COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
CORONAVIRUS. L’AUDIO WHATSAPP DI MARTINA, LA CARDIOLOGA DI MILANO. FALSE NOTIZIE! DENUNCIATA!
DAGOREPLICA
Oh no, siamo stati debunkati! ''Open'', il sito fondato da Enrico Mentana, da una parte martella sul virus ogni minuto e da settimane, con notevole allarmismo, dall'altra ci dà dei ''procuratori di allarme'' perché abbiamo pubblicato l'audio di una (sedicente) cardiologa di un ospedale milanese che parla di una situazione gravissima in Lombardia, di pazienti over-60 che a breve non saranno più messi in terapia intensiva perché mancano i posti. Al grido di ''Falso! Denunciata!, False notizie!'' (i punti esclamativi sono tutti suoi), siamo stati bastonati dal cacciatore di bufale David Puente.
Qual è il nodo del problema? Che la donna parla anche dell'ospedale Niguarda (pur non lavorandoci) e oggi il Direttore Generale dell'istituto ha denunciato alla polizia postale sia lei che l'autore di un altro messaggio audio (che invece sostiene di lavorare lì): ''Le voci narranti rappresentano una situazione sanitaria non supportata da alcun dato reale e oggetto di una libera interpretazione personale che configura ipotesi di procurato allarme''.
Non supportata da alcun dato reale? La triste morale dei due audio pubblicati da questo sito è che i dati reali non li ha nessuno, visto che il governo è piuttosto avido di dettagli sui pazienti, a parte il quotidiano bollettino snocciolato dal capo della Protezione Civile Borrelli. Sono le persone sul campo, medici, infermieri, parenti di malati, a parlare con i giornali e a scongiurare le autorità di adottare misure ancora più serie per quanto grave è la situazione.
Nessun ospedale ammetterà mai in via ufficiale (né metterà per iscritto) di compiere questo triage terribile, in cui i medici decidono chi salvare e chi no in base ai posti liberi in terapia intensiva e all'età o alle condizioni di salute, ma è quello che è già accaduto in alcuni casi, e soprattutto è esattamente quello che accadrà se non si riuscisse a contenere la diffusione del coronavirus. Purtroppo siamo ben oltre il procurato allarme: l'allarme è reale e lo hanno suonato dal presidente del Consiglio Conte al ministro della Salute Speranza, passando per virologi (Burioni, Ricciardi), presidenti di regione, assessori alla sanità, giù fino al barelliere che fatica a trovare una mascherina.
Come si fa a procurare un allarme (''se l'epidemia non rallenta non potremo ricoverare tutti'') che è alla base di tutte le dichiarazioni ufficiali di pubblici ufficiali e della comunità scientifica? Alla base del più pesante provvedimento mai preso dal governo italiano dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, quello di chiudere l'intera nazione dentro casa?
Christian Salaroli, anestesista rianimatore dell'ospedale di Bergamo ha detto al Corriere della Sera: «Si decide per età, e per condizioni di salute. Come in tutte le situazioni di guerra. Non lo dico io, ma i manuali sui quali abbiamo studiato (…) Se una persona tra gli 80 e i 95 anni ha una grave insufficienza respiratoria, verosimilmente non procedi. Se ha una insufficienza multi organica di più di tre organi vitali, significa che ha un tasso di mortalità del cento per cento. Ormai è andato».
Non è un audio anonimo, c'è nome, cognome e pure ospedale, eppure dice le stesse cose di ''Martina'', la cardiologa che probabilmente esiste e che sicuramente non era autorizzata a dire quello che ha detto, in un messaggio privato per la sorella che poi ha girato per tutta Italia. Ma la ciccia non cambia. Quell'intervista è stata citata da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, al centro del focolaio che cresce di più in questi giorni (pure lui un bufalaro) per dire su Twitter che la gente sta morendo perché non trova posto in terapia intensiva. Poi si è scusato per i toni ma, di nuovo la sostanza non cambia.
La regione Lombardia vuole costruire un ospedale di fortuna in un ex spazio fieristico per creare dal nulla 600 nuovi posti di terapia intensiva, in stile Wuhan.
Ieri Orietta ha raccontato alla Stampa, non su Whatsapp, di come il padre non abbia trovato posto nella terapia intensiva di Crema, e per questo sia morto in poche ore. ''Mi hanno detto 'Siamo nella merda, suo papà è intubato e sedato in sala operatoria, in attesa che si liberi un posto in terapia intensiva'. L’ho pregato di darmi qualche notizia. Erano le 3 del pomeriggio e il papà è morto alle 8 e mezzo di sera''.
Prima di arrivare a Crema avevano chiamato cinque ospedali, tutti al collasso. Non si trattava di un paziente moribondo, ''aveva 80 anni, ma sembrava uno di 60. Era il classico uomo col cappello in testa, che quando te lo trovi davanti in macchina ti arrabbi un po’ perché va a 30 all’ora, ma era lucidissimo. Prendeva le pastiglie per la pressione e niente più (…). Provo molta rabbia: mio papà se n’è andato e non gli ho potuto dire “ti voglio bene”. L’ho visto uscire su una barella e poi in una cassa chiusa al cimitero. Non gli è stato concesso un funerale. Due parole rapide del parroco e via, tumulato sotto quattro pietre''.
Caro Puente, se bisogna denunciare ''Martina'' per procurato allarme, vanno denunciati pure Conte, l'OMS che ha appena dichiarato la pandemia, virologi, scienziati e mezza sanità lombarda che grida aiuto e le famiglie dei pazienti che in questi giorni muoiono senza tanti complimenti.
terapia intensivareparto di terapia intensiva all'ospedale di wuhan 1reparto di terapia intensiva all'ospedale di wuhan
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