1 - AL CONCERTO COUNTRY DI LAS VEGAS IL TERRORE ARRIVA DAL GRATTACIELO
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
strage di las vegas
La «Strip» di Las Vegas è diventata un campo di battaglia domenica sera, con almeno 59 caduti e 527 feriti. Ma perché? Cosa ha spinto Stephen Paddock, un pensionato di 64 anni, a compiere la strage più sanguinosa nella storia Usa nel cuore della capitale mondiale della trasgressione? Domenica era l'ultima giornata del «Route 91 Harvest Festival», kermesse di musica country, e Jason Aldean era appena salito sul palco all' aperto per chiudere il concerto.
strage di las vegas stephen paddock
Alle dieci e otto minuti i 22.000 spettatori hanno sentito alcune esplosioni: «Ho capito subito - ha raccontato la testimone Tenaja Floyd - che non si trattava di fuochi d' artificio». Erano proiettili, piovevano da una finestra al 32° piano del Mandalay Bay Resort, l' albergo sul lato opposto della «Strip». Nove secondi di spari a raffica, poi trentasette secondi di pausa, e poi ancora scariche di colpi. Almeno 58 persone sono morte, e oltre 500 sono rimaste ferite. Prima dello show, secondo un'altra testimone, una donna aveva minacciato gli spettatori: «Morirete tutti».
strage di las vegas
Sapeva qualcosa? La polizia ha individuato in fretta la stanza da dove venivano gli spari, ma quando ha forzato la porta tutto era già finito. Dentro ha trovato Paddock, che si era suicidato, e diciannove fucili da guerra. Il killer era un pensionato benestante, secondo il fratello miliardario, che viveva in una bella casa di Mesquite, poco a Nord di Las Vegas, con la fidanzata di 62 anni Marilou Danley. Aveva preso una stanza al Mandalay giovedì 28, ma nessuno aveva notato nulla di strano. Giorno dopo giorno però aveva portato dentro il suo arsenale, e un martello per rompere la finestra da cui sparare. Dunque un piano premeditato nei dettagli, che esclude un' esplosione improvvisa di rabbia, e accresce il mistero sulle motivazioni.
strage di las vegas
L'Isis, che a giugno con un video aveva sollecitato i militanti a colpire Las Vegas, ha rivendicato l'attentato: «Paddock era un soldato convertito di recente all'Islam». L' Fbi però ha smentito: non ha trovato tracce nell' albergo, e nulla di inusuale nella casa. Ha parlato con Marilou, che era nelle Filippine e ha detto di non sapere nulla. Eric, il fratello di Paddock che vive in Florida, ha descritto così la sua sorpresa: «È come se ci fosse caduto un meteorite in testa. Stephen non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa, che io sappia. Possedeva armi, ma non era un maniaco. Al massimo aveva beccato un paio di multe».
stephen paddock
Il presidente Trump, in assenza di dettagli, si è limitato a fare un appello all'unità: «Questo è un atto di pura malvagità». Quando gli investigatori scopriranno il motivo, però, i toni cambieranno. Se Paddock ha agito davvero ispirandosi all' Isis non sarebbe una notizia positiva per l' amministrazione, ma almeno giustificherebbe la durezza con cui il capo della Casa Bianca vuole combatterla, anche se il bando degli immigrati islamici non avrebbe evitato la strage.
Se era affiliato a qualche gruppo terroristico interno, l'attacco acuirebbe la spaccatura politica e razziale, che Trump è accusato di fomentare. Se era un «sociopatico», come ha detto lo sceriffo di Las Vegas Joe Lombardo, o uno «psicopatico», come suo padre che rapinava banche, si scateneranno due polemiche. La prima sulla scarsa attenzione per la cura delle malattie mentali, che è la versione preferita dai conservatori per spiegare queste tragedie; la seconda sulla diffusione delle armi, che invece è un tema centrale per i democratici, ma molto imbarazzante per Trump. Negli Usa infatti ci sono più fucili che abitanti.
stephen paddock
La loro diffusione è garantita dal Secondo emendamento della costituzione, un paragrafo ormai anacronistico, che era stato inserito dai padri fondatori per consentire ai cittadini di riprendere le armi se gli inglesi fossero tornati ad invadere l'ex colonia. La lobby dei produttori Nra è però brava ad usare la tradizione culturale americana per difendere i suoi interessi: Obama non era riuscito a piegarla dopo la strage nella scuola di Sandy Hook, e Trump nemmeno ci proverà adesso, perché altrimenti perderebbe i voti della sua base. Secondo le prime informazioni raccolte dagli investigatori, Paddock aveva comprato legalmente le sue armi. Se fosse così, dunque, la polizia non avrebbe potuto fargli neppure una multa, mentre andava a compiere il suo massacro.
2 - UN CONTABILE COL VIZIO DELL' AZZARDO L'INSOSPETTABILE PENSIONATO-KILLER
Francesco Semprini per “la Stampa”
la strage di las vegas
Contabile di professione, giocatore d'azzardo incallito, con la passione per la musica country, e una condotta di vita decisamente riservata. È questo il profilo che emerge dal passato di Stephen Craig Paddock, il pensionato di 64 anni autore di quello che passerà alla storia come il massacro dello Strip, la via di Las Vegas dove era in corso un festival di musica country. Se questa sia una coincidenza o meno lo stanno stabilendo gli inquirenti, così come i contatti con la «jihadisfera».
Le cannoniere social dello Stato islamico non hanno perso tempo nel rivendicare la mattanza di almeno 58 innocenti, per mano del soldato Paddock «da poco convertito all' Islam col nome di Samir Al-Hajib».
la strage di las vegas
Per ora ciò che emerge è che lo «stragista della Strip» non amava mettersi in mostra, e sul casellario giudiziario il suo nome era comparso solo una volta per un vecchio contenzioso con un albergo di Las Vegas in seguito a un infortunio. Il padre invece era noto alle forze dell' ordine, «rapinatore seriale» di banche: Benjamin Hoskins Paddock è stato per anni nella lista dei «most wanted» dall' Fbi dopo essere fuggito da un carcere federale del Texas dove stava scontando una condanna a vent' anni. L' uomo era stato diagnosticato come uno «psicopatico» con «tendenze suicide».
Ma Stephen di tutto questo sembrava non aver ereditato nulla, aveva un regolare porto d' armi, la licenza di caccia e la licenza di volo. Cosa lo abbia fatto sentire titolare anche della licenza di uccidere è da appurare. «Come un asteroide caduto dal cielo», dice Eric Paddock, fratello del killer, sconvolto.
la stanza del mandalay bay da cui ha sparato stephen paddock
«Non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa e non c' era alcuna indicazione che potesse fare una cosa del genere. Era normale - prosegue -. Qualcosa deve essere successo, ha perso la testa». Alcuni azzardano l' ipotesi dei debiti di gioco, perché il vizio di scommettere Stephen lo aveva. «Giocava forte a video poker - dice il fratello -, una volta mi ha mandato un messaggio dicendo di aver vinto 250 mila dollari».
Il killer, prima della pensione, aveva lavorato come contabile e poi nel settore immobiliare, in particolare nell' area di Orlando, in Florida, dove vive la sua famiglia. Di recente spariva per periodi prolungati, secondo il fratello per dedicarsi a «full-immersion» di gioco d' azzardo, una passione, o meglio un vizio, che condivideva con Marilou Danley, la donna di origini asiatiche, con cui ha vissuto per diversi anni a Reno, in Nevada.
il padre di stephen paddock
I due però avevano anche una casa a Mesquite, fuori Las Vegas, dove Stephen si era trasferito da Melbourne, Florida, dopo aver vissuto in California e Texas. I vicini raccontano di aver avuto contatti con la donna - l'unica che potrebbe dare spiegazioni ulteriori -, ma non con l'uomo, a conferma della sua riservatezza. L'ultima a sentire il killer è stata la madre 90enne che vive in Florida: circa due settimana fa, era stata contattata dal figlio, sempre con un messaggino, dopo il passaggio dell' uragano Irma.
Poi più nulla. Un nuovo periodo di «apnea», l'ultimo, prima della mattanza. Ed è proprio in quell' apnea che si concentrano gli inquirenti, per capire se stavolta la sua condotta riservata, celasse un seme di follia, un laico intento omicida o la conversione al jihadismo. E dare un movente alla peggiore strage della storia americana.
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