DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
Ricette solo in stampatello. A medici di famiglia, ospedalieri, pediatri e specialisti ambulatoriali il ministero della Salute raccomanda chiarezza nel prescrivere i farmaci. Così si possono prevenire gli errori nella terapia e garantire sicurezza. A volte, è vero, la calligrafia dei dottori appare indecifrabile e non a caso è spunto di sketch comici di successo. Però non è solo questo il problema. È fondamentale, segnala il ministero, parlare un linguaggio comune cioè uniformare la terminologia e non ricorrere ad abbreviazioni, acronimi e sigle standardizzate. È la strada per ridurre il rischio di scambiare medicinali o di somministrarli con dosi scorrette.
Esempio. Nel documento c' è un riferimento allo zero virgola. Si riferisce ai decimali inferiori a un' unità che non dovrebbero mai comparire senza lo zero prima della virgola: 0,5g se non preceduto dallo zero potrebbe essere letto come 5 grammi. La differenza tra le due quantità può significare gravi effetti collaterali per il malato. Le difficoltà di comprensione sono soprattutto in ospedale dove la scrittura manuale è la più praticata.
A volte, specie in situazioni d' urgenza, si fanno prescrizioni verbali telefoniche che, se non riportate subito in cartella clinica, possono essere travisate. Il medico può non capire bene quanto gli dice a voce il collega e passare l' informazione imprecisa all' infermiere.
Abbreviazioni e simboli, sebbene siano prassi consolidata, «possono indurre in errore e causare danni ai pazienti come riportato dalla letteratura internazionale», premettono i tecnici della programmazione sanitaria del ministero guidato da Giulia Grillo.
Il 4,7% degli sbagli denunciati negli Usa fra 2004 e 2006 erano riconducibili a queste semplificazioni. Altri studi evidenziano che la maggior parte degli errori in terapia sono originati dalle prescrizioni: confusione tra farmaci con nomi simili o tra unità di misura e dosaggi.
Ovidio Brignoli, vicepresidente della società italiana medici di famiglia ritiene superflua la raccomandazione sulle ricette incomprensibili: «Quelle scritte sono quasi sparite, le poche redatte a mano riguardano le visite domiciliari. In Lombardia siamo informatizzati al 100%, per avere il farmaco non è necessario il promemoria ritirato dal medico di famiglia che invia la prescrizione direttamente nel sistema».
Secondo Marco Bacchini, Federfarma Veneto, solo metà delle Regioni ha eliminato del tutto la carta mentre Federfarma nazionale rileva che ormai in Italia 8 ricette su 10 rilasciate negli ambulatori di base sono dematerializzate, non richiedono la presentazione del foglio rosso o bianco a seconda della rimborsabilità. Basta il tagliandino del promemoria o la sola tessera sanitaria.
La raccomandazione del ministero è la diciottesima sulla gestione del rischio clinico. Tra le attività per favorire buone pratiche, un' apposita casella elettronica per raccogliere segnalazioni su farmaci che possono essere scambiati per nome o confezione simili.
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