Estratto dell'articolo di Lorenzo De Cicco per la Repubblica
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Francesco Rutelli fa battaglie ambientaliste dagli anni '70. Nell'81 è anche finito agli arresti. «Grazie a un volantino contro la centrale nucleare di Latina. Tre giorni di carcere, utilizzando una vecchia legge ereditata dal fascismo», ricorda l'ex ministro, vice-premier, sindaco di Roma, oggi presidente dell'Anica (la "Confindustria del cinema") e promotore del Soft Power Club, il cui prossimo appuntamento, a Venezia, sarà incentrato proprio su acqua ed emergenza climatica.
Come vede le proteste dei ragazzi di Ultima generazione?
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«È magnifico che cresca la sensibilità ambientalista fra i più giovani. Il cambiamento climatico oggi è il tema numero uno. Stiamo andando rapidamente verso un aumento di 2 gradi di temperatura media, forse addirittura di 3, e questo produrrà conseguenze colossali, in assenza di contromisure.
Nel 2022 l'uso del carbone nel mondo ha battuto ogni record. Ma i modi scelti, un po' da congiurati, un po' da guerriglia non violenta, non avvicinano questi temi alle persone comuni. E c'è bisogno proprio di questo: di un'alleanza col popolo per una rivoluzione green. Altrimenti il rischio è un remake dei gilet gialli, nati da una micro tassa di Macron sui carburanti. Si mette il paese profondo contro i cittadini con pose da illuminati. Le prediche col ditino alzato, "voi siete complici", non funzionano».
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Ce l'ha con i blocchi sul Raccordo anulare di Roma o con la vernice lavabile gettata sul Senato?
«Senza criminalizzare nessuno, bisogna insistere nel dialogo. Più che blitz, aiutare le persone a formarsi una coscienza e partecipare. Qualcuno pensa davvero di far sentire in colpa un automobilista che sta accompagnando la madre a fare la chemio o la gente che sta andando al lavoro? Non vanno colpevolizzati i passanti. Vanno coinvolti e motivati».
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È stato il primo sindaco verde di una Capitale dell'Occidente. I Verdi, quella volta, superarono il 10%, più seggi della Dc. Ma i Verdi in Italia non sono mai esplosi, mentre in Germania alle scorse Europee hanno superato il 20%. Perché?
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«I Verdi tedeschi hanno scelto una linea di coesistenza tra le istanze radicali e quelle pragmatiche. E oggi si affermano come forza di governo. Amministrano 14 lander su 15, a volte con i socialisti, a volte con i democristiani o i liberali. Parlano direttamente con le grandi industrie e con i sindacati. Concordano compromessi che portano lavoro. Hanno deciso che in Germania vanno installate 500mila pompe di calore all'anno. Quanti posti di lavoro porta una misura del genere? La gente lo capisce».
E i Verdi italiani?
«Si schierano in una posizione decisamente più a sinistra, anziché avere una posizione trasversale. La rispetto, ma i risultati di questa scelta sono sotto gli occhi di tutti. In Germania invece sono al 20%, i leader sono popolarissimi, c'è un ricambio della classe dirigente, ci sono sempre un uomo e una donna al vertice».
Da ex sindaco, come giudica il termovalorizzatore di Roma? Il M5S si oppone proprio nel nome della transizione ecologica.
blitz ambientalisti raccordo
«Bisogna farlo, presto, in un ciclo moderno e sicuro. La prima volta che andai a trovare i Verdi tedeschi, estate '93, a Francoforte, fui accolto da Daniel Cohn-Bendit dentro il termovalorizzatore. Parliamo di trent' anni fa. Nel frattempo i cicli dello smaltimento hanno avuto progressi enormi. È ovvio che servono tecnologie moderne, a impatti bassissimi di emissione, a riutilizzo di energia. Ideologizzare un impianto è assurdo, a fronte del pellegrinaggio di migliaia di camion che portano altrove i rifiuti dei romani».
Nascerà mai un partito verde, veramente popolare, in Italia?
«Non tocca a me dire cosa si debba fare, non sono più in politica da 10 anni. Ma un partito verde e popolare si può fare. Rivolgendosi a tutti i cittadini, però, non solo a una porzione di società. Il primo che ci riesce, avrà grandi consensi».
roberto gualtieri francesco rutelli foto di bacco francesco rutelli foto di bacco