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IL SEGRETO PER RIMANERE GIOVANI? DORMIRE – UNA RICERCA CONDOTTA SU 27 MILA ADULTI NEL REGNO UNITO DIMOSTRA CHE IL CERVELLO DI CHI DORME POCO, O COMUNQUE MENO DEL TEMPO NECESSARIO, INVECCHIA PIÙ VELOCEMENTE DI QUANTO DOVREBBE. UN RISULTATO CHE PERMETTE DI SPIEGARE FENOMENI DI DECLINO COGNITIVO, DEMENZA E PERFINO DI MORTE PRECOCE – ATTRAVERSO MILLE MARCATORI RILEVABILI DALLE RISONANZE MAGNETICHE, È STATO POSSIBILE STIMARE LA PERDITA DI TESSUTO CEREBRALE, IL DANNO AI VASI SANGUIGNI E L’ASSOTTIGLIAMENTO DELLA CORTECCIA…
Estratto dell’articolo di Ugo Milano per www.open.online
Dormire non sarà produttivo, ma non è certo tempo perso: anzi previene l’invecchiamento del cervello, preservando le funzioni neurologiche sul lungo periodo. Lo rivela una ricerca pubblicata su Lancet, condotta su 27 mila adulti tra i 40 e i 70 anni residenti nel Regno Unito.
[...] il cervello di chi dorme poco, o comunque meno del tempo necessario, invecchia più velocemente di quanto dovrebbe accadere in base all’età effettiva della persona.
studio sul rapporto tra sonno e cervello
È già stato dimostrato che un sonno insufficiente o di scarsa qualità può aumentare sul lungo periodo il rischio di sviluppare patologie come obesità, diabete e malattie neurodegenerative, ma le conseguenze sul cervello non erano ancora state approfondite.
Ora, attraverso 1.000 diversi marcatori rilevabili dalle risonanze magnetiche, è stato possibile stimare l’età cerebrale dei partecipanti allo studio e osservare, tra le altre cose, la perdita di tessuto cerebrale, il danno ai vasi sanguigni e l’assottigliamento della corteccia. Il rapporto tra l’età del cervello e quella effettiva, secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, permette di spiegare fenomeni di declino cognitivo, demenza e perfino di morte precoce.
Lo studio è cominciato con la misurazione della qualità del sonno, che I ricercatori hanno valutato in base a cinque parametri: il cronotipo, cioè la predisposizione biologica a essere più svegli in alcune fasi della giornata; il numero di ore di sonno a notte; la percezione di sonnolenza durante il giorno; la presenza di insonnia e se e quanto russassero durante la notte.
Accorpati questi valori, è stato possibile assegnare un punteggio alla qualità del sonno di ciascun partecipante. Confrontando questi punteggi con i marcatori rilevati dalle risonanze, è stato osservato che l’età cerebrale di chi ha un sonno “sano” coincide all’incirca con l’età effettiva.
Al contrario, il cervello dei partecipanti che dormivano male sembrava in media quasi un anno più vecchio di come avrebbe dovuto essere in base alla loro età anagrafica. A pesare particolarmente sull’età cerebrale, le ore di sonno e il cronotipo serale, ovvero la tendenza a prendere sonno tardi.
[...]
Il divario di un anno tra età cerebrale ed età cronologica non è da sottovalutare e può portare a sviluppare precocemente demenza e altre patologie neurologiche. Nello spiegare la correlazione tra invecchiamento del cervello e scarsa qualità del sonno, i ricercatori hanno parlato di una “infiammazione sistemica“, che sul lungo periodo danneggerebbe i vasi sanguigni, innescando l’accumulo di proteine tossiche e accelerando la morte delle cellule cerebrali. [...]
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