermo muoio. Ma parliamo seriamente ora».
Asia Argento: dopo il suicidio hai parlato di «pentimento». Proprio tu, che hai fotografato tutto e tutti.
«Senti Luca, il paparazzo è cinico, deve essere cinico. Ha l' obbligo morale di essere cinico».
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Perché?
«Quando vado a fotografare un cadavere che faccio? Tiro fuori un fazzoletto e piango insieme ai parenti? Dai!».
Non ti può capitare?
«No. E se piangono fotografo pure loro. È il mio mestiere».
Ma allora perché dici che ti sei pentito di aver paparazzato Asia?
«Mica ho detto che sono un animale. Sono un cinico con il cuore. Come tutti quelli che fanno mestieri di frontiera».
Parliamo di quello scatto che avrebbe potuto ferire Bourdain: Asia Argento con il giornalista Hugo Clement.
«Pensa: lui 15 anni più giovane di lei».
Stavi seguendo lui o lei?
«Ahó, io sto Hugo nemmeno sapevo chi fosse. Ho beccato Asia da Camponeschi a piazza Farnese. Si è messa al tavolo e io dietro di lei».
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Ti ha notato?
«All' inizio no. Se non voglio che tu mi veda, tu in un locale non mi vedi».
Come fai?
«Mia moglie, lavoriamo in coppia. La donna tranquillizza. Lei si mette al bancone del bar, io esco dal bagno quatto quatto, mi appoggio su di lei, obiettivo poggiato sul collo e scatto. Si chiama "strategy"».
Però ad un certo punto Asia ti nota.
«Sembrava sola. Mi vede e si mette a scherzare».
Perché?
«Due settimane prima l' avevo beccata con Matt Dillon».
L' hai paparazzata due volte in due settimane, povera Asia?
«Certo. La moglie di Dillon si è incazzata con me come una iena!».
C' era pure lei?
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«Sì. Ma io nell' inquadratura l' ho tagliata, e così Asia e Matt sembravano davvero due fidanzatini».
L' hai fatto apposta?
«Certo! Ah Lu', noi vendiamo verità e sogni. Ti devi immaginare una storia e ti ci metto la moglie?».
E torniamo ad Asia.
«Questa, paracula mostruosa, va al bancone, si mette a bere e a fumare, mette le canzoni in francese con il telefonino...».
Perché?
«Già ti sei fatto la domanda, datti la risposta. Per sviare l' attenzione. Infatti che c' era lui me ne sono accorto solo dopo mezz' ora. Al tavolo, da solo, nascosto».
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E poi?
«A fine serata lei era sicura: prima si è messa a ballare, poi lo ha tirato dentro, quindi si è stretta a lui. Era come se stessi girando un film. Limonavano come dei bambini di 16 anni.
Tutti li guardavano. Lei sembrava una bambola indemoniata, catalizzava lo sguardo.
Scena di una sensualità pazzesca».
E poi?
«Ho mandato un ragazzetto a chiedere a lui: "Excuse me, sir, can you give me your name?"».
E lui?
«Ha risposto. E a quel punto era fottuto».
Asia come ha reagito?
«Mi vede, alla fine, e mi fa ha: "Non pubblicare mi rovini!"».
E tu?
«Ho pubblicato. Lo sai».
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Ma non eri un cinico con il cuore?
«Ho capito, ma se dovessi mandare liberi tutti quelli che dicono "Mi rovini!" smetterei di fare questo lavoro».
Cosa ti avrebbe fatto fermare?
«Se mi diceva che si rischiava una vita. In quel caso sì, eccheccazzo. Una foto non vale una vita».
Beh, un parametro alto.
«Non fare la morale. Esistiamo perché esistono i lettori, fra cui tu, che il giorno dopo vogliono vedere. Però...».
Cosa?
«Se quello scatto avesse innescato il suicidio... Ecco, questo mi farebbe soffrire».
Forse è stato così.
«Un solo scatto? Impossibile. Se Anthony avesse visto quello che ho visto io, allora forse sì...».
Barillari Rino