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    S-BLOCCO DEI LICENZIAMENTI: LE PRESSIONI DI CONFINDUSTRIA FANNO SALTARE LA PROROGA AL 28 AGOSTO VOLUTA DA ORLANDO - I SINDACATI SULLE BARRICATE, IL M5s CHIEDE LO STOP FINO A DICEMBRE: E' BAGARRE NEL GOVERNO - IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA BONOMI AVEVA ATTACCATO ORLANDO PER LA NORMA CHE ESTENDEVA DI 60 GIORNI IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI CONTESTANDO "L’USO PER FINI DI PARTE" DEL MINISTERO DEL LAVORO...

     


     
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    Da ilfattoquotidiano.it

     

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    E’ bagarre dopo la decisione del governo di far saltare la proroga del blocco dei licenziamenti come ipotizzata dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. Alla fine passa una versione “morbida” che di fatto sconfessa l’impostazione del ministro del Lavoro. Orlando aveva proposto una “tappa intermedia” al 28 agosto nell’ambito della progressiva eliminazione dello stop. In sostanza, per le grandi aziende che avessero utilizzato la Cig Covid in giugno, la rimozione del blocco sarebbe slittata dal primo luglio alla fine di agosto. Un “supplemento” di 60 giorni che comunque sarebbe stato coperto dall’estensione per altri due mesi della Cig Covid. Confermate invece le altre due scadenze: 1 luglio per le grandi imprese che non ricorrono alla Cig e 31 ottobre per le aziende più piccole.

    MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

     

    Nel corso delle ultime 48 ore la proroga è comparsa, scomparsa, ricomparsa e di nuovo scomparsa dal decreto Sostegni bis. Alla fine si è deciso di confermare le sole due scadenze del 1 luglio e del 31 ottobre e di rinunciare al prolungamento della Cig Covid per luglio e agosto, limitandosi a incentivare le aziende a non licenziare con la sospensione delle addizionali.

     

    La decisione del governo segue le forti pressioni di Confindustria contro l’ipotesi di proroga. Proteste che non hanno risparmiato attacchi diretti alla persona del ministro Olrando accusato di avere in qualche modo “tramato” per introdurre la norma ad insaputa di altri membri dell’esecutivo . Ieri il Sole 24 Ore, quotidiano dell’associazione degli imprenditori, titolava su un “inganno” perpetrato dal ministro. In difesa di Orlando si sono espressi diversi esponenti della maggioranza, a cominciare da Enrico Letta, segretario del Pd di cui Orlando fa parte

    DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

    Dopo la sconfessione della linea Orlando arrivata in serata, il Pd ha cercato di salvare il salvabile. “Il pacchetto lavoro approvato nel decreto Sostegni bis conferma l’impostazione data dal ministro con una serie di opzioni a disposizione delle aziende, alternative ai licenziamenti”, hanno affermato fonti Pd di governo. Il tema apre comunque una spaccatura nella coalizione di governo. Mentre la Lega ha da subito sposato e appoggiato la linea di Confindustria, così come Forza Italia, il Movimento 5 Stelle si era spinto a chiedere una proroga dello stop ai licenziamenti fino a dicembre. “Una proroga del divieto di licenziamento fino a dicembre risulta quanto mai indispensabile per mettere in sicurezza lavoratori e imprese e traghettare il Paese nella ripartenza nel 2022. L’orientamento del MoVimento 5 Stelle è sempre stato questo e. già in sede di conversione del primo decreto Sostegni, avevamo proposto una soluzione praticabile, che andava in questa direzione”, avevano affermato, in una nota, senatori e senatrici del MoVimento 5 Stelle.

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    In serata nuova presa di posizione dei sindacati. Consideriamo inaccettabile e socialmente pericolosa la posizione della Confindustria che si ostina a rifiutare la proroga del blocco dei licenziamenti in questa fase, tanto più alla luce dei finanziamenti di carattere sia generale sia specifici, destinati alle aziende e mai selettivi”, hanno dichiarato in serata i segretari generali di Cgil Maurizio Landini, Cisl Luigi Sbarra e Uil Pierpaolo Bombardieri in una nota congiunta. Il dl Sostegni bis stanzia una ventina di miliardi su quaranta a favore di imprese ed attività commerciali.

     

    Secondo le stime dei sindacati, suffragate dalle previsioni di Banca d’Italia, la rimozione del blocco rischia di produrre 500mila nuovi disoccupati. Maurizio Stirpe, uno dei 14 vicepresidenti di Confindustria, ha detto di attendersi un impatto più moderato. Va detto che il blocco dei licenziamenti non ha impedito alle aziende di alleggerire la forza lavoro. Principalmente non rinnovando contratti a termine, ma anche non rimpiazzando personale in uscita per ragioni anagrafiche. La crisi insomma si è in parte già scaricata sui lavoratori.

     

     

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    BONOMI VS ORLANDO

    Paolo Baroni per "la Stampa"

     

    Il «voltafaccia», così lo definisce, di Orlando e «l' imbarazzo» di Draghi. Il «danno di immagine» per il Paese, che cambia le regole in corsa, «proprio in un momento delicato come questo, col Recovery plan che sta per partire». E ancora «l' uso per fini di parte» del ministero del Lavoro, e poi l' esigenza di rimediare ad una norma, quella che proroga di nuovo il blocco dei licenziamenti, che non sta assolutamente bene a Confindustria.

     

    Il tutto condito da un clima di «tensione sociale» e di «guerra di tutti contro tutto» agitato «sia dalla Cgil che dal Pd». «Questa secondo me è una vicenda veramente surreale» sintetizza il presidente di Confindustria Carlo Bonomi riavvolgendo assieme ai suoi collaboratori più stretti il nastro delle ultime 72 ore.

    CARLO BONOMI DALLA ANNUNZIATA LODA GUALTIERI CARLO BONOMI DALLA ANNUNZIATA LODA GUALTIERI

     

     

    Il film dello scontro Tutto nasce dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso chiamato ad approvare il nuovo decreto Sostegni, che era atteso ieri sera al Quirinale ma che per ora resta come sospeso in attesa di correzioni.

    carlo bonomi foto di bacco carlo bonomi foto di bacco

     

    Colpa del provvedimento che fa slittare al 28 agosto la fine del blocco dei licenziamenti in tutte le imprese che entro giugno chiederanno altra cassa Covid, una misura subito contestata duramente da tutte le associazioni territoriali di Confindustria e che invece i sindacati giudicano «insufficiente», definendo poi «inaccettabili» le proteste degli industriali.

     

    Come sono andate le cose Bonomi, assieme ai suoi, lo ha ricostruito così: durante il preconsiglio i tecnici di Orlando avrebbero parlato di una leggera modifica alle norme senza però spiegarla in dettaglio.

    carlo bonomi mariastella gelmini foto di bacco (3) carlo bonomi mariastella gelmini foto di bacco (3)

     

    È stato poi il ministro Orlando a presentare in Consiglio dei ministri la norma compiuta. Draghi gli avrebbe detto subito di non essere d' accordo, chiedendo al ministro del Lavoro di metterci lui direttamente la faccia e pretendendo poi che lo stesso ministro, che in un primo momento non era previsto, partecipasse alla conferenza stampa e raccontasse lui le novità sul fronte dei licenziamenti.

     

    «Licenziamenti, l' inganno di Orlando» ha sparato in prima pagina domenica il Sole 24 ore dando il via all' attacco degli industriali contro il ministro. «E del resto - ragionava ieri Bonomi con i suoi - vedo oggi sui giornali che la stessa sottosegretaria al Lavoro Tiziana Nisini, di fatto la sua vice, parla apertamente di una vera e propria "imboscata" e questo è stato. Orlando ha tradito tutti i patti: a noi aveva detto alcune cose che poi si è rimangiato mettendo il governo davanti al fatto compiuto».

    DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI ANDREA ORLANDO

     

    Bonomi non solo è profondamente amareggiato, ma è anche molto preoccupato su come possa andare a finire questa vicenda immaginando che a questo punto anche il premier sia molto irritato.

     

    «La soluzione che troveranno non la sappiamo ancora», sostiene. «Noi abbiamo provato a dare una mano, ma Orlando già dal Consiglio di venerdì aveva dato un altolà: o passa il mio testo o io mi dimetto. Adesso vediamo come ne esce Draghi con la sua mediazione».

     

    carlo bonomi foto di bacco (1) carlo bonomi foto di bacco (1)

    Il danno di immagine Ma a parte questo, «il vero problema», per come ora Confindustria vede la situazione, «è il danno all' immagine del Paese. Siamo in pieno Recovery plan, cosa penseranno di noi all' estero se cambiamo le regole in corsa in questo modo, senza dire niente né ai partiti né alle parti sociali?».

     

    A suo giudizio è «il solito problema degli ultimi anni che si ripresenta»: il vero nodo «è ancora una volta il ministero del Lavoro, che da quattro anni a questa parte, dal primo governo Conte in poi, è stato usato solo per dividendi elettorali. Stavolta lo sbandamento clamoroso è nato dai lì, come era già successo in altre occasioni quando c' era la Catalfo». Quanto al resto del governo Draghi, Confindustria «non si lamenta».

     

    «Onestamente - è il ragionamento fatto da Bonomi - ha sposato tutte le nostre idee.

    Purtroppo però è il metodo che sta rovinando il merito e che ha reso tutto molto più complicato. Noi abbiamo una forte fiducia nel nostro interlocutore ma se poi i suoi ministri lo smentiscono, chi si fida più?».

    LUIGI DI MAIO ANDREA ORLANDO LUIGI DI MAIO ANDREA ORLANDO

     

    Secondo Bonomi, giunti a questo punto, il problema di come rimediare a questo incidente già di per sé gravissimo è diventato anche più grande, «in un contesto in cui si torna ad accendere il conflitto sociale» - è l' analisi che viene fatta in viale dell' Astronomia - dove si guarda con allarme a cosa sta dicendo Landini e come si stanno muovendo negli ultimi giorni i sindacati.

    mario draghi maurizio landini mario draghi maurizio landini

     

    E anche cosa fa anche il Pd, che a sua volta sembra cavalcare l' onda: «L' uno-due Letta-Orlando sulle tasse di successione e poi sui licenziamenti ha alimentato un clima di tutti contro tutti», e in questo clima, si chiede Bonomi alla fine del ragionamento, che fine potranno mai fare le riforme?

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