Estratto dell’articolo di Fabio Martini per “la Stampa”
rino formica
Sostiene Rino Formica: «[…] mai si era visto un governo che nelle sue decisioni negasse del tutto gli impegni assunti durante la campagna elettorale, mai. Ed è un governo di rassegnati. È bastata una timida ribellione dei gestori degli impianti di carburante a fargli dire, vabbe', rivediamo tutto». […] Rino Formica […] «Nel giro di 48 ore sono […] si sono rassegnati davanti alla prima protesta. Tra l'altro una protesta corporativa. […] la stella del ministro dell'Economia ha avuto l'abilità di negare e di rinnegarsi nel giro di poche ore».
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
[…] «[…] Il governo porterà il Paese ad una rassegnata acquiescenza verso decisioni sovranazionali: ogni giorno perderemo peso ed importanza. Saremo trascurati e l'unica speranza è che il trattamento sia compassionevole».
I primi tre mesi cosa le suggeriscono?
[…] «Prima si diceva: lo vuole l'Europa. Ora dicono: non possiamo farlo perché l'Europa si distaccherebbe da noi».
Margini finanziari risicati: si rifaranno con le riforme politiche?
«Non sono in grado di farle. Perché sono riforme che non rispondono ad un disegno politico. Sono strumentalizzazioni. Prendiamo il presidenzialismo. […] servirebbe soltanto ad eliminare un punto di equilibrio come l'attuale Presidente della Repubblica».
giorgia meloni giancarlo giorgetti
Il consenso virtuale dei sondaggi per Meloni è alto: durerà?
«A medio termine non me la sentirei di escludere un governo con una parte della destra e una parte della sinistra. In Italia soluzioni di questo tipo non arrivano per un compromesso politico ma per necessità di sopravvivenza delle nomenclature. E d'altra parte credo che dopo 30 anni sia arrivato il momento di chiarire il non-detto che è alla base della nascita della Seconda Repubblica».
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
Sarebbe a dire?
«La reciproca legittimazione tra destra e sinistra. Tra marzo e aprile 1993, col voto segreto su Craxi, l'uscita dei ministri del Pds dal governo Ciampi, l'assalto all'Hotel Raphael, le bandiere nere di Buontempo e quelle rosse di Occhetto si salda l'antisocialismo sicuramente presente nella società italiana. E si stringe un patto. La destra riconosce che il suo anticomunismo non si spinge sino a battersi perché i comunisti possano andare al governo e la sinistra, da una parte accetta che il fascismo abbia una legittimità costituzionale, dall'altra si accredita con il moderatismo sociale».
LETTA BONACCINI
Ora è in campo il Pd: ce la farà a rimettersi in piedi?
«Un partito che si interroga se il segretario debba essere eletto dai militanti o dai cittadini che passano in quel momento davanti ad un computer, è un partito in deperimento».
[…] «I partiti populisti sono morti, ma in Italia il populismo è vivo. La stessa discussione nel Pd cos' è? Partito o movimento? […] la sinistra esiste per cambiare sul serio: sul piano politico, sociale e sindacale, altrimenti non ha senso. Per ora non vedo grandi capacità di ripresa in una forza come il Pd […]».