Davide Lessi per “la Stampa”
SALMAN ABEDI
È una storia con tanti pezzi. Uno lo racconta Mohammed, 50 anni, uscendo dalla moschea di Didsbury dopo la preghiera del venerdì: «Mio figlio Abdhullahi e Salman erano amici, facevano parte della stessa compagnia qualche anno fa». E spiega: «Abitavano nel quartiere Fallowfield, a pochi isolati da qui, e frequentavano questo centro islamico. Ora non più: il mio ragazzo è in carcere per un furto d' auto. E Salman, beh, lo sapete... davvero non posso credere a quello che è successo». Cinque giorni dopo l' attacco kamikaze all' Arena, 22 vittime innocenti e un centinaio di feriti, il puzzle sembra pian piano comporsi.
RAMADAN ABEDI
Il capo dell' antiterrorismo britannico, Mark Peter Rowley, fa sapere che tutti gli «arresti sono stati importanti» per le indagini. Le 9 persone fermate, tra i 18 e i 44 anni, sono sospettate di far parte di un network. Una cellula attiva nei quartieri a Sud di Manchester ma capace di muoversi con facilità dal Nord Africa alla Gran Bretagna, passando per il Medio Oriente. La maggior parte degli arrestati ha qualche legame con la Libia. Paese tornato «strategico» anche per Londra, secondo quanto detto ieri dalla premier Theresa May al G7 di Taormina.
IL CUGINO BARBIERE
Era tornato per qualche tempo in Libia anche Abdalla Forjani, arrestato mercoledì, e primo cugino dell' attentatore. In queste ore è spuntata una sua vecchia foto con Salman e altri amici, probabilmente scattate sulle coste libiche, durante una vacanza estiva. Un tipo tranquillo, dice chi lo conosceva. Ma con tante cose da raccontare, secondo chi indaga. A Manchester faceva il barbiere a Princess Road.
SALMAN ABEDI ATTENTATORE DI MANCHESTER
La medesima strada dove, tre anni fa, si allenava a tirare di box Raphael Hostey, alias Abu Qaqa al-Britani, il britannico reclutatore dell' Isis morto l' anno scorso in Siria. «Le saracinesche del suo negozio sono abbassate da martedì mattina», spiegano dalla vicina farmacia. Il 19enne Hamed, originario dal Sudan, abita in zona e ha voglia di parlare: «Abs, così lo chiamano gli amici, era il mio barbiere, uno in gamba. Mentre suo cugino Salman l' ho visto solo una volta al college».
LE SEGNALAZIONI INASCOLTATE
Proprio dal college erano partite, già cinque anni fa, le prime segnalazioni. Due compagni di Salman avevano chiamato il numero messo a disposizione dell' antiterrorismo perché il loro compagno gli avrebbe rivelato che non c' era niente di male nel fare un attacco suicida. «Fare il kamikaze è ok», avrebbe detto.
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E il futuro attentatore aveva destato sospetti anche nella comunità islamica. Mohammed Shafiq, presidente di un' organizzazione musulmana basata a Manchester (la Ramadhan Foundation, ndr), contattato al telefono conferma: «Sì, alcuni dei nostri l' avevano segnalato alle autorità per ben due volte, una nel 2014 e un' altra nel 2015».
A quanto pare non è servito. Salman ha potuto continuare ad agire in libertà, andare e venire dalla Libia, facendo tappa in Turchia e in Germania. E, soprattutto, ha potuto studiare l' attentato di Manchester per almeno un anno, secondo quanto riportano i media britannici che hanno avuto accesso ai suoi movimenti bancari: il 22enne aveva aperto un conto 12 mesi fa, salvo poi servirsene solo qualche giorno prima della strage. Forse per comprare dei componenti della bomba.
Un weekend di tensione Le autorità vogliono placare le polemiche. Snocciolano i dati: sono circa 500, in tutto il Paese, le indagini contro il terrorismo ancora aperte. I sospettati sono circa 3 mila. E anche la polizia metropolitana di Manchester fa il punto: nelle operazioni seguite all' esplosione sono stati perquisiti 12 luoghi ed esaminati migliaia di reperti.
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L'allerta, però, in tutto il Paese resta al livello «critico», il più alto da dieci anni a oggi. E il weekend festivo appena iniziato (l' ultimo lunedì di maggio qui non si lavora) è pieno di appuntamenti a rischio: dalla finale della Fa Cup tra Arsenal e Chelsea di questo pomeriggio a Wembley, alla Gran Maratona di Manchester che, contrariamente alle attese, si correrà. «We stand together» è lo slogan lanciato dopo l' attacco. «Noi restiamo uniti». Ci si prova, nonostante tutto.
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