DAGOREPORT
1. LANCI D'ANS(I)A
Stefano Caldoro
La prima domanda di per sé sarebbe: perché l'Ansa Campania sente l'esigenza di riprendere un post su Facebook del portavoce del governatore? Per di più un post contro il sindaco di Salerno (città nella quale il giornalista Gaetano Amatruda è residente) che, com'è noto, è tra i possibili sfidanti del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Ecco il testo dell'agenzia, battuta alle 16:09 di domenica scorsa:
“Ho letto dell'ennesima sceriffata contro un venditore di caldarroste e pop corn. E' vero che bisogna combattere l'illegalità ma la crociata contro la povera gente e' un'altra cosa. Detesto la sinistra che si esalta per queste cose. Porto nel cuore la sinistra della comprensione, che difende i più deboli. Ma sono un sognatore''.
vincenzo de luca
Lo sostiene su Fb Gaetano Amatruda, portavoce del presidente della giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, riferendosi all'intervento del sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, contro i venditori di caldarroste. “Immagino i sacrifici di un signore che e' costretto a guadagnare quello che può per sbarcare il lunario. Ci sono modi e modi ed io proverei imbarazzo ad esercitare violenza contro un lavoratore così. Il problema e' più generale è complicato.
GAETANO AMATRUDA
Ci sono aree di disagio verso le quali deve essere diverso l'approccio perché il rischio è quello di consegnarle al mondo del malaffare. Fa cose buone questo sceriffo ma quando esagera, quando rinuncia al ragionamento, quando cerca una telecamera ad ogni costo, e' - dice Amatruda - il caso che qualcuno lo inviti a riflettere. Complicato, lo so”. “Sopratutto sarebbe opportuno ricordagli, poi, che a pochi metri dalla sua 'sparata', sul lungomare, ha consentito una disordinata sfilata di bancarelle che fa concorrenza a tanti commercianti salernitani. Non serve e non paga la demagogia, preferisco la serietà”, conclude Amatruda.
Aria fritta, giornalisticamente parlando. Eppure, è finita sull'agenzia d'informazione più importante d'Italia pur non essendo il pensiero di Amatruda, nella circostanza, così originale e incisivo da meritare la dignità di pubblicazione. Ma la cosa interessante di questa storia è la sigla finale del lancio Ansa: dove compare la parola “COM”. Un'abbreviazione che di solito sta per “comunicato”. E allora, la seconda domanda è: chi è che fa il portavoce del portavoce del governatore?
2. I VIGILI FANNO A BOTTE, STOP AL CONCORSO
Paolo Barbuto per “Il Mattino”
VIGILI URBANI
I vigili si prendono a botte fra di loro durante un concorso, scoppia il caos, arriva la polizia. La prova viene sospesa, tutti a casa. Vi sembra una storia incredibile? Allora mettetevi comodi e leggete tutto ciò che è accaduto nella giornata più nera nella storia della polizia municipale napoletana dal giorno della sua fondazione. Quella di ieri per mille vigili napoletani era una giornata importante: tutti in aula per un concorso che avrebbe consentito a cento partecipanti (uno su dieci) di fare un piccolo salto di carriera: dalla categoria C5 a quella D1; sigle che per la maggior parte di voi lettori significano poco ma che nel mondo dei vigili hanno grande importanza.
Chi scavalca questo ostacolo entra nel mondo dei graduati, diventa tenente, aggiunge un simbolo in più sulla divisa e trova un piccolo aumento in busta paga. Capirete, dunque, che per i mille agenti della municipale si trattava di un appuntamento irrinunciabile. Come ogni concorso, anche questo è stato preceduto dall'abituale tensione: ricorsi al Tar, polemiche sull'effettiva necessità di far avanzare in carriera cento dipendenti pubblici. Roba consueta, naturalmente, con la quale chiunque ha partecipato a un concorso è abituato a confrontarsi.
Solo che a questo concorso s'è aggiunto un pizzico di sale in più: uno scontro generazionale. I particolari li leggete nell'articolo qui sotto: in poche parole i vigili più esperti erano arrabbiati perché l'anzianità, a loro dire, aveva un valore troppo basso rispetto alla laurea della quale molti giovani sono dotati. Sapete cosa accade quando scoppia una guerra generazionale?
VIGILI URBANI
Che non esistono regole e che può accadere di tutto. Però, quando si lotta, la situazione rischia di scappare di mano. Ed è proprio ciò che è accaduto ieri mattina. Il primo turno di agenti chiamati a concorso s'è presentato di buon mattino. Erano cinquecento divisi in due palestre del centro polifùnzionale di Soccavo. I primi mugugni si sono presentati quando è stata comunicata la suddivisione delle aule: s'è sparsa la voce che una delle due aule era già destinata ai «vincitori» che avrebbero avuto facilitazioni e che, anzi, già conoscevano le tracce del compito.
Sapete tutti com'è: in ogni esame c'è chi polemizza, anche se dovere di cronaca impone di chiarire che la parte organizzativa ha più volte precisato che non c'era nessuna possibilità di conoscere le tracce in antìcipo e che la divisione per aule è stata affidata al caso. In qualche modo si riesce a dare il via al concorso. E in quel momento accade il primo colpo di scena. Mentre vengono lette le tracce, un gruppo di una cinquantina di vigili impugna il fischietto e inizia a soffiare. Il frastuono non consente di proseguire nella lettura, scoppia il parapiglia.
VIGILI URBANI
E mentre c'è il caos dentro l'aula, succede che un vigile al quale era stato riservato il turno pomeridiano dell'esame, apre la porta e cerca di entrare nell'aula. Il comandante della municipale gli chiede conto dell'intrusione e manda un graduato per allontanarlo e prenderne le generalità. Ma dopo qualche attimo il vigile cade a terra: sostiene di essere stato colpito dal graduato.
La folla è in fermento, si accalca minacciosa, la situazione è incontrollabile. Dopo qualche minuto anche il graduato è a terra: sostiene di essere stato colpito a calci e pugni dalla folla. Il caos, adesso, è totale. Arriva una telefonata alla Questura: correte che qui succede un guaio. Il reparto mobile si presenta in fretta all'ingresso della sede del concorso, ma un pizzico di amor proprio impone ai vigili di operare in autonomia: eseguono da soli lo sgombero delle aule e la polizia resta semplicemente ad osservare che tutto fili liscio, senza ulteriori incidenti. Il concorso, ovviamente, è sospeso.
Si terrà in data da destinarsi, anche la sessione pomeridiana viene cancellata e i mille vigili dovranno attendere ancora, prima di potersi candidare un'altra volta ai cento posti per il grado di tenente. Tredici agenti risultano denunciati per interruzione di pubblico servizio, mentre per un'altra decina, il numero non è ancora definitivo, si valuta la posizione in base al coinvolgimento nella rissa. Il giorno più nero della storia della polizia municipale di Napoli si chiude sotto un temporale violento, nel pomeriggio, quando gli ultimi agenti, delusi, si allontanano dalle palestre dove non si è svolto il concorso.
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