BABY SQUILLO PARIOLI
Adelaide Pierucci per “Il Messaggero”
LA SENTENZA Nessuna attenuante e interdizione perpetua dalle istituzioni pubbliche e private frequentate dai minorenni, oltre due anni di carcere. Stangata per un cliente delle baby squillo, un universitario di 24 anni, di piazza Bologna, che sogna di fare l' avvocato e che si è ritrovato sul banco degli imputati invischiato con lo scandalo dei Parioli. Un ventenne col pallino del sesso a pagamento e incline alla menzogna, secondo il gip Paola di Nicola, che ha firmato la sentenza di condanna in abbreviato.
Un cliente del giro delle due baby di 14 e 15 anni che ricevevano nel sottoscala di via Parioli che, in aula, a faccia a faccia con in magistrati, aveva tirato fuori la scusa che il sesso con la baby squillo non l' aveva fatto perché la lucciola che si era ritrovato davanti non corrispondeva al suo concetto di ragazza ideale, «al modello di donna della Roma bene».
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«Non era nel mio stile, nelle mie necessità, in quel momento», ha detto. Ecco, perché ha provato a giustificarsi, dopo aver contrattato con tre telefonate sesso per 150 euro, sarebbe entrato sì nell' appartamento di via Parioli 190, ma poi sarebbe andato via rinunciando all' appuntamento. «Sostanzialmente», ha detto, «Non era nel mio stile. E comunque non avevo stabilità emotiva per proseguire anche nell' incontro». L' ambiente, ha aggiunto, non gli era congeniale.
BABY SQUILLO PARIOLI
Bugie, secondo il giudice. «Gli elementi di prova portano a ritenere che il rapporto a pagamento sia stato consumato» e che quindi l' imputato abbia commesso il reato di prostituzione minorile. «L' unico e incontrastato dato oggettivo risultante dagli atti», ha scritto il giudice, «sono gli accordi telefonici sul rapporto sessuale: oggetto, luogo e prezzo». Rapporto completo, viale Parioli 190, 150 euro. Ipotesi alternative non ne ha intravviste il giudice, e neanche il pm Cristiana Macchiusi, che ne aveva sollecitato pure la condanna.
LE DICHIARAZIONI Le dichiarazioni dell' imputato, infatti, hanno aggravato solo la sua posizione processuale essendo «del tutto illogiche».
Tra queste quella di essersi presentato come un cliente novello, ma incuriosito prima dalla prostituzione. E per di più perché indotto da un disagio psicologico, causato dalla morte del padre. «Una strumentalizzazione piuttosto goffa di un evento drammatico», ha scritto il gip, «visto che la scomparsa risaliva a tre anni prima».
BABY SQUILLO PARIOLI e ffac c d f ee ecb
E' proprio il linguaggio usato dall' indagato che ha reso l' interpretazione fantasiosa. «Quanto? Ho capito. Alta, mora. Tettona, quinta di seno» Era stata la risposta di lei. E senza alcun imbarazzo, si sottolinea nella sentenza, come se gli stessero dando le misure di una scarpa o di un oggetto qualsiasi l' indagato aveva commentato: «Ho capito, va bene». Nessun disagio quindi. L' ultima bugia, quella cruciale.
Sull' età della lucciola. «Io non ho riscontrato minimamente la differenza d' età», ha detto in aula, «non sapevo riconoscere se fosse,una minorenne di 16, 17 anni, o di 18, 19». La conclusione: non gli è stato concesso nemmeno il beneficio della sospensione condizionale della pena: «Nulla fa ritenere che in futuro l' imputato si asterrà dall' intrattenere rapporti con minorenni».
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