FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Maria Teresa Veneziani per "www.corriere.it"
È il declino dell’estetica della perfezione? I segnali ci sono tutti. «Il cosiddetto look manufactured, rifatto, costruito, è superato. Considerato quasi respingente. Crescono i pentiti della bellezza omologata, il trend è la de-constructive plastic surgery». Renato Calabria chirurgo delle star che da 30 anni opera a Beverly Hills nel cosiddetto “Golden Triangle” della chirurgia fotografa il cambiamento.
«In un anno è cambiato tutto», spiega il chirurgo a cui vengono attribuiti, tra gli altri, i “ringiovanimenti” di Flavio Briatore, Sharon Stone, Rod Stewart, Barbra Streisand. Stagionalmente fa tappa tra Roma e Milano per seguire imprenditori e professionisti italiani, ma anche pazienti del mondo arabo.
Che cosa sta succedendo nella chirurgia estetica?
«La gente vuole essere più autentica. Il trend è essere una real person, una persona vera. Infatti vedete che molte attrici si fanno foto senza trucco, alcune hanno smesso di fare ricorso al botox come Gwyneth Paltrow, o comunque lo usano in modo diverso, pretendono che non se ne percepisca l’impatto».
In un anno sembra cambiato tutto, come lo spiega?
«La perfezione è uno stress e quindi il paziente ha capito che inseguirla non ha senso, ma soprattutto ora ci sono i giovani influencer che su Instagram dettano le loro “non regole”. Si fanno foto naturali senza photoshop, il contrario delle immagini patinate dei loro fratelli Millennials, che avevano imparato il fotoritocco per apparire perfetti: oggi tutto questo appare già vecchio.
Le celebrity vedono queste ragazze e si fanno i selfie in palestra. Molte influencer hanno visto i followers andarsene perché il loro look on stage, con la luce perfetta, il trucco perfetto, non è più di moda».
Che cosa è la de-constructive plastic surgery ?
«Ci sono degli account Instagram che prendono di mira i personaggi con un look troppo artefatto. E succede che questi vengano da me perché vogliono un “reverse”, levare quello che hanno fatto, magari con un lifting più naturale. Idem con il seno, prima andava grande, adesso tutte le pazienti lo vogliono più piccolo.
Il fatto è che non è facile, perché una volta che hai messo delle protesi di 500 cc, poi tornare alla terza è un problema. Per non parlare delle labbra: non sapete quanti pazienti mi chiedono di farle tornare naturali, ma è complicato perché c’è ancora in giro anche il silicone permanente di 20 anni fa. In pratica, mi pagano tanti soldi per essere sicuri che non si veda quello che hanno fatto. Sembra un po’ un controsenso...» (ride)
Le giovani generazione percepiscono il corpo in modo diverso?
«Completamente. I giovani sono più sicuri di sé, non nascondono le imperfezioni perché si relazionano con gli altri in un altro modo. Un tempo si inseguivano dei modelli, prima il naso alla francese, poi come quello di Brad Pitt, Sharon Stone o Jennifer Aniston. Oggi non è più così, molti adolescenti fanno le boccacce pur di apparire autentici, distinguersi dalla massa».
È diversa la situazione in Italia rispetto alla California, dove lei ha la sua base operativa?
«L’Italia arriva sempre anni dopo, ma l’evoluzione è costante. Una volta i pazienti mi assillavano alla ricerca della perfezione, adesso è il contrario. Soprattutto in Italia, dove la tendenza a gonfiarsi il viso in modo osceno ha lasciato i volti pieni di filler e grasso. In moltissimi casi lo sto togliendo.
Quel tipo di look ormai è inguardabile. Levo migliaia di filler, butto via 4 o 5 mila euro ogni volta e mi fa anche un po’ impressione perché penso che magari qualcuno ha risparmiato anni per permetterseli».
Quale è la parte del corpo più “coltivata” oggi?
«Il lato B. Il BBL ( brasilian butt lift) è molto richiesto».
Bellezza e felicità sono collegate?
«Se ti identifichi con la bellezza, sei destinato all’infelicità, perché la bellezza passa. L’ideale è trascendere da questi canoni, apprezzarli senza diventarne schiavo. E poi sinceramente penso che la felicità sia overrated, sopravvalutata, perché la cosa che ti rende felice oggi potresti perderla domani.
Io, partendo da una mia crisi esistenziale, ho ritrovato una nuova spiritualità, quella di cercare il piacere in quello che faccio senza ricorrere un fine. E mi è cambiata la vita. Ho quasi eliminato lo stress, vivo in modo più consapevole e mi pare che i pazienti lo percepiscano».
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