Fabrizio Roncone per corriere.it
Si comincia a scrivere alle 19.30, quando arriva l’ordinanza.
de luca
Pazzesco, sì: resta gialla.
Però è inutile andare a cercare Vincenzo De Luca su Facebook. Non è sera da teatrino. Il governatore non commenta in diretta come gli piace fare: con lo sguardo vitreo, la voce tremante, tagliente. Eccessivo e visionario, bieco e intimidatorio. Così dentro un situazionismo magnetico e tragico, da essere oltre Maurizio Crozza, oltre ogni parodia.
Il governatore De Luca evita di dare spettacolo perché è un vecchio uomo da palco, da comizio. E capisce che stasera è meglio tacere.
Sa ciò che sappiamo tutti.
Dal Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, ecco ancora immagini che nemmeno a Bagdad, in quei giorni. I sindaci del casertano sollecitano l’invio dell’esercito. Il sindacato regionale dei medici di famiglia chiede un lockdown totale. Chiede che la Campania diventi rossa.
cardarelli napoli
Ma anche Vincenzo De Luca l’avrebbe voluta rossa. Fate mente locale. Torniamo a due settimane fa.
All’improvviso, l’uomo che è riuscito a tenere la prima ondata di Covid-19 fuori dai propri territori — mai si capirà se per reali meriti organizzativi o per un puro e benevolo capriccio del virus — si ritrova sotto assedio, con il dilagare impetuoso dei contagi e un sistema sanitario subito al collasso. Così chiede misure urgenti ed estreme. Urla, minaccia, invoca.
vincenzo de luca
De Luca avverte il pericolo.
Ha paura fisica (del resto, ha 71 anni suonati).
Lui che gongola quando ancora qualcuno lo chiama con il vecchio soprannome di «Sceriffo». Lui che ha il lanciafiamme come metafora preferita. Lui scappa.
Lascia il suo ufficio nel palazzo di via Santa Lucia, a Napoli, sede della Regione Campania, e si rifugia a Salerno, la sua città, nei locali del Genio Civile.
La sera del 23 ottobre è nel salotto di casa, ha da poche ore benedetto il coprifuoco imposto dal premier Conte. Sta controllando su Facebook — considerate che come molti potenti è di una vanità quasi femminile — quanti «mi piace» ha preso il suo tradizionale spettacolino del venerdì.
Poi squilla il cellulare. Chiamano dalla prefettura di Napoli. La città è insorta. I camerieri delle pizzerie costrette a chiudere alle 18 insieme agli ultrà del Napoli, a criminali comuni. Guerriglia urbana sul Lungomare Caracciolo, in piazza Municipio. Molotov, cassonetti rovesciati, i feriti vanno a farsi medicare al pronto soccorso del Cutugno ma lì trovano — fuori, all’aperto, sotto i lampioni gialli — la fila dei malati di Covid.
de luca meme
Non va bene, pensa.
Ma non sono tanto, o non solo, gli scontri, a preoccuparlo.
De Luca ragiona da politico. La popolazione lo ha appena riconfermato — in alcune province i numeri sono stati entusiasmanti — alla guida della Regione. Con tutto ciò che ne consegue, e che di lui piace: la Campania gestita come fosse un Granducato, mischiando il dialetto a Cicerone, pittoresco, pitonesco, geniale artigiano dell’oratoria studiata da grigio dirigente comunista e poi affinata negli anni che lo portarono a prendersi Salerno, sindaco con effetti speciali, i manganelli — «Meraviglioso oggetto di persuasione» — e fontane d’acqua nelle piazze, chiamato per questo non solo «Sceriffo», ma ad un certo punto anche «O’ Faraone», mentre lui non smette di schernirsi, definendosi «solo un liberale gobettiano».
CROZZA VERSIONE DE LUCA
De Luca piace così. E così vuole continuare a piacere. Perciò, all’improvviso, frena. Se la Campania deve diventare rossa, che l’ordine arrivi da Palazzo Chigi.
A questo punto si scatena una sconcertante sarabanda di dati. Fino al 19 ottobre, i posti disponibili in terapia intensiva risultano essere 113; poi, da un giorno all’altro, diventano 227 e, da venerdì scorso, addirittura 590. La Campania viene designata «gialla», ma partono gli ispettori del ministero della Salute.
VINCENZO DE LUCA
Partono anche i sopralluoghi dei carabinieri del Nas. Luigi de Magistris — a lungo impegnato soprattutto a fare l’ex magistrato ospite a Non è l’Arena di Massimo Giletti — vede la bolgia dei napoletani senza mascherina, si ricorda d’essere sindaco di Napoli, e riapre le ostilità con De Luca. «Così andiamo a sbattere». De Luca: «Qualche amministratore imbecille va in giro a parlare male di Napoli e della Campania». E aggiunge, serrando i denti: «Solo gli invidiosi vogliono che la Campania da gialla diventi rossa».
napoli folla
Il governatore decide che è arrivato il momento, si sente ormai maturo e allora da dilettante che recita su Facebook finisce nel teatro dell’assurdo, tra Eugène Ionesco e Samuel Beckett, e mette in scena il suo capolavoro: «De Luca che attacca De Luca».
Vuole la Campania rossa e la vuole pure gialla.
Forse, chissà, chi può dirlo.
Momento complicato, per noi cronisti politici
VINCENZO DE LUCA - MEME de luca e il coronavirus meme
vincenzo de luca in visita all'ospedale covid di boscotrecase 4 vincenzo de luca sui navigli vincenzo de luca 1 napoli mare vincenzo de luca 4 vincenzo de luca 2 vincenzo de luca in visita all'ospedale covid di boscotrecase 2