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    SALA ALL’ULTIMO STADIO – OTTO CONSIGLIERI COMUNALI MILANESI DI SINISTRA SI SONO DETTI CONTRARI ALL'IDEA DI ABBATTERE IL MEAZZA E COSTRUIRE UN NUOVO IMPIANTO PER MILAN E INTER. ORA IL SINDACO SALA NON HA PIÙ I NUMERI PER FAR APPROVARE IL PROVVEDIMENTO DI DEMOLIZIONE – E AL CAOS IN COMUNE SI AGGIUNGE LO STOP DEL NEO-SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA SGARBI: “LA STRUTTURA È VINCOLATA, NON SI TOCCA”


     
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    Alessandro Da Rold per “La Verità”

     

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    Sono tempi difficili per il sindaco di Milano Beppe Sala e la maggioranza di centrosinistra che lo sostiene a palazzo Marino. Il Partito democratico attacca il centrodestra sulle dimissioni di Letizia Moratti dalla giunta lombarda di Attilio Fontana, ma forse dovrebbe guardarsi prima in casa propria, dal momento che nel giro di 2 giorni le scelte politiche del primo cittadino milanese sono state contestate proprio dai suoi stessi alleati.

     

    Anzi, persino da 2 consiglieri della stessa lista Beppe Sala che lo hanno sostenuto alle elezioni comunali dello scorso anno: una sfiducia di questo tipo non si era mai vista nel capoluogo lombardo. Il risultato? In questo momento Sala non ha più la maggioranza, un pessimo biglietto da visita anche per il futuro della giunta milanese.

     

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    Del resto, mercoledì era stato proprio lo stesso Pd a far approvare una mozione nel consiglio metropolitano per apportare nuove modifiche alla contestata misura di Area B.

    «Un vero e proprio schiaffo dal Pd provinciale che vede molti Sindaci di sinistra contrari al provvedimento», ricordavano ieri i consiglieri leghisti Samuele Piscina, Roberto Di Stefano, Raffaele Cucchi ed Ettore Fusco.

     

    Ieri è andata ancora peggio per Sala. Otto consiglieri di maggioranza di centrosinistra, questa volta dentro il Comune di Milano, si sono dichiarati contro la realizzazione del nuovo stadio che Inter e Milan vorrebbero realizzare in città. La questione è rilevante perché va a impattare anche nei rapporti con i 2 club e le rispettive proprietà, cinese e americana.

     

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    Il proprietario del Milan Jerry Cardinale (Red bird) ha più volte ribadito che i rossoneri hanno bisogno di uno stadio a livello mondiale. Si era parlato di Milano, ma anche di Sesto San Giovanni. Ma ora come farà Cardinale a confrontarsi con un sindaco che non ha più la maggioranza? Avendo perso 8 consiglieri (31 - 8= 23), infatti, per far passare la proposta di abbattimento dello stadio Sala dovrà nel caso cambiare le alleanze e cercare i voti di Forza Italia e Lega. Anche se appare difficile che qualcuno decida di appoggiarlo tra i banchi dell'opposizione. Anche perché il nuovo sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, ex assessore a palazzo Marino, si è dichiarato contrario a demolire il Meazza per il fatto che si tratta di un edificio storico e vincolato dalla legge.

     

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    Quindi oltre alla sua stessa maggioranza, Sala si ritrova in difficoltà anche il governo di Giorgia Meloni. E anche il vicepremier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini ha ribadito che «il Comune di Milano ha già fatto perdere troppo tempo a Milano, alle società e ai tifosi. Si scelga subito il nuovo San Siro oppure si vada a Sesto». I consiglieri ribelli sono Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini di Europa Verde, Simonetta D'Amico, Alessandro Giungi, Rosario Pantealeo del Pd, Marco Fumagalli ed Enrico Fedrighini della lista dello stesso sindaco Beppe Sala. Insieme a loro anche Enrico Marcora di Fratelli d'Italia.

     

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    «Siamo in otto e il segnale politico è che otto consiglieri di maggioranza non sono d'accordo su questo progetto, nove con Marcora che è di centrodestra», ha spiegato Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde nel corso di una conferenza stampa nella sede del Comune di Milano. «La questione è prima di tutto ambientale perché nel progetto del nuovo stadio di sostenibilità non ce n'è, perché solo per l'abbattimento di San Siro e la ricostruzione del nuovo stadio sono 175 camion al giorno, detto dai costruttori, e questo per sei, sette anni. Questo è un disastro ambientale, con 210 mila tonnellate di co2 che vengono prodotte».

     

    giorgia meloni e vittorio sgarbi 2 giorgia meloni e vittorio sgarbi 2

    Inoltre, secondo Monguzzi il «98% del pubblico che ha partecipato al dibattito» che si concluderà il 18 novembre, «dice che questo progetto non va bene. Spero che il Comune ne tenga conto». Marcora di Fratelli d'Italia ha spiegato che il neo sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è pronto a intervenire sulla vicenda San Siro per eventualmente provare a salvarlo dall'abbattimento. «Ho chiamato Sgarbi e prenderà in considerazione la pratica sulla demolizione di San Siro», ha spiegato, «perché la soprintendenza non dovrebbe dare il via libera a un bene tutelato. Se qualcosa andrà contro la legge deciderà di intervenire».

     

    VITTORIO SGARBI E GIORGIA MELONI VITTORIO SGARBI E GIORGIA MELONI

    E il nuovo sottosegretario alla Cultura non ci ha messo molto per far sentire la sua voce. «Il Meazza non si tocca e non lo dice Sgarbi ma è la legge», ha spiegato parlando con l'Ansa a proposito del possibile abbattimento stadio. «San Siro è del 1926, sarebbe come buttare giù l'Eur a Roma, quindi, è naturalmente vincolato perché il vincolo sarebbe automatico oltre i 70 anni, non si può buttare giù», ha aggiunto.

     

    «Se serve un vincolo lo metterò. Ma non occorre un vincolo per salvarlo, se mai servirebbe una decisione del ministero per dire abbattetelo e non arriverà mai. Dal ministero non arriverà mai». In sostanza, nel giorno in cui Letizia Moratti iniziava a ragionare con il leader di Azione Carlo Calenda e con lo stesso Sala sulle elezioni regionali del prossimo anno, la coalizione di centrosinistra appare più divisa che mai.

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