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IL KILLER SILENZIOSO – IL CORONAVIRUS NON SI MANIFESTA SOLTANTO CON MANCANZA D’ARIA - IN ALCUNI PAZIENTI GIOVANI È STATA RISCONTRATA L'IPOSSIA SILENZIOSA, UNA CONDIZIONE PERICOLOSISSIMA CON LESIONI POLMONARI GRAVISSIME, SCARSO OSSIGENO NEL SANGUE E UNO O PIÙ ORGANI COMPROMESSI, MA NESSUN SINTOMO EVIDENTE DELLA MANCANZA DI ARIA: QUANDO SI ARRIVA A CHIEDERE AIUTO E' ORMAI TROPPO TARDI…

Da "www.ilmessaggero.it"

 

reparto di terapia intensiva brescia 17

Il Coronavirus non smette di rivelare nuove preoccupanti manifestazioni: è stata evidenziata un'altra anomalia della sindrome causata dal Covid-19, è l'ipossia silenziosa, una condizione pericolosissima in cui i pazienti hanno tutti i segni clinici dell'ipossia (con lesioni polmonari gravissime, scarso ossigeno nel sangue e uno o più organi compromessi) ma nessun sintomo evidente della mancanza di aria.

CORONAVIRUS ITALIA

 

Questi pazienti, in genere giovani, arrivano in ospedale spesso molto tardi proprio perché non consapevoli del problema, se non dopo tanti giorni di malattia. È quanto ha raccontato Richard Levitan del Littleton Regional Healthcare nel New Hampshire alla CNN. Normalmente la sindrome covid, quando si aggrava, si associa a polmonite e gravi difficoltà respiratorie: il paziente in queste condizioni appare letargico, comatoso.

napoli in quarantena 40

 

Ma i clinici si sono accorti che per alcuni pazienti l'ipossia arriva silente: si tratta di soggetti - per lo più giovani - che iniziano a manifestare qualche difficoltà respiratoria solo quando ormai i loro polmoni sono già molto compromessi e quando l'ossigeno nel sangue è già bassissimo, con grave compromissione di altri organi.

 

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Eppure questi pazienti giungono in ospedale vigili, in grado di sostenere conversazioni, di usare lo smartphone, lamentando solo dolore quando respirano profondamente. In genere, spiega Levitan, hanno già la malattia da parecchi giorni ma la avvertivano solo con febbre e sintomi intestinali. L'ipossia silente è dunque molto pericolosa perché il paziente arriva a chiedere aiuto solo quando è già molto tardi.

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È per questo, conclude Levitan, che i pazienti che sono in quarantena a casa dovrebbero essere muniti di pulsossimetri e istruiti sul corretto uso dello strumento per rilevare eventuali carenze di ossigeno anche asintomatiche. 

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