ETTORE ROSATO
1 - GOVERNO: ROSATO (IV),FIDUCIA NON C'È PIÙ, SCIUPATA DA CONTE
(ANSA) - "Bisogna costruire un rapporto fiduciario di maggioranza che oggi non c'è più. Conte ha sciupato la fiducia che aveva". Lo dice Ettore Rosato di Iv a Sky Tg24. Rosato sottolinea che "anche i ministri del M5S non hanno apprezzato che il premier abbia mandato la ripartizione dei 210 miliardi del recovery fund alle due del mattino senza discuterne con nessuno, secretando i progetti, per approvarli alle nove in Consiglio dei ministri. Questo ha fatto cadere la nostra fiducia. E allora o il premier dice quale sia il suo percorso per i prossimi mesi o per noi questo governo è una esperienza finita". "Le dimissioni dei ministri non le ha pronte Renzi, ma le hanno pronte le ministre", conclude.
GIUSEPPE CONTE - MATTEO RENZI
2 - CONTE E L'AUT AUT DI RENZI: HO CAPITO CHE RISCHIAMO E IL PD NON ESCLUDE LE URNE
Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”
«L'ho capito benissimo che rischiamo. Io farò di tutto per cercare una strada che eviti la crisi e per scongiurare le insidie di Renzi...». È uno dei sabati mattina meno rilassati della storia dei governi Conte. Perché è il day after del decretone di Natale, quello in cui presidente del Consiglio e ministri testano il polso di un Paese sottoposto a una nuova ondata di chiusure.
MATTEO RENZI TERESA BELLANOVA
I sondaggi che tengono conto del dibattito sui provvedimenti anti Covid-19 delle ultime settimane - a cominciare da quello di Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera , che premia l' incredibile balzo nella popolarità di Roberto Speranza - sono un buon segnale. Nel senso che, a ragione o a torto, l' apprezzamento registrato nei confronti del ministro della Salute - il più apertamente ostile alle riaperture, insieme a Dario Franceschini - può essere la spia di come la maggioranza degli italiani possa arrivare a promuovere anche la stretta sulle festività natalizie arrivata ieri l' altro.
elena bonetti e la pizza
Eppure a infestare di incubi la notte di Conte e dei ministri è sempre la questione Renzi.
A margine dell' ultimo Consiglio dei ministri che ha licenziato il decreto legge sulle zone rosse tra Natale e l' Epifania, due componenti dell' esecutivo hanno risposto alle sollecitazioni del premier, che gli chiedeva conto dei loro «sondaggi» con Renzi. «Ci ho riparlato. Fa sul serio», ha risposto uno dei due. L' altro si è spinto ancora oltre, indicando «nel 6 o nel 7 gennaio» i giorni in cui il leader di Italia viva ha fissato «le dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti e quindi l' apertura di una formale crisi di governo».
ANDREA ORLANDO
Stando alla lettura più drammatica arrivata all' orecchio del presidente del Consiglio, insomma, l' aspettativa di vita residua dell' esecutivo potrebbe variare tra i diciassette e i diciotto giorni. Il sismografo di Palazzo dice che Conte tatticamente non cede sulla delega ai Servizi e temporeggia sull' accelerazione del Recovery plan da portare con un blitz in Consiglio dei ministri, opzione preferita dal Pd. Ma potrebbe non bastare, tanto è vero che uno dei componenti solitamente più prudenti della squadra di governo ha spiegato che «se Renzi ha deciso di staccare la spina, si muoverà a prescindere dal cambio dei piani sul Recovery plan».
giuseppe conte vincenzo amendola
Conte, insomma, ha davanti oscuri presagi da cui potrebbe venir fuori un rimpasto (che ora non esclude più) o un Conte ter, sempre che il perimetro della maggioranza - con crisi aperta e subito chiusa a seguito di un cambio negli assetti dell' esecutivo - rimanga lo stesso, col peso specifico di Italia viva che a quel punto sarebbe accresciuto rispetto a oggi. Ma una dichiarazione di Andrea Orlando di ieri, che indicava «le urne» come diretta conseguenza di una crisi della Befana, ha avuto l' effetto di inserire tra le preoccupazioni del Palazzo anche quella sulla reazione del secondo partito di maggioranza.
vincenzo amendola
Il ministro Enzo Amendola, che lavora giorno e notte per confezionare Recovery plan, durante un faccia a faccia col premier ha spiegato che «non possiamo più dare nulla per scontato». Traduzione: Zingaretti potrebbe cogliere la palla al balzo e spingere per le elezioni anticipate. È come una partita a Shangai, dove ciascuno deve muovere le proprie bacchette senza toccare quelle degli altri. «Con la possibilità che, invece di un governo Conte con una maggioranza diversa», diceva giorni fa Renzi, «spunti fuori un governo tecnico guidato da Draghi o chi per lui...».