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Marco Giusti per Dagospia
notturno di gianfranco rosi
E’ andata così. A dispetto della Giuria di Venezia capitanata da Cate Blanchett che non gli ha dato nemmeno un premio, di certi critici rosiconi che lo hanno attaccato duramente, del pubblico italiano che, quando ancora si poteva andare al cinema, non è andato a vederlo il suo film, Gianfranco Rosi si prende la sua grande rivincita grazie alla scelta dell’Anica di candidare “Notturno” come film italiano alla 93sima edizione degli Oscar.
notturno gianfranco rosi
Poco importa se in tanti, da noi, si stanno già lamentando (aritanghete) che avrebbero preferito “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti (io non ho avuto ancora il coraggio di vederlo, confesso…) con mamma Sophia Loren già pronta come miglior attrice (ma possono candidarla ugualmente, il film è Netflix), o “Pinocchio” di Matteo Garrone, ma in America ancora si ricordano del flop del “Pinocchio” diretto da Benigni, o di “Favolacce” dei D’Innocenzo brothers, ma siete sicuri che gli americani lo apprezzerebbero?
la vita davanti a se
E in tanti ritornano alla vecchia storia del perché si debba candidare un documentario e non un film di fiction. Ancora? A questi posso rispondere io. “Notturno”, come “Fuocammare” non è (solo) un documentario, è un film. Punto.
GIANFRANCO ROSI
Ricordo anche che il pubblico americano conosce bene Rosi e il suo cinema. Leggete come lo stanno appoggiando le grandi riviste americane. Rosi è già stato candidato agli Oscar con “Fuocammare”, ma soprattutto è l’unico regista italiano a aver vinto un anno il Leone d’Oro a Venezia con “Sacro GRA” nel 2013, e un anno l’Orso d’Oro a Berlino con “Fuocammare”, nel 2016, che ha poi vinto gli EFA e è stato quindi candidato agli Oscar. Chi altro avevamo, quest’anno, così forte.
pinocchio garrone
“Ma lo sai”, mi disse incazzato qualche giorno dopo il verdetto dell’ultimo festival di Venezia, “che Notturno, è l’unico film che ha fatto il Grande Slam? il Grande Slam è quando un film viene scelto da Venezia e poi si fa anche tutti gli altri festival, Toronto, Telluride, Londra, New York, Tokyo… In un momento poi che non scelgono 500 film a festival come gli anni scorsi, ma solo 50 titoli.
Gianfranco Rosi Paolo Del Brocco
Ti rendi conto?”. Nella stessa intervista rispondeva ai critici italiani che lo avevano accusato, e già tornano a farsi vivi per questa candidatura agli Oscar, di fare un cinema “falso”, “messo in scena”, Raffaele Meale sulla rivista on-line “Quinlan” scrisse che è “un film che scavalca ripetutamente i confini del lecito e del morale per puro piacere estetico. Un’opera deplorevole, che pone seri dubbi sulla poetica di Rosi e non avrebbe meritato una ribalta importante come quella del concorso veneziano”.
notturno gianfranco rosi
Totalmente dedito alla sua opera, Rosi ha sacrificato realmente gran parte della sua vita per inseguire i suoi progetti in ogni parte del mondo. Non ha certo accettato le accuse di essere estetizzante. Per girare “Notturno”, ha più volte ricordato di essere stato in posti pericolosissimi per tre anni, “ho fatto l’alba per aspettare le nuvole, il cielo giusto con i cacciatori di anatre, per avere l’immagine che avevo in testa, che cercavo… io non ho messo in scena nulla, ho scelto nella realtà le cose che volevo raccontare”. Insomma, come scrissi ai tempi del “Sacro Gra”, o Rosi o rosichi. I critici italiani, rosiconi, non accettano che Rosi abbia la platea degli Oscar, padronissimi, ma nessun regista italiano ha avuto i premi che ha avuto lui in questi ultimi anni e nessuno ha difeso così strenuamente il suo cinema.
notturno di gianfranco rosi
Elegantemente, inoltre, ha detto di dedicare questa scelta dell’Anica a una giovane regista da poco scomparsa, Valentina Pedicini. E io, sinceramente, sto dalla parte sua, perché “Notturno” è un grande film su un tema importantissimo che il Covid ha offuscato, ma che i fatti di cronaca e di violenza in questi ultimi mesi, vedi Nizza, hanno riportato pesantemente alla luce. Insomma. Lo ripeto. O Rosi o Rosichi.
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