1 - NIENTE VACANZE PER LE SCUOLE DI MARIUPOL «I RAGAZZI DEVONO STUDIARE CULTURA RUSSA»
SCUOLA IN CRIMEA
C.Gu. per “il Messaggero”
Per distruggere un popolo ci sono due possibilità: lanciare missili o cancellare la sua memoria storica. Il presidente russo Vladimir Putin sta attuando entrambe le strategie. La russificazione dell'Ucraina, nelle zone conquistate dall'esercito del Cremlino, procede a tappe forzate e i bambini sono le vittime principali. Dopo la caduta di Mariupol, il cui assedio è costato la vita a 240 minori, 230 mila piccoli sono stati deportati, molti a centinaia di miglia di chilometri dalla loro casa: secondo il consigliere del sindaco Peter Andryushchenko, 90 sono stati inviati a Vladivostok, nell'estremo oriente russo, vicino al Nord Corea e la Cina.
PUTIN SCUOLA
E chi resta, deve dimenticarsi l'Ucraina. Le forze di occupazione hanno revocato le vacanze estive per gli studenti che, nei prossimi mesi, dovranno seguire corsi di lingua, letteratura e storia russa, oltre che matematica nella lingua degli invasori. Questo per essere pronti, alla ripresa delle lezioni il primo settembre, a iniziare i nuovi programmi introdotti nelle scuole ucraine.
PROPAGANDA
SCUOLA IN RUSSIA
I piani didattici saranno uniformati a quelli degli istituti della Federazione russa, è stato annunciato ieri. L'obiettivo è «rimuovere l'Ucraina dai programmi di studio per preparare i ragazzi alla scuola russa», ribadisce Andryushchenko. «Gli occupanti hanno intenzione di aprire nove scuole. Tuttavia - sottolinea - finora sono riusciti a trovare solo 53 insegnanti, meno di sei per ciascuna». La resistenza educativa è tanto eroica quanto disperata.
VANYA E NIKOLA IL CARTONE ANIMATO FILORUSSO
Dalle biblioteche (le poche non distrutte) dei territori conquistati sono stati eliminati i libri considerati non allineati da Mosca, a Mariupol sono stati installati dieci maxischermi che trasmettono giorno e notte i programmi delle grandi emittenti della propaganda russa, Perviy Kanal e Rossiya 24. «Hanno piazzato 12 televisori da 75 pollici in tutti i luoghi di raduno di massa e nei punti di accesso all'acqua, dove le sciocchezze sul miglioramento della vita circolano costantemente», segnala il consigliere.
VANYA E NIKOLA IL CARTONE ANIMATO FILORUSSO
I cartoni animati sono lo strumento preferito per plasmare i bambini e trasformarli in russi. Il più famoso racconta la storia di Vanya e Nikola: «Erano amici. Vanya proteggeva Nikola, perché era più forte, ma poi Nikola ha avuto nuovi amici che gli hanno insegnato come ferire gli altri. Vanya ha dovuto prendere il bastone da Nikola perché nessuno si facesse male». E poi ci sono i giocattoli distribuiti dai soldati di Mosca: hanno stampati simboli e messaggi dei conquistatori, per convincere i bambini che l'Ucraina non esiste.
VANYA E NIKOLA IL CARTONE ANIMATO FILORUSSO
Intanto le aree di Zaporizhia e Kherson stanno passando al prefisso telefonico della Russia +7, come riferisce Ria Novosti citando Oleg Kryuchkov, consigliere del capo della Crimea per la politica dell'informazione. «Secondo le notizie in mio possesso - afferma - i nuovi operatori di telecomunicazioni stanno già lavorando lì. Il prefisso ucraino +380 sarà presto una cosa del passato». Secondo la commissaria per i diritti umani del parlamento di Kiev, Lyudmila Denisova, «queste azioni violano la Convenzione dell'Aja per la protezione dei beni culturali nei conflitti armati. È un altro crimine di guerra che dovrà essere perseguito».
2 - SCUOLE E TIVÙ MODELLO URSS MOSCA SI ISOLA DALL'OCCIDENTE
Anna Zafesova per “la Stampa”
truppe russe crimea
Nelle scuole della Crimea non si studierà più inglese. «Non serve a niente se uno non andrà mai a Londra», è il giudizio del presidente del parlamento Vladimir Konstantinov. Le malelingue dicono che il suo odio per l'inglese sia dovuto al fatto che non è mai riuscito a impararlo, e sicuramente non potrebbe praticarlo nella patria di Shakespeare perché si trova sotto sanzioni, come esponente della dirigenza prorussa della penisola annessa.
carri armati russi crimea
Ma sicuramente l'idea di cancellare ogni possibilità di comunicare con l'odiato Occidente fa tendenza oggi a Mosca, dove l'indietro tutta verso una nuova Unione Sovietica prosegue con ritmi rapidissimi. Mentre in piazza Rossa si tengono cerimonie di consacrazione dei giovani pionieri, con bandiere rosse, falci e martello e bambine con i fiocchi bianchi nei capelli, in una riproduzione stilisticamente impeccabile della liturgia comunista degli Anni 70, la Russia ha deciso di abbandonare il sistema universitario occidentale.
Vladimir Putin e Nikolai Patrushev 2
Si torna al «modello di istruzione nazionale tradizionale, il migliore al mondo», come l'ha definito Nikolay Patrushev, il potente segretario del Consiglio di Sicurezza ed ex capo de servizi segreti, che in un'intervista si è scagliato contro il sistema di Bologna, cioè la divisione dello studio universitario in laurea triennale, master e dottorato. Al suo posto tornerà la laurea unica quinquennale sovietica: in altre parole, le università russe emetteranno diplomi non riconosciuti nel resto del mondo.
Vladimir Putin e Nikolai Patrushev
Una dichiarazione, quella di Patrushev, che sul momento era apparsa una delle tante esternazioni nostalgiche di cui la propaganda del Cremlino riempie tv e giornali tutti i giorni. Se non fosse che già il giorno dopo la proposta è stata discussa alla Duma, con il presidente della camera Vyacheslav Volodin che ha dichiarato la cancellazione dell'università europea come «urgente» e decisa da tutti i partiti.
Il ministro dell'Istruzione Valeriy Falkov ha annunciato la creazione di una scuola «unicamente russa», sostenuto dall'83enne rettore dell'università di Mosca Viktor Sadovnichiy, in carica da 30 anni, che ha dichiarato di «essere sempre stato contrario al sistema di Bologna». Cosa che non aveva potuto esprimere all'epoca della sua introduzione, nel 2003, perché a volerlo era all'epoca il presidente Vladimir Putin, ansioso di integrare la scuola russa in quella internazionale.
Nikolai Patrushev
Ora, l'orologio della storia sta girando all'indietro, e il vicepresidente della Duma Pyotr Tolstoy (pronipote del grande scrittore) dice che «rischiamo di vincere al fronte, ma di venire sconfitto sul piano ideologico, perdendo una generazione di studenti». Un'idea appoggiata anche dalla capa della propaganda del Cremlino Margarita Simonyan: «Un giorno ci ringrazierete», ha detto durante un talk show ai genitori preoccupati per il futuro dei loro figli, «perché dopo due anni di quella università non riconoscereste i vostri ragazzi».
Nikolaj Patrushev
Una dichiarazione che rende esplicito l'obiettivo di quella che molti hanno interpretato come una offensiva dei falchi sul fronte interno: Patrushev, che alcuni esponenti dell'intelligence occidentale ritengono essere il più probabile successore di Putin, sostiene anche che il coronavirus sia stato prodotto nei laboratori Usa, e che l'Occidente abbia un piano per distruggere la Russia. Il problema non sono ovviamente i contenuti dei programmi universitari - decisi comunque dal ministero - ma l'esistenza di un sistema che permette agli studenti russi di farsi riconoscere le lauree a livello internazionale, di poter studiare, e cercare lavoro, all'estero, e attingere dalla ricerca globale.
nikolai patrushev con putin
Lo scontro politico in Russia era in buona parte uno scontro generazionale già prima dell'invasione dell'Ucraina, ma ora la guerra dei vecchi nostalgici sovietici contro i loro figli ha assunto la stessa brutalità dei bombardamenti nel Donbass. Il sostegno a Putin e alla sua guerra tra i giovani non supera il 30% perfino secondo i sondaggi ufficiali, le proteste nelle università sono sempre più frequenti, e dunque l'obiettivo diventa quello di togliere ai giovani russi un futuro alternativo.
nikolai patrushev e putin
E così, mentre nelle scuole russe da settembre arriveranno manuali di storia nei quali la Rus' di Kyiv viene ribattezzata semplicemente «Rus'», la promessa del Cremlino agli studenti universitari diventa quella di una laurea che non varrà nulla fuori da una Russia che sogna di nascondersi dietro un nuovo Muro.