virginia raggi roberta lombardi
Francesca Schianchi per “la Stampa”
«Se dovessero esserci degli illeciti, sarà la Procura a deciderlo. Io mi limito a dire che questi audio sono un po' crudi». A sera, dopo che la politica per tutto il pomeriggio non ha fatto che parlare del "caso Raggi", interviene anche Roberta Lombardi, capogruppo M5S in Regione Lazio. E alla sindaca con cui non ha mai avuto grande sintonia non chiede «in questo momento» le dimissioni. A meno che, mette in chiaro però, non arrivi un' indagine: in quel caso «cambierebbe tutto».
virginia raggi roberta lombardi beppe grillo
La Raggi rigetta l'accusa di aver fatto pressioni: il no al bilancio Ama, spiega via Facebook, era per evitare premi ai dirigenti. La convince?
«Io vengo dal mondo delle aziende e so che il meccanismo di premialità dei manager lo definisce il Consiglio di amministrazione espresso dal socio».
Che è il Campidoglio
«Appunto. Se il socio ha dato l'input che, a fronte di un determinato risultato, ci deve essere il premio, forse ha sbagliato a monte».
«Ho la città praticamente fuori controllo - ammette la Raggi - in alcune zone i romani vedono la merda»
roberta lombardi virginia raggi
«Da romana me ne rendo conto».
Non le sembra una dichiarazione di impotenza sconcertante da parte di un sindaco?
«Che Roma sarebbe stata una sfida improba lo sapevamo da quando, nel 2013, siamo entrati in consiglio comunale. All'epoca c'era una relazione assidua tra noi romani, tra il Campidoglio e gli altri livelli, e io chiesi e ottenni che ci fosse un minidirettorio, proprio perché avevamo capito che Roma o la affronti come una testuggine compatta o non la governi. Il fatto che il M5S in Comune si sia isolato è un problema».
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Che rapporti ha con il Campidoglio lei oggi?
«Nessun rapporto personale con la sindaca, ma un rapporto politico con assessori e consiglieri che si occupano di temi che interessano anche la Regione. Tra noi la relazione sarebbe bene che fosse stretta, ma non sempre è così».
La Raggi ha detto ieri in un' intervista al Fatto che il M5S in Regione non ha una linea: una frecciatina a lei?
«Evidentemente la sindaca era occupata a tenere sotto controllo la città e non si è accorta che siamo riusciti a far passare vari provvedimenti del nostro programma. Abbiamo istituito una commissione speciale sui piani di zona, messo in bilancio cinque milioni di euro per Roma per rifare il manto stradale, abbiamo tutelato un' area sottraendola al rischio di una grande speculazione immobiliare. Ma forse la sindaca era in altre faccende affaccendata».
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Bisognerebbe affiancarle di nuovo un minidirettorio?
«Oggi non credo ci siano più le condizioni. La Raggi che non lo ha voluto all' epoca deve assumersi le sue responsabilità».
E quindi qual è la soluzione per evitare una città «fuori controllo»?
«Voglio continuare a essere fiduciosa che il lavoro fatto nei primi due anni e mezzo, per quanto non evidente agli occhi dei romani, porti i suoi frutti».
Altrimenti meglio le dimissioni come chiede la Lega? Per inadeguatezza, dice Salvini.
DI MAIO RAGGI LOMBARDI
«Salvini sta portando avanti da mesi un'Opa su Roma. Noto che proprio oggi (ieri, ndr) che un suo sottosegretario viene indagato, la Lega lancia la richiesta di dimissioni per una persona non indagata. Se poi la sindaca sia adeguata o meno lo decideranno i cittadini».
Tra due anni e mezzo? O dovrebbe dimettersi e consentire ai cittadini di valutarlo al più presto?
«Io non credo che la Raggi debba dimettersi in questo momento. Inciampi ed errori ne sono stati fatti, penso anche a questi audio, ma solo la rilevanza penale cambierebbe tutto».
Dice? Ma l'obbligo di dimissioni nel M5S non scatta solo con una condanna in primo grado?
RAGGI LOMBARDI
«È vero, ma oggi (ieri, ndr) Di Maio ha giustamente chiesto al sottosegretario Siri, indagato per corruzione, di valutare il passo indietro. Ci sono reati su cui anche solo l' indagine è particolarmente odiosa. Io non ho chiesto le dimissioni della Raggi per falso ideologico, se fosse però coinvolta da indagini di altro tipo allora cambierebbe lo scenario. Ma spero che questo non avvenga».