1. NELLA CLASSIFICA DELLE CITTÀ VIVIBILI MILANO VOLA BASSO, ROMA CROLLA
Giuseppe Pollicelli per ''Libero Quotidiano''
TRENO E AEREO ROMA MILANO
Se si dà la giusta importanza - cioè un' importanza assai ridotta - ai minimi avvicendamenti registrati tra una città e l' altra rispetto alle graduatorie degli ultimi anni, emerge chiaramente come la classifica 2016 sulla qualità della vita in Italia, elaborata dal quotidiano economico "Italia Oggi" con l' Università La Sapienza di Roma e pubblicata ieri, riservi poche sorprese. Anzi, forse la sorpresa è una soltanto: la posizione bassa occupata da Milano, 56ma su 110 capoluoghi di provincia. Una performance da "parte destra della classifica", per usare il gergo calcistico.
La metropoli lombarda, celebrata da almeno un paio d' anni per lo straordinario sviluppo di cui recentemente è stata protagonista, ha ceduto ben sette posizioni rispetto al 2015, vanificando i miglioramenti ottenuti fra il 2010 e il 2014.
SALA PISAPIA
Considerando il bilancio positivo dell' esperienza Expo (al di là dei futuri - e ancora incerti - utilizzi dell' area); il costante miglioramento della reputazione di Milano presso i media e i visitatori stranieri, questi ultimi in progressiva e sensibile crescita sia sotto il profilo numerico che qualitativo; un' offerta culturale vasta e di alto livello, che ha contribuito a far sì che per la città meneghina venisse recuperata la definizione di "capitale morale del Paese"; considerando tutti questi fattori, non riesce semplice comprendere i motivi di un piazzamento così poco lusinghiero.
È vero che dei nove contesti presi in esame dalla ricerca ce ne sono alcuni molto più penalizzanti di altri per la città della Madonnina, che ha per esempio ceduto qualcosa come 47 posizioni in due anni per quanto concerne il disagio sociale dei propri abitanti. Un risultato tanto negativo, però, deve per forza implicare una valutazione globalmente - e non solo settorialmente - severa.
ALEMANNO MARINO
Si può allora provare a ipotizzare che ad aver peggiorato la qualità della vita dei milanesi siano i pur indispensabili - e in prospettiva vantaggiosi - cantieri del Metrò 4. Le stime degli esperti potrebbero poi aver tenuto conto dello stato di degrado della Stazione Centrale - determinato soprattutto dall' infinita questione profughi - e dal non lieve problema sociale rappresentato dagli episodi di violenza verificatisi in seno ad alcune comunità straniere (specie sudamericane) per ragioni legate al controllo criminale di porzioni di città.
Se la bocciatura di Milano non può non destare stupore, non suscita invece meraviglia quasi nessuno degli altri dati. In cima alla classifica, dopo 5 anni, non c' è più Trento bensì Mantova, ma Trento risulta pur sempre seconda e Mantova occupa le posizioni di testa sin da quando la ricerca è stata svolta per la prima volta, 18 anni fa. Il Sud è messo molto peggio del Nord e del Centro, tant' è vero che non una città meridionale compare prima del 49mo posto, occupato da Campobasso.
Napoli è terzultima e tutte le ultime venti posizioni sono appannaggio di città del Sud (a parte Imperia, 103ma). Sicuramente non inattesa, poi, è la catastrofica prova fornita da Roma, che precipita nelle zone più basse (88ma, prima di Lecce e dopo Frosinone) cedendo 19 posizioni rispetto al 2015 e 31 nel confronto con il 2014.
VIRGINIA RAGGI E LA CARTA DI CREDITO
I peggioramenti della Capitale riguardano la dimensione affari e lavoro (-15 posizioni, 67mo posto), il disagio personale e sociale (58ma, l' anno scorso era 42ma) e il tenore di vita (103esima). La tendenza generale è evidente: si vive bene nei centri medio-piccoli del Nord, mentre le grandi città, con il caso eclatante di Roma e la sola eccezione di Torino (che rimane tuttavia 70ma), patiscono in maniera sempre più pesante i grandi problemi della nostra epoca: dalla crisi occupazionale al fenomeno migratorio.
2. «SE LA CITTÀ SI È INVOLGARITA È COLPA ANCHE DEI ROMANI»
Fabio Rossi per ''Il Messaggero''
Giuseppe De Rita, presidente del Censis. Si aspettava questo crollo della Capitale?
«Il dato va incontro a una percezione ormai generalizzata. È diventato normale parlar male del modo di vivere a Roma, dell' inciviltà: siamo ormai un bersaglio facile. Mi sarebbe apparso strano il contrario».
Giuseppe De Rita
La ritiene una visione esagerata?
«Oggi Roma è una città effettivamente poco vivibile, poco stimata da chi ci vive ma anche da chi non ci vive. I primi a non stimarla siamo noi romani».
Quali sono i motivi?
«Si tratta di un problema complesso: credo che abbiamo perso il senso della funzione di una città come Roma, ci siamo involgariti nella nostra vita quotidiana. E non abbiamo una classe dirigente all' altezza, che si forma su una funzione e non su alchimie elettorali».
Quando è stata persa questa funzione, secondo lei?
«L' ultimo sprazzo è stato il Giubileo del 2000, e in quegli anni, fino alla sindacatura Veltroni, si è provato a dare una funzione alla Capitale sul fronte dello spettacolo e dell' innovazione tecnologica».
E dopo cosa è cambiato?
«Poi ci siamo seduti sul ruolo di una città tutta di turismo, piena di ristoranti e tavolini ma con poche altre prospettive».
Da dove è partito il crollo della Città eterna?
«Turismo e pubblico impiego sono le due colonne che sono andate in crisi, sotto il profilo dell' immagine».
taglio del nastro della nuvola raggi fuksas veltroni renzi rutelli
Roma ha fatto grossi passi indietro anche per quanto riguarda il tenore di vita. Segnale di un impoverimento medio che da queste parti potrebbe aver colpito con più forza, rispetto al costo medio della vita?
«L' impoverimento è relativo, secondo me. Abbiamo appena vissuto un black friday, di importazione americana e di cui i romani non sapevano nulla fino a poco fa, che ha visto però la città piena di gente che comprava. E non erano turisti».
Ma il ceto medio sembra in forte sofferenza.
«In effetti è saltato tutto il ceto medio impiegatizio. Ma non perché si è impoverito, crollato perché non c' è più la funzione al quale era stato chiamato. Prima fare il funzionario pubblico era un simbolo di status. Ora non più, anche perché la politica ha verticalizzato i poteri, svuotando la burocrazia di élite».
magritte05 rutelli veltroni
Un altro settore con segno fortemente negativo, nella Capitale, è quello della sicurezza.
«Su questo punto non sono d' accordo. Ormai le bande criminali sono un po' ovunque.
Anzi, noi abbiamo vissuto un Anno Santo in cui il controllo delle strade e della criminalità è stato rigoroso».
Crede che basti?
«L' anno scorso, alla partenza del Giubileo arrivavamo dalla stage del Bataclan e da una serie di attentati terroristici e temevamo il peggio. Invece non è successo nulla, secondo me adesso Roma non può essere definita una città insicura».
3. CLAUDIO STRINATI: ''ROMA ORMAI HA UNA POLITICA CULTURALE MODESTA''
Laura Larcan per ''Il Messaggero''
Claudio Strinati, divulgatore d' arte, soprintendente di lungo corso, Roma precipita all' 88esimo posto per la qualità della vita. Come se lo spiega?
«Dipende da come è amministrata la città, e Roma ha un' amministrazione con molti difetti. Soprattutto su quello che incide di più sulla qualità della vita, vale a dire i trasporti e la nettezza urbana, che rappresentano un problema gigantesco, insieme alle politiche sociali e alla cultura».
anna e claudio strinati
Roma sembra incapace di tesaurizzare le proprie doti. Perché secondo lei?
«La gestione della vita culturale della città non è affatto buona. E questo incide sulla qualità della vita, molto più di quanto pensino tanti politici. Facciamo un paragone con Milano. Qui c' è una vivacità culturale e un' attenzione alla buona gestione della città superiore a Roma. È incredibile come a Roma non si colleghi una politica culturale di alto livello con una migliore gestione della viabilità e dei trasporti».
La politica insomma ha la sua parte di colpa?
«La politica culturale a Roma è modesta. Quello che era il polo culturale più forte, cioè l'azienda Palaexpo, è stato smontato. Le Scuderie del Quirinale attendono di risorgere. Le mostre attuali non sono di alto prestigio, e un programma culturalmente complesso e articolato non c' è. Mi chiedo, qual è la grande offerta popolare di Roma. Resta il Vaticano, che non è ne' Roma ne' Italia, e il Colosseo».
Pensa che il progetto del ministro Dario Franceschini di costituire un parco archeologico unificato a gestione autonoma tra Colosseo e Foro possa aiutare la qualità dell' offerta culturale?
«Potrà aiutare. Tutto quello che va in direzione di un compattamento gestionale è positivo. Il Colosseo ne ha bisogno. Roma declina anche perché ha gestioni troppo separate.
Franceschini è un ministro che ha un progetto e lo attua. Lo si può condividere o meno, ma fa il suo lavoro».
dario franceschini
Certo, non si può dire che a Roma manchi il turismo.
«Ma è gestito in modo incompatibile con la qualità della vita. Penso alla pressione scandalosa dei pullman turistici. Fino ad oggi c' è stata un' anarchia terrificante dei torpedoni. Per non parlare dei bivacchi sotto al Colosseo».
Secondo lei, le criticità legate al decoro hanno ripercussioni sulla qualità della vita?
«Il decoro a Roma non esiste. E un' attenzione al decoro migliora la vita di tutti. Non c' è città a questo mondo più colta di Roma, perciò se la gestione della vita dei cittadini non è attenta a questa peculiarità, le cose peggiorano».
Pensa a qualche fenomeno nello specifico?
«Penso alla proliferazione dei Bed&Breakfast. Cosa che provoca lo sconquasso della vita in un' infinità di condomini. Penso ai minimarket, all' ambulantato. Quello che abbassa la qualità della vita è la mancanza assoluta di regole generali e di controlli».
Roma è destinata a scendere ancora di più nella classifica?
AMBULANTI
«Roma declina perché nessuna amministrazione si decide a varare dei veri progetti urbanistici e culturali. Le faccio un esempio: per chiunque voglia fare una manifestazione, si blocca la città. Sabato dovevo tornare a casa con l' autobus ma le strade erano chiuse per i cortei. Ma perché non posso essere libero di muovermi? Questo fa parte di un modo superficiale di amministrare, che abbassa il livello di benessere anche morale».
Alla fine Strinati si scusa, ma deve andare al Teatro dell' Opera.
Professore, lo sa che c' è un' altra manifestazione in centro ora?
«Un' altra? Non riuscirò mai ad arrivare in tempo. Vede quant' è snervante Roma?»
AMBULANTI