INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Marco Ansaldo per la Repubblica
Meno cardinali in Curia. Tre-quattro grandi poli in cui raggruppare la pletora attuale di dicasteri vaticani. Creazione di un nuovo ufficio dell’Ambiente, caro a un Papa pronto a varare un’Enciclica verde. Più «trasparenza» e «vera collegialità ». Questi i punti principali su cui si sta sviluppando la riforma della Curia, nelle linee delineate in questi giorni dal Consiglio ristretto dei cardinali, il cosiddetto C9 guidato dall’honduregno Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, e discusse in Vaticano prima della creazione dei 20 porporati. Ma riuscirà Francesco a far passare la sua nuova rivoluzione, tesa a diminuire il potere dei cardinali curiali, e destinata a causare resistenze e polemiche? Vediamone, intanto, una per una le novità.
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DUE NUOVI POLI
La riforma, per come è stata presentata nell’Aula del Sinodo ai 165 porporati presenti, punta a istituire due Congregazioni che accorperebbero temi e funzioni ora distribuiti in più dicasteri. Una per laici, famiglia e vita, che metterebbe in risalto l’importanza del laicato. E una per carità, giustizia e pace. Questi due nuovi poli raccoglierebbero diversi Pontifici consigli (come ad esempio “Cor Unum” sulla solidarietà, “Iustitia et Pax”, Sanità, Migranti, ecc.) e ad essi si potrebbero unire anche l’Accademia per la vita e l’Accademia delle Scienze sociali, come pure la Caritas Internationalis.
SUPERMINISTERO CULTURA
INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Nella riunione del C9 sono stati ascoltati il cardinale Gianfranco Ravasi, sul futuro del Pontificio consiglio per la Cultura da lui presieduto, e monsignor Paul Tighe, segretario di quello per le Comunicazioni sociali. Ravasi ha proposto la creazione di una nuova grande Congregazione che sommi quella già esistente per l’Educazione cattolica alla Cultura, e contempli altri satelliti come le Pontificie accademie delle Scienze e delle Scienze sociali, i Musei e la Specola (entrambi adesso sotto l’egida del Governatorato), l’Archivio e la Biblioteca vaticana. Candidato naturale a reggere un superministero come questo può essere lo stesso Ravasi. Un altro nome che si fa largo è quello di padre Antonio Spadaro, direttore della rivista La Civiltà Cattolica , gesuita come Jorge Bergoglio, primo intervistatore di Papa Francesco, e uomo attento al mondo della letteratura quanto ai nuovi media.
INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
DILEMMA ECONOMIA
Ancora in discussione il destino dei dicasteri economici. Smentite le frizioni sul controllo dei bilanci fra la neonata Segreteria per l’Economia del cardinale George Pell e Propaganda Fide del “Papa rosso” Fernando Filoni, chi guiderà in futuro le finanze vaticane? Il dilemma riguarda se i vari altri organismi che godono di disponibilità finanziaria (come Segreteria di Stato, Propaganda Fide, Chiese orientali, Dottrina della fede, Apsa e Governatorato) riusciranno a conservare le loro prerogative.
INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
UN UFFICIO PER L’AMBIENTE
Emerge un nuovo settore che riguarda «la salvaguardia del creato, visto da un punto di vista non solo naturalistico ma anche dell’ecologia umana e sociale». L’intenzione di Francesco è di creare un sottodicastero dedicato all’Ambiente, da far confluire in uno dei due nuovi poli in gestazione, ma comunque dotato di un certo peso.
UN CANTIERE APERTO
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I lavori della riforma non termineranno prima del 2016. «È un cantiere aperto», commenta il portavoce papale, padre Federico Lombardi. Non è chiaro il destino di altri dicasteri: come quello per il Dialogo interreligioso, o per la Nuova evangelizzazione, guidato da monsignor Rino Fisichella e ultimo ministero vaticano della storia, creato dal predecessore di Francesco, Benedetto XVI.
filippine la visita di papa bergoglio a manila 8
MENO CARDINALI
Meno ministeri significa meno cardinali in Curia, come ha detto ieri monsignor Marcello Semeraro, segretario del C9. Ma questo potrebbe portare in futuro resistenze al Papa, si commenta Oltretevere. Persino dai suoi sostenitori, una volta visto diminuire il loro potere alla testa di dicasteri destinati, presto, a scomparire.