1 - CONTE, SFIDA SUL REDDITO MA MELENCHON LO IGNORA
GIUSEPPE CONTE A DIMARTEDI
«Se mi indicano dove è la casa di Salvini vorrei vedere se c'è lo spazio per una centrale». Fa l'ironico Giuseppe Conte. E tra la folla del quartiere Baggio di Milano (lì dove il segretario leghista si è detto disposto, con un'iperbole, a costruire un impianto nucleare), si gode i sondaggi che lo danno in crescita costante.
Non solo, appunto, nel Nord che lo ha accolto ieri (dopo il capoluogo lombardo, ha proseguito verso il Piemonte). Quanto soprattutto nella roccaforte del Sud, feudo anche grazie alla difesa del Reddito di cittadinanza. Punto su cui proprio ieri è tornato ad attaccare Meloni: «Giorgia, per caso vuoi la guerra civile?» ha scritto provocatoriamente su Facebook. Il casus belli sarebbe appunto l'eventuale cancellazione del sussidio.
ALESSANDRO SALLUSTI
Intanto però, se qualche piazza sembra accoglierlo con favore, l'ex premier ha dovuto registrare il mancato sostegno di Jean Luc Mélenchon. Il leader della sinistra radicale francese andato ad un passo dallo sfilare la presidenza ad Emmanuel Macron, è infatti sbarcato a Roma ieri, non per sostenere l'avvocato - che pure prova a ricalcarne le orme - ma al fianco di Luigi de Magistris, leader della lista Unione popolare con cui punta a superare almeno il 3%.
2 - CONTE ORA MINACCIA LA GUERRA CIVILE
Alessandro Sallusti per “Libero quotidiano”
giuseppe conte su chi foto sestini
«Guerra civile» non è una frase tanto per dire. No, la guerra civile è la peggior tragedia che possa capitare a un popolo e noi ne sappiamo qualcosa, essendoci passati. Ancora oggi ne portiamo le cicatrici e alcune sanguinano a distanza di quasi ottant' anni. Perciò fa effetto sentire un ex premier italiano, Giuseppe Conte, evocare la guerra civile nel caso il Centrodestra una volta al governo provasse a togliere il reddito di cittadinanza.
Già, perché Conte non è uno di quei pazzi che affollano i social dal rutto facile né uno scappato di casa nullafacente alla Di Battista. No, Conte è uno a cui abbiamo affidato per un periodo le chiavi dell'Italia, ha partecipato a vertici internazionali con i grandi del mondo, ha avuto per due volte la fiducia del Parlamento, era di casa al Quirinale; insomma, è uno dal quale non ti aspetti una minaccia eversiva o terroristica.
giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza
Quella frase è di una gravità indicibile, mette a rischio la vita di persone e la stabilità del Paese - che con il terrorismo mascherato da rivoluzione sociale ha già ampiamente dato negli anni '70 - ed è la prova che, dietro la maschera dell'antifascismo, spesso si nascondono facce violente e criminali insospettabili, anche se girano in doppiopetto e pochette. Senza contare che l'allarme di Conte è privo di fondamento.
Giorgia Meloni, rispondendo a una mia domanda l'altra sera a Porta a Porta, è stata chiara: se toccherà a lei, i disoccupati non in grado di lavorare continueranno a essere assistiti («non lasceremo indietro nessuno») mentre quelli in grado di lavorare forse è meglio che vengano aiutati non a stare a casa ma a trovare un posto. Non mi sembra, quella della Meloni, una posizione golpista che meriti la proclamazione di una guerra civile.
giuseppe conte nella sua casa di san giovanni rotondo chi foto sestini
Semmai, Conte dovrebbe chiedersi- cosa che raccontiamo oggi- come mai una rom percepisse il reddito essendo proprietaria di 74 autovetture di lusso.
Dettagli a parte, un ex premier che minaccia una guerra civile la dice lunga su che rischio abbiamo corso con lui al governo e che rischio correremo se, Dio non voglia, lui e i suoi compari dovessero tornare da quelle parti. Detto questo, non saranno le parole di un perdente frustrato a fare cambiare idea a noi né, mi auguro, ai leader del centrodestra.
giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza 8 giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza 9 giuseppe conte tennis GIUSEPPE CONTE CON IL CORNO DEDICATO 1 IL CREMLINO E LE ELEZIONI ITALIANE