1 - BANCA CENTRALE RUSSA PROVA A SPOSTARE IL TESORETTO DA 630 MILIARDI DI DOLLARI IN PARADISI FISCALI: BLOCCATA DAGLI USA
BANCA CENTRALE RUSSA
Gli Stati Uniti vietano con effetto immediato tutte le transazioni con la Banca centrale russa. Lo annunciano le autorità Usa secondo cui la banca di Mosca stava tentando di spostare asset finanziari verso dei paradisi fiscali. Si parla di un tesoro stimato in circa 630 miliardi di dollari che avrebbe dovuto garantire il finanziamento delle operazioni militari russe in Ucraina per diversi mesi.
Vladimir Putin
L'amministrazione americana ha vietato a individui e imprese di fare affari e operazioni con la Banca centrale russa, il fondo sovrano russo e il ministero delle Finanze russo. "Questa azione immobilizzerà efficacemente qualsiasi asset della Banca centrale russa detenuto negli Stati Uniti o da cittadini statunitensi, ovunque si trovi", si legge in una nota del dipartimento del Tesoro americano.
Tentativi di spostare asset in paradisi fiscali - Da quando le sanzioni sono state annunciate sabato la Banca Centrale russa ha lavorato per spostare i suoi asset in paradisi sicuri. Lo afferma un funzionario americano citato dai media statunitensi, sottolineando che i 630 miliardi di dollari di riserve della Banca Centrale sono stati a lungo considerati come una polizza assicurativa ma con "la decisione di oggi" di sospendere ogni transazione con l'istituto centrale "si rimuove questa assicurazione".
Elvira Nabiullina
2 - COSÌ EUROPA E USA HANNO COLPITO IL CUORE DELL'ECONOMIA RUSSA
Isabella Bufacchi per “il Sole 24 Ore”
«Sono vietate tutte le operazioni relative alla gestione delle riserve e delle attività della Banca centrale di Russia»: è quanto ha stabilito l'Unione europea in un regolamento pubblicato in Gazzetta Ufficiale nella notte tra il 27 e il 28 febbraio.
Una misura storica, senza precedenti: è la prima volta che la banca centrale di un Paese del G20 è oggetto di sanzioni. Prima di questa misura, solo le banche centrali di Iran, Venezuela e Afghanistan sono entrate nel mirino degli Usa.
Sberbank sede Mosca
L'armageddon finanziario contro la Russia è stato così sganciato dai Paesi Nato sui mercati. La prima vittima è stata il rublo, tramortito ha perso inizialmente il 30% contro dollaro Usa per poi recuperare a -20%.
La seconda vittima è stata Sberbank Europe AG con sede in Austria e le sue sussidiarie in Croatia and Slovenia. Bce/SSM e Single Resolution Board hanno comunicato ieri mattina che queste banche «stanno fallendo o sono in via di fallimento» per problemi di liquidità: la casamadre Sberbank of Russia, al 51% posseduta dallo Stato russo, non avrebbe trasferito alle controllate la liquidità necessaria, evidentemente per far fronte al ritiro di depositi in valuta estera.
putin colpito dal lanciacazzi 6
Sono i primi effetti della sanzione sulla banca centrale e della minaccia di esclusione dal circuito Swift. Stando a fonti bene informate, l'esposizione del sistema bancario europeo al rischio-Russia è modesta. Ma l'effetto-domino delle sanzioni finanziarie varate dalla Ue e dagli Usa è appena iniziato, ci saranno altre ramificazioni con un'escalation di default per ora imponderabile.
La sanzione che colpisce la banca centrale russa ha una grande portata. «La banca centrale di Russia non può effettuare operazioni finanziarie di nessun genere sui mercati occidentali, non può vendere titoli, né oro né qualsiasi valuta di denominazione delle sue riserve e delle sue attività, con eccezione della valuta della Cina, perché quasi la totalità delle sue controparti bancarie non russe è soggetta al divieto di Ue, Usa, Regno Unito, Canada e Giappone», ha spiegato ieri al Sole 24 Ore Francesco Papadia, ex-direttore generale per le operazioni di mercato della Bce e attualmente senior Fellow di Bruegel.
vladimir putin roman abramovich
La banca centrale russa può dare liquidità illimitata in rubli al sistema bancario russo che a sua volta trasferisce la liquidità a imprese e famiglie: ma la liquidità in valuta estera da ieri è prosciugata. Per questo il Cremlino ha varato un decreto per vietare il trasferimento di capitali su conti esteri e per imporre agli esportatori di cambiare in rubli l'80% degli incassi in valuta estera.
«La banca centrale di Russia ha adottato due contromisure: ha raddoppiato i tassi d'interesse e introdotto controlli ai movimenti di capitale all'estero. Due interventi per proteggere il rublo, ma di dubbia efficacia», ha sostenuto Papadia secondo il quale «il crollo del rublo, che in apertura dei mercati ha perso oltre il 30%, ha dimostrato che la banca centrale di Russia si trova in estrema difficoltà a difendere la propria valuta. Un forte aumento dell'inflazione sembra inevitabile».
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Inevitabile è anche in arrivo la lista Ue delle banche russe che saranno bandite da Swift: sui mercati si additano Sberbank e VTB. Questa misura non renderà i pagamenti impossibili del tutto ma li rallenterà, alzerà i costi e le complessità delle transazioni finanziarie all'estero delle banche russe.
Intanto il rublo potrebbe continuare a perdere valore perché la banca centrale non potrà difenderlo adeguatamente. I correntisti delle banche russe tutte avranno grandi difficoltà a ritirare i depositi in valuta estera oppure a convertire il rublo, che si deprezza, in valuta estera. Le imprese russe potrebbero non essere più nella condizione di onorare i propri contratti finanziari, non potranno rimborsare prestiti bancari o bond in valuta estera, non riusciranno a versare i margini su swap e derivati in dollari oppure euro.
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E queste inadempienze inevitabilmente avranno ripercussioni sulle controparti europee e americane. Deutsche bank ieri ha aperto un portale, sito web dedicato alle sanzioni contro la Russia perché «in mezza giornata abbiamo ricevuto 100 domande dalla nostra clientela corporate».