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    ROMA BRUCIA ANCORA – DIETRO GLI INCENDI A ROMA L'OMBRA DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA - APERTA UN'INCHIESTA PER VERIFICARE L'IPOTESI DOLOSA DEL ROGO DI SABATO NEGLI SFASCIACARROZZE DI CENTOCELLE: NEGLI ULTIMI ANNI SONO STATI MOLTI GLI INCENDI CHE HANNO INTERESSATO GLI AUTODEMOLITORI, DIETRO I QUALI SPESSO SI ANNIDA L'ATTIVITÀ DELLA CRIMINALITÀ –  IL SINDACO GUALTIERI: “PER QUANTO RIGUARDA I ROGHI QUALCUNO È DOLOSO. CERTO C'È LA MANO DELL'UOMO” – VIDEO


     
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    Grazia Longo per “la Stampa”

     

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    Un'inchiesta della procura per accertare se l'incendio è stato di natura dolosa o colposa e il faro puntato sul legame tra l'allarme roghi e l'emergenza rifiuti. Sono questi i due nodi fondamentali che scaturiscono dall'incendio che sabato pomeriggio ha devastato la periferia Est della Capitale, partito dalle sterpaglie del Parco di Centocelle e propagatosi nei vicini impianti di autodemolizione con una colonna di fumo nero fino al Colosseo.

     

    Le indagini dei magistrati e delle forze dell'ordine sono concentrate a capire se dietro le fiamme c'è la mano di un piromane o il gesto di qualche sconsiderato che voleva fare pulizia. Stamani, dopo l'esame di tutte le informative di polizia e vigili del fuoco, sarà aperto formalmente un fascicolo di indagine che sarà supervisionato dal procuratore Francesco Lo Voi. Ma altrettanto importante è l'intreccio tra rifiuti e incendi.

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    L'assessora comunale all'ambiente Sabrina Alfonsi denuncia: «Se il movente è di stampo mafioso non possiamo dirlo. Il tema è che in quasi tutti gli incendi c'è di mezzo la filiera dei rifiuti. La zona da dove è partito l'incendio di sabato era stata sgomberata non più di un mese e mezzo fa e c'era un'area di smistamento dei rifiuti. Da qui è divampato il rogo, le fiamme hanno seguito la linea di questi rifiuti per arrivate poi agli autodemolitori».

     

    Ma a parte la posizione del Campidoglio, che oggi presenterà un esposto in procura, c'è il fatto che la Capitale è sommersa dalla spazzatura e in molti angoli della periferia ci sono delle vere e proprie mini discariche abusive. Non solo, anche i cassonetti straripano all'inverosimile ed è già capitato che qualcuno abbia appiccato il fuoco per distruggere i rifiuti. Per non parlare di chi ha innescato un incendio tra le sterpaglie. Dall'inizio di giugno i carabinieri hanno denunciato una decina di persone per gesti simili e in un caso si è anche proceduto all'arresto in flagrante di un uomo che ha appiccato quattro incendi.

     

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    Non a caso, nel comitato di sicurezza e ordine pubblico che si è svolto ieri pomeriggio in prefettura su richiesta del sindaco Roberto Gualtieri è stato deciso il monitoraggio degli insediamenti abusivi e di sversamento di rifiuti. L'amministrazione capitolina ha deciso, inoltre, di destinare 3 milioni, immediatamente spendibili, per la manutenzione straordinaria degli idranti stradali. Rafforzato anche il sistema antincendio con l'acquisto di autobotti. E per far fronte al problema dei rifiuti il prefetto Matteo Piantedosi ha annunciato l'apertura, tra oggi e i prossimi giorni, degli impianti di smaltimento ad Albano (in provincia di Latina) e a Guidonia, che saranno entrambi commissariati per effetto dell'interdittiva antimafia.

     

    E il sindaco Gualtieri afferma: «Situazione gravissima, andremo avanti su impianti che servono. Per quanto riguarda i roghi qualcuno è doloso. Certo c'è la mano dell'uomo». Sul fronte spazzatura non dobbiamo dimenticare, infine, i tanti operatori Ama che tornano al lavoro dopo le visite fiscali: dopo i 200 recuperati a maggio, a giugno se ne sono aggiunti altri 125.

     

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    Dopo gli incentivi di Natale per aumentare l'indice di produttività e ripulire Roma, il Campidoglio ha deciso una stretta con un potenziamento delle visite al personale in malattia: a maggio sono state 3.906, oltre il doppio del 2021-22. Dopo i controlli in 200 sono tornati al lavoro. Per quanto concerne i roghi, gli inquirenti al momento prendono in considerazione tutte le ipotesi investigative anche se appare presto ipotizzare moventi mafiosi. Se ciò avvenisse, il procedimento potrebbe finire alla Dda. Negli ultimi anni, infatti, sono stati molti gli incendi che hanno interessato gli autodemolitori, dietro i quali spesso si annida l'attività della criminalità organizzata. 

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